Rimpasto o crisi

Rimpasto o crisi Una serie di ipotesi dopo l'accordo Romita^Saragat Rimpasto o crisi Si pensa che De Gasperi si limiterà a proporre la sostituzione dei tre ministri saragatiani - Ancora segreto il testo del documento concluso tra il PSL1 ed il PSV Roma, 12 marzo. Mentre De Gasperi arriva a Londra, che cosa avviene alle sue spalle? In apparenza l'attività politica ristagna, in realtà nei circoli romani si lavora e si manovra intensamente per creare 1 presupposti per la soluzione della prossima crisi. Allo stato dei fatti non si può logicamente che elencare una serie di dati e prospettare qualche ipotesi. Alcune ipotesi Numero uno fra le ipotesi possibili è certamente quella che De Gasperi non voglia aprire una vera crisi, ma tenti di risolvere la situazione per altra via. Tre Ministri usciranno, ed il Presidente del Consiglio potrebbe proporre al Capo dello Stato la nomina di tre sostituti. La Costituzione non lo impedisce, ed anzi già una volta De Gasperi è ricorso all'espediente dell'interinato, appunto quando il P.S.L.I. ritirò i suoi Ministri, il 1° novembre 1949, in attesa del congresso che il partito doveva tenere a Napoli nel successivo gennaio. Ora potrebbe nominare tre Ministri ad interim dichiarando, ad esempio, che è opportuno aspettare le elezioni amministrative prima di procedere a qualsiasi mutamento. Avuta un' indicazione dall' elettorato fra giugno e luglio si potrebbe ritoccare la compagine governativa ed affrontare in autunno il secondo turno delle elezioni. Questa è la prima ipotesi, più semplice di tutte e almeno per De Gasperi, la più allettante di tutte. Seconda ipotesi è quella di un rimpasto con la nomina di tre Ministri titolari in sostitu zione del dimissionari. Anche a questa nomina De Gasperi potrebbe arrivare senza bisogno che si indicano le rituali consultazioni da parte del Capo dello Stato. Neppure a questo procedimento si oppone infatti la Costituzione, ed anche in questo caso esiste un precedente: la sostituzione di Corbino, avvenuta nell'autunno del '46 per imposizione dei comunisti che allora andavano bruciando in effige il Ministro liberale del Tesoro nei loro pubblici comizi sulle piazze. Polche i Ministri questa volta sono tre, e le loro dimissioni costituiscono l'uscita di tut¬ tpptcus ¬ to un partito dal Governo, il problema è tuttavia più complicato: non sul terreno costituzionale, ma su quello politico. C'è da credere infatti che un rimpasto sarebbe possibile solo se De Gasperi si risolvesse a chiamare al Governo soltanto uomini della D. C, per fare un Gabinetto bicolore con la collaborazione dei repubblicani. Ma questa soluzione, che gli potrebbe venire suggerita dal consiglio nazionale del partito che si terrà probabilmente in aprile, contenterebbe sì i diversi gruppi e . le correnti contrastanti della D. C, ma non sembra rientrare nel gusto personale di De Gasperi: la sua coalizione del 18 aprile gli apparirebbe troppo ridotta di base, ed egli stesso finirebbe col sentirsi più che mai prigioniero dei suoi compagni di partito. Egli preferirebbe certamente tornare a fare appello alla collaborazione dei liberali: ma in questo caso, profilandosi un vero nuovo orientamento del Governo (esce l'ala sinistra e rientra la destra) sarebbe necessario aprire formalmente la crisi, con tutto il suo seguito di consultazioni, trattative fra i partiti, definizioni di programmi, deliberazioni dei gruppi parlamentari, eccetera. Si sa con sicurezza che De Gasperi ha timore di tutte queste procedure e della loro inevitabile conseguenza di complicazioni impreviste. Ogni crisi difatti si è risolta sempre su un terreno diverso da quello sopra il quale si era aperta. Come si chiamerà? In conclusione la prima ipotesi è la più probabile. Se la D. C. imponesse al proprio leader la soluzione dì un Gabinetto bicolore, non è da escludere che De Gasperi < passi la mano > a qualcuno, e cioè si ritiri per aspettare a casa propria il responso elettorale. Un ministero dei cento giorni si avrebbe quindi, come in Fran eia. anche da noi, con Piccioni o Fanfani a presidente. Ma la D. C. si sente di affrontare un esperimento tanto rischioso alla vigilia delle elezioni? Queste, dunque, le ipotesi. Ne rimane una quarta cioè che i socialisti democratici non arrivino a mettersi d'accordo sul problema dell'u nificazione, e che pertanto 1 Mmcfrtcl Ministri del P.S.L.I. non si dimettano e che perciò venga a cadere tutto il discorso fatto fino ad ora. Perchè si possa realizzare questa quarta ipotesi sarebbe necessario che nel congresso del P.S.L.I. vincesse la tendenza collaborazionista che fa capo al Ministro Simonini, e questo sembra poco probabile. Simonini lotterà fino all'ultimo, cominciando la sua battaglia domenica prossima con un discorso al congresso provinciale di Reggio Emilia, ma tutto lascia credere che nel congresso nazionale non potrà prevalere. Egli comunque oggi ha smentito le dichiarazioni che gli sono state attribuite (c impedirò con tutti i mezzi lo scioglimento del P.S.L.I. >) ciò che significa che in caso di sconfitta non intende creare un nuovo antipartito. Intanto il testo dell'accordo tra P.S.L.I. e P.S.U. è mante nuto ancora segreto. Domani la Giustizia si limiterà a precisare le varianti apportate al testo originale, che sono realmente di scarso rilievo, ad eccezione dell'ultima, quella cioè che stabilisce un'apertura verso sinistra per accogliere i ribelli e dissidenti del P.S.I. e del P.C.I. Circa le modalità della unl- fltcPczdssApgc(icnlPc4iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii fleazione si conferma che, se la direzione del P.S.L.I. accetterà all'unanimità l'accordo con il P.S.U., il congresso del P.S.L.I. si limiterebbe ad accettare la fusione delle direzioni del due partiti, costituendo così una direzione provvisoria di 42 membri, con due segretari (Saragat e Romita). A tempo opportuno sarebbe poi tenuto un regolare congresso del partito unificato che si chiamerà o P.S.D.I. (partito socialista democratico italiano) o P.S.I.U. (partito socialista italiano unificato). Se nella direzione del P.S.L.I. l'unanimità venisse a mancare, l'accettazione dell'accordo col P.S.U. sarebbe sottoposta al congresso. v g_

Luoghi citati: Londra, Napoli, Reggio Emilia, Roma