Riconosce nel giovane che voleva derubarlo il figlio abbandonato diciotto anni prima

Riconosce nel giovane che voleva derubarlo il figlio abbandonato diciotto anni prima Riconosce nel giovane che voleva derubarlo il figlio abbandonato diciotto anni prima La ricca automobile americana dinanzi alla Gran Madre - Il colpo mancato, l'arresto - Al Commissariato: il nome, la rivelazione-Il padre si riporta via in macchina il figlio ritrovato Vent'anni or sono abitava in corso Francia, nella nostra città, l'allora trentenne Gaetano Angeli fu Francesco: l'Angeli era proprietario di un'officina meccanica ben avviata. Alla fina del 1931 egli iniziava una relazione intima con una ragazza, che però non sposava: nel 1933 nasceva un bimbo. Pasquale, che l'Angeli riconosceva. Nel corso dell'anno un fratello emigrato in Argentina lo invitava a raggiungerlo, prospettandogli magnifiche possibilità di lavoro. L'Angeli partiva e andava a stabilirsi oltre oceano: scriveva sempre alla madre del bambino e mensilmente inviava un cospicuo assegno: tanto che la donna poteva vivere con una certa agiatezza. Questo stato di cose durava sino al 1939. Con lo scoppio della guerra i rapporti epistolari s'interrompevano. La donna, venutasi presto a trovare in strettezze, diveniva operaia in uno stabilimento di gomma: e con mille stenti allevava il figlio. Intanto, in Argentina, l'Angeli llMHlllHIlllllMlllllllllllllllllllllllllllllllllllllll a a a o : 9 i e e a e . o d 4 r , o i e . o o o l o o i a i a ; . l aveva fatto fortuna: e nel 1946 s'era sposato. Alcuni mesi or sono, con la moglie, sbarcava in Italia, a Napoli, e cominciava a girare la penisola con la sua lussuosa automobile: Roma, Firenze, Bologna, Venezia, Verona, Milano e, finalmente, Torino. Ieri pomeriggio, alle ore 17, l'Angeli (che arrivando nella nostra città s'era dimenticato o aveva voluto dimenticarsi d'avere qui un figlio) aveva lasciato la macchina nella piazza della Gran Madre di Dio e con la consorte era entrato in chiesa: ad un tratto il vigile urbano di servizio all'angolo di corso Moncalieri notava che un giovane, di una ventina d'anni, male in arnese, s'era avvicinato all'auto, aveva aperto una portiera e cercava di impadronirsi di una busta di cuoio. Subito interveniva e lo fermava: e quando l'Angeli usciva di chiesa, lo Informava dell'accaduto e lo pregava di recarsi con lui al Commissariato di P. S. Borgo Po, per sporgere denuncia. L'industriale diceva che non era il caso: ma l'agente insisteva a l'Angeli, caricati tutti bordo, si portava alla Sezione di Po. La signora restava in macchina; l'industriale col ladruncolo e il vigile salivano. Il funzionario interrogava subito 11 giovane. L'altro declinava le sue generalità: Pasquale Angeli di Gaetano, di 1B anni. All'improvviso l'industriale impallidiva, guardava il ragazzo, balbettava qualcosa, poi esclamava, con voce rotta dall'emozione: — Dottore! Vorrei parlarle da solo a solo! Questa denuncia non potrà mai aver corso! Appena il giovane usciva dalla stanza, l'industriale s'accasciava, sorretto da un agente, su di una sedia e stringendosi la testa fra le mani mormorava: — Il destino... il destino... mio figlio... volevo ignorarlo... non lo volevo più vedere... e lo ritrovo... ladro!... Dio mio, che orrore, che orrore!... E' terribile... Dottore, la prego, desidero rimanere solo con lei, dinanzi ad altre persone non avrò mai il coraggio di parlare... Rimasto solo col commissario, l'Angeli narrava tutta la storia, annichilito, spaventato. Di quando in quando s'interrompeva mormorando: «Lui... lui... mio figlio... >. Il funzionario, con un paio di telefonate, s'accertava che realmente le generalità del giovane erano esatto: e che viveva solo con la madre in via Bellezia, dopo che il padre, nel 1933, era emigrato in Argentina. Non vi potevano essere più dubbi. L'industriale, che pareva dover svenire da un momento all'altro, domandava affannosamente: — Ma che debbo fare?... Ohe debbo fare?... Adesso... mia moglie... ohe le dirò? Le parole del commissario suonavano di grave ammonimento: l'Angeli era obbligato, dalla legge civile e morale, a interessarsi del giovane: non poteva esimersi. L'industriale, fatto chiamare il fildmet«nc(cstfpvdIn■Ua1111 111111 11111 f I Hill IllllllllllslcnCSnabtstpmcnpa figlio, gli diceva, riuscendo a malapena a vincere l'emozione: — Vuol venire con me? Avrei da parlarle... avrei da spiegarle molte cose... Abbia la bontà di ieguirmi... L'altro, sbalordito, acconsentiva e l'Angeli si congedava promettendo al funzionario che avrebbe «provveduto a tutto». Il funzionario s'informerà oggi circa il comportamento dell' industriale (che alloggia in un albergo del centro). Si augura intanto che lo straordinario, drammatico incontro possa essere apportatore di felicità.

Persone citate: Dottore, Gaetano Angeli, Pasquale Angeli