Formosa, portaerei ideale

Formosa, portaerei ideale NELLA ROCCAFORTE DI CIANG-KAI-SCEK Formosa, portaerei ideale Nell'isola non si respira aria di disfatta-Uno "spokesman,, che sa il suo mestiere-La pelle dell'orso Talpeh (Formosa), marzo. 1 n. ~inr~t ara acorjDia ta^f sSlffSS sift guerra per ordine del Presidente Tru man, l'aviazione e la marina americane si erano assunto il compito della difesa di Formosa. Erano giorni di viva inquietudine: tutti erano convinti che le forze di Mao Tsetung avrebbero attaccato da un momento all'altro l'ultima roccaforte dei nazionalisti cinesi. La radio comunista lo preannunciava su tutte le lunghezze d'onda; e, per aJcuni mesi, ci si familiarizzò talmente con quest'idea che le voci, diffusosi nei giorni scorsi, di un presunto progetto, attribuito a Mac Arthur, di servirsi delle forze di Clang Kai-scek per tentare uno sbarco nella Cina hanno provocato millllMIII!ll[MIIMIlMIIIIMII(llMt1!IMMI!Tlli1lllll negli ambienti diplomatici una sorpresa che le amentite di wsrsass?non 80110 rluscite a dissipare. Come ? Meno di un anno sarebbe bastato ai resti di un esercito in dissoluzione, comandato da generali concussionari, per rinascere dalle sue ceneri? E in quel caos si è saputo trovare tanta energia da inculcare a un regime vinto una nuova, inaspettata vigoria? Per saperlo, non c'è che da recarsi direttamente sul posto. 150 chilometri Non è facile ottenere un visto per Formosa. Ma, appena si è perduto di vista il Giappone e lasciato dietro a sè le isole Ryu-Kiu, si è largamente ricompensati delle pene subite per riuscire a ottenerlo, MlllMIIIMIMIIirMIMIIIIltMMIIMIIEIIMMllllII scoprendo a sud l'Isola contesa, che sembra avanzarsi nella immensità marina come una gigantesca corazzata. La parte che può rappresentare Formosa nelle vicende politiche della Cina è iscritta sulla carta del mondo con un rilievo che balza subito agli ocohi. Situata a 150 km. dal continente, quest'isola, portaerei ideale di 250 km. di lunghezza su 100 di larghezza, costituisce per la Cina una permanente minaccia. Quei 150 km. di mare non solo hanno evitato a Ciang-Kai-scek l'esilio in una villa della periferia di Washington. Hanno scavato anche, davanti all'arcaica flotta comunista, un fossato che resterà invalicabile finché l'America manterrà il suo « veto » e conserverà sotto la sua ala tutelare l'isola. Quest'evidenza Induce a pensare che le voci (ohe circolarono per molti mesi) sull'imminenza dell'invasione di Formosa da parte delle truppe di Mao Tse-tung costituissero un tema di ricatto utilizzato, a volta a volta, in vista di fini opposti, dai servizi di propa- §anda di Taipeh e di Pechino, ira che il tema è stato bruscamente invertito, si tratta di sapere se l'isola, rimasta inaccessibile alle cupidigie di Mao Tse-tung, possa servire di base di partenza alla rinascita di Ciang Kai-shek Basta metter piede sull'aerodromo di Taipeh, perchè il quesito trovi subito una chiara risposta. Qui non si respira un'aria di disfatta; e i soldati che si vedono qua e là in marcia sulle strade o in via di compiere le loro esercitazioni nei campi1 sono soldati bene equipaggiati, il cui portamento costituisce una specie di compromesso onorevole tra la noncuranza asiatica e la vivacità marznle dei militari occidentali. E, sin dai primi pas si nella città, si accentuano le impressioni di ordine, di disciplina, di tranquillità. Un aliro compromesso: ma, questa volta, tra la Cina e il Giappone. Risposta a tutto Il giornalista straniero che, appena sbarcato dall'aereo, ha potuto girellare senza « chap:ron », deve, presto o tardi, per imperiose ragioni di alloggiamento, varcare l'uscio del * Friends of China Club », dove gli è riservata una camera. E allora si rende conto che la sua libertà d'azione è finita. Nel bar lo aspetta lo « spokesman » del governatore, il quale conosce alla perfezione il suo mestiere. Egli risponde a qualsiasi domanda, si occupa di tutto. Organizza il giro dall'isola; ottiene tutte le udienze desiderabili con le autorità civili e militari; fornisce tutti i documenti utili sulla storia, il clima, la topografia, le curiosità, le industrie, la popolazione dell'isola; e vi getta nelle braccia opuscoli, volantini, giornali destinati a iniziarvi alla dottrina politica di Ciang Kai-scek. Dopo di che, vi annunzia che domani siete aspettato all'accademia militare di Fungshan, dove, per « uno speciale favore », assisterete alle manovre del tremila allievi ufficiali dell'ultima covata. E, intanto, vi sussurra all'orecchio le ultime informazioni recate dalla Cina rossa da alcuni profughi politici. Più serio è un opuscolo che trovate la sera, sul tavolino dstgCcssmpiselnsostntsrrmzctsniiiiiiiiiniiiiiniiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiii! 111111 e e , i a a i i a , a a a e o da notte: la traduzione inglew se di un discorso pronunziato davanti all'Assemblea legislatlva dal primo ministro Chen-cheng. Tale discorso, che fa il bilancio dell'attività svolta dal governo nazionalista dopo il suo ritiro a Formosa, esordisce con queste parole: « Noi dovremo d'ora innanzi concentrare i nostri sforzi per difendere Formosa e preparai ci per un'eventuale controffensiva sul continente ». B primo ministro passa poi in rassegna i successi ottenuti in politica interna e sui fronti militare e diplomatico: garanzia della protezione americana, riconoscimento della Cina rossa come paese aggressore, riforma agraria, nuovo impulso dato alla ricostruzione, riforma dell'amministrazione con la eliminazione di 4940 funzionari per conservarne soltanto 864, lotta contro la quinta colonna, arresto di un miglialo di comunisti militanti, di duemila spie. Un nuovo « slogan » Per quanto concerne l'esercito, in base al principio direttivo espresso dallo slogan: « Un esercito più piccolo, ma migliore », centocinquantamila ufficiali e soldati sono stati epurati; un certo numero di generali sono stati fucilati, e altri destituiti. Tutti gli ufficiali senza eccezione hanno dovuto frequentare, più o meno a lungo, speciali corsi di istruzione; e le truppe sono state sottoposte a un intenso allenamento fisico. B bilancio menziona anche la lotta anticomunista sul continente, affermando che un milione e seicentomila < resistenti » dispersi nella Cina rossa hanno mantenuto contatto con il governo nazionalista e impegnato ottocento combattimenti, infliggendo all'avversario perdite computabili In trecentomila uomini. Si tratta (occorre dirlo?) di cifre che vanno prese con molte riserve, perchè le notizie che giungono a Hong-Kong sembrano concordare, invece, nell'ammettere che la resistenza anticomunista, relativamente forte l'anno scorso nelle province cinesi del Sud, è ora notevolmente diminuita; e sta di fatto che regioni per l'addietro poco sicure per Mao Tse-tung sono oggi interamente pacificate. A ogni modo, il discorso di Chen-cheng termina con un programma compendiato in tre punti: 1) prima della eventuale controffensiva: accordare lo aiuto del governo nazionalista a tutti i guerriglieri che lottano sul continente e incitare i malcontenti a arruolarsi nelle organizzazioni clandestine; 2) durante la controffensiva: assicurare i collegamenti tra le forze di sbarco e le organizzazioni amministrative; 3) dopo: iniziare immediatamente le riforme politiche, economiche e culturali per ricostruire un nuovo Stato, democratico e moderno... Siamo ben lontani dall'atmosfera di panico di otto mesi or sono. A Taipeh, si distribuiscono già le cariche della Cina di domani: « Vi presento il signor governatore della provincia Nord-Est », mi dice lo spokesman, senza accorgersi di star vendendo la pelle dell'orso prima di averlo ammazzato. Charles Favrel (Copyright de .Le Monde» e. per l'Italia, de «La Stampa»). 111111111111111111111 lllltItlllllllllllllliiiiniB

Persone citate: Ciang, Ciang Kai-shek, Ciang-kai-scek, Mao