I conservatori inglesi iniziano una lotta senza quartiere di Riccardo Aragno

I conservatori inglesi iniziano una lotta senza quartiere PER OTTENERE LE ELEZIONI GENERALI I conservatori inglesi iniziano una lotta senza quartiere 1 deputati dei due partiti mobilitati in permanenza (Dal nostro corrispondente) Londra, 8 marzo. I conservatori inglesi hanno ufficialmente dichiarato guerra al Governo e hanno chiesto oggi, per bocca del presidente uscente del loro partito, che vengano indette elezioni generali. In un discorso furioso — nel corso del quale affermò che « non vi è ministro di questo Governo il cui nome non sia legato a un grave disastro, o la cui linea politica non sia un mucchio di rovine » — il deputato Nutting, presidente uscente della « timone nazionale delle associazioni conservatrici e unioniste » (questo è il nome tecnico del partito conservatore) ha dipinto un quadro fosco e allarmante della situazione politica britannica, e ha dichiarato che « le elezioni generali sono una necessità assoluta e immediata ». Le sette preghiere Questo l'obiettivo della battaglia. Ma la belligeranza è cominciata, si può dire, fin dal giorno in cui nei gennaio scorso Churchill — unico capo del partito e sotto certi aspetti unico formulatore della sua politica e della sua tattica — tornò dalle vacanze natalizie in Africa. Due scaramucce sono state vinte dai conservatori durante gli ultimi due venerdì. Un attacco di sorpresa compiuto ieri notte a tarda ora, è stato respinto dal Governo con una maggioranza di quattordici voti. Ma ora il partito conservatore annuncia davvero un piano per non dare tregua al Governo. Dal-! la guerra di trincea si passa' alla guerra di movimento. Già questa sera sono state introdotte sette « preghiere » (un tipo particolare di mozione, caratteristico del Parlamento britannico) che potrebbero far trascinare le discussioni per tutta la notte e potrebbero provocare altrettante votazioni. Questa pressione, almeno a quanto si dice oggi, dovrebbe essere mantenuta per i mesi futuri, fino a che il Governo non sia sconfitto sul campo, oppure costretto ad arrendersi. E' interessante osservare come questa campagna politica scatenata dai conservatori inglesi, non sia affatto basata su una alternativa politica offerta al Paese, ma semplicemente su una pressione fisica inflitta ai de¬ putati, con la speranza che si arrivi al giorno in cui, stanchi e affranti dal lungo accampamento nei corridoi del Parlamento, i laburisti vengano sconfitti su una questione che implichi la fiducia. Lunedì scorso, quando il Parlamento tornò a riunirsi per la prima volta dopo la sconfitta subita dal Governo su una questione di poca o nessuna importanza, Eden, che faceva le funzioni di capo dell'opposizione, chiese a Morrison che cosa intendeva fare. Morrison gli rispose dicendo che non intendeva fare niente. La sconfitta subita dal Governo non aveva alcuna importanza. «Il capo dell'opposizione — disse Morrison — si è voluto divertire un pochino». E aggiunse: «Lo so anch'io che è uno scherzo: lo sappiamo tutti che è uno scherzo ». Ieri mattina, però, alla riunione settimanale dei deputati laburisti fu detto chiaro e netto che queste sconfitte non sono affatto uno scherzo, e che i deputati laburisti debbono essere sempre presenti in Parlamento. Così d'ora innanzi, dal lunedì al venerdì, dalle tre del pomeriggio fino ad almeno le dieci e un quarto di sera, tutti i deputati sono praticamente « consegnati » in Parlamento. Anche ieri mattina Churchill, rimessosi dalla foruncolosi, stava elaborando con i suoi il piano di battaglia. Questo piano di battaglia, però, esige che anche tutti i deputati conservatori siano sempre presenti in Parlamento. Si è dunque scatenato a Westminster una tragicomica guerra dei nervi, cbe denuncia, da parte del Governo, una certa ostinazione a restare al proprio posto, mancando della forza sufficiente, e denuncia, da parte dell'opposizione, una notevole carestia di argomenti positivi. Come a uno sport Pino a che questa lotta parlamentare si manterrà su questa battaglia di numeri, e non salirà un poco più in su, per diventare per lo meno una battaglia di idee pratiche, se non proprio di ideali, il Paese prenderà a questa farsa (che in qualsiasi altro luogo basterebbe a screditare il Parlamento), un interesse puramente e debitamente sportivo. Uno sport, ben inteso, di se¬ condarissimo ordine, come una corsa di tartarughe o di camerieri col vassoio, oppure una corsa paesana coi piedi nel sacco. Del resto non si può nè pretendere nè supporre che un paese possa veramente partecipare intensamente o appassionatamente — nel mese di marzo dell'anno '51 del secolo XX — a una battaglia parlamentare, scatenata su una disposizione che permette un minimo aumento sui prezzi delle candele o dei grembiuli. Questo è precisamente ciò che il Parlamento britannico sta discutendo nel momento in cui telefono. E questa discussione è parte della « battaglia dei nervi ». A dire la verità si ha l'impressione che molti deputati combattano soprattutto per tenersi svegli. Riccardo Aragno iiiiiNiiiMiiMNiiiiiiiiNiiiimtiiiiiminmiiiimi A pochi giorni dal viaggio a Londra, De Gasperi ha ricevuto il sindaco di Trieste ing. Bartoli (Telefoto) iiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiifiiiiiiiiiiiiiiiiiiin miHiiiiiHiiHiiiiiiniHfiiiiiiiiiiiiiiiiu

Persone citate: Bartoli, Churchill, De Gasperi

Luoghi citati: Africa, Londra, Trieste