Serrate discussioni a Parigi Ira i delegati Jessup e Gromyko

Serrate discussioni a Parigi Ira i delegati Jessup e Gromyko MAGRO BILANCIO DI UNA LUNGA SEDUTA Serrate discussioni a Parigi Ira i delegati Jessup e Gromyko Gli occidentali insistono perchè i problemi siano presentati in modo oggettivo che non pregiudichi le soluzioni Londra e Parigi disposte a trattare il problema di Trieste - Saggia tattica di pazienza e condiscendenza degli alleati (Dal nostro corrispondente) Parigi, 8 marzo. La conferenza dei Quattro segna il-passo, ma gli sforzi di conciliazione vengono continuati con pertinacia da parte dei tre occidentali. Questo, in poche parole, il bilancio assai magro ma non negativo della lunga seduta odierna. Essa può dividersi in tre parti, la prima dedicata a Chiarini °-nti circa la iscrizione all'ordine del giorno della questiono di Trieste, la seconda a verbose discussioni polemiche fra gli occidentali e Gromyko, la terza infine ad una proposta di metodo concreto formulata dall'americano Jessup. Vediamole l'una dopo l'altra. Presiedeva Jessup. Come primo oratore il francese Parodi e successivamente l'inglese Davies sono ritornati sulla discussione di ieri circa Trieste ed hanno riaffermato di non ritenere che esista un nesso di sostanza fra il problema di Trieste e il trattato con l'Austria ma ciò non toglie che Trieste, cioè l'operato dei rispettivi governi concernente il regime di Trieste, formi oggetto di esame alla conferenza dei Quattro e sia pertanto uno dei punti dell'ordine del giorno. Il problema di Trieste potrà venire considerato per se stesso come gli altri problemi. Su ciò il delegato francese si riserva ulteriori precisazioni e del pari il delegato britannico si riserva di far conoscere la posizione del suo governo. Due opposti criteri Nella discussione generale sia Parodi che Davies hanno ripetuto i criteri già esposti: l'ordine del giorno dei tre occidentali è formulato in termini molto larghi appunto per permettere di trattare tutte ile questioni che interessano la distensione europea che si desidera; i punti suggeriti dall'ordine del giorno sovietico possono benissimo trovare posto sotto le rubriche dell'altro ordine del giorno; le formule proposte dall'ordine del giorno sovietico pregiudicano invece il contenuto stesso delle questioni indicando le relative soluzioni. Gromyko ha ribattuto a lungo le affermazioni e le critiche degli altri delegati ripetendo a sazietà asserzioni già. note: che è invece l'ordine del giorno sovietico quello che può assorbire i punti proposti dagli Occidentali: che esso mette in primo piano ì problemi urgenti, cioè la demilitarizzazione della Germania e la riduzione degli armamenti. L'unità della Germania non è ignorata dalla proposta sovietica, egli sostiene anzi che il trattato di pace con la Germania comprende il concetto di una Germania unita e democratica. A scanso di malintesi Gromyko è disposto a ritoccare il testo del secondo punto del suo progetto di ordine del giorno formulandolo come segue: « Ripristino della unità tedesca (queste parole mancavano nel testo primitivo) ; accelerazione della conclusione del trattato di pace con la Germania e correlativo ritiro delle truppe d'occupazione ». Gromyko invita gli altri delegati a riflettere e a dire quindi se accettano tale formula. Polemizza quindi contro l'U.N.O., dove ogni proposta di disarmo viene seppellita. Egli giudica infine fuori di luogo gli accenni fatti ieri da Jessup alla situazione in Rumenia, Ungheria e Bulgaria: eco, secondo lui, di calunnie della propaganda occidentale. L'ultima parte della seduta è stata occupata da dichiarazioni di Jessup, il quale si preoccupa di avviare la discussione verso risultati positivi, secondo la speranza espressa ripetutamente tanto da Gromyko quanto dagli occidentali. Jessup ritorna sul concetto di metodo, a lui caro, che l'ordine del giorno per servire utilmente deve indicare i problemi in modo neutro, oggettivo e non pregiudicare il contenuto delle soluzioni. Tale obiettività fa difetto, secondo lui, alle formule dell'ordine del giorno proposto da Gromyko. Si può infatti porre una questione in modo che includa già la risposta. Egli spiega il suo pensiero con un arguto esempio. « Se voi mi domandate: " Avete smesso di picchiare la vostra moglie^'? >. Trovare una formula Se io rispondo si, ammetto implicitamente che la battevo; ma se rispondo no, perchè non la ho mai picchiata, sembrerò ammetterlo egualmente ». Jessup ha quindi insistito nel far presente che i popoli liberi sono angosciati nella loro immensa maggioranza per la schiacciante superiori tà delle forze armate sovietiche. Una grave delusione e una maggiore angoscia sorgerebbero nei popoli se essi avessero l'impressione che noi tre e altri popoli liberi desistiamo dagli sforzi diretti ad ottenere una riduzione degli armamenti prima che l'Unione Sovietica abbia modificato il suo atteggiamento in proposito. Ma io spero — ha soggiunto Jessup — in una distensione in seguito ad assicurazioni sovietiche, che aspettiamo, e spero quindi in una riduzione degli armamenti. Già l'UNO si occupò di ciò e gli oppositori in quella sede furono l'Unione Sovietica ed i suoi seguaci. I quattro ministri dovranno certo discutere del livello degli armamenti, ma non dobbiamo ripudiare gli sforzi dell'UNO in questo senso perchè, oltre che europeo, il problema è mondiale. Nella formula suggerita da Gromyko la parola « accelerazione » (della conclusione della pace con la Germanja) pregiudica le decisioni dei ministri: non cosi si deve formulare un ordine del giorno. Noi progrediremo di più procedendo altrimenti. Siamo d'accordo su certi punti e in disaccordo su altri delle rispettive proposte, Siamo d'accordo nel ritenere che i quattro ministri possano discutere un ordine del giorno atto a ridurre la tensione. Proponiamoci dunque per ora non già di formulare, ma di cercare di individuare i punti stessi. Dovremo certo discutere del livello degli armamenti, compresi quelli della Germania, del trattato con l'Austria, dell'unità della Germania, del trattato di pace con questa e di altre questioni. Bisogna trovare una formula che permetta di porre questi punti all'ordine del giorno senza indicare in anticipo le soluzioni. Obiettivo indiretto Aggiungiamo ora alcune brevi considerazioni suggerite dalla terza e quarta giornata della conferenza. Mei tendo ieri sul tappeto il problema di Trieste la delegazione sovietica si riprometteva forse di produrre un effetto di sorpresa sugli occidentali, La mossa, invece, non ha meravigliato, dato che tirare in ballo Trieste a proposito dell'Austria è un vecchio motivo polemico e diplomatico russo. Gli occidentali non si opposero rigidamente all'iscrizione di Trieste all'ordine del giorno della conferenza; sol tanto si rifiutarono di ammettere che esista un nesso il quale leghi i due problemi e possa farli considerare l'uno in funzione dell'altro. Se ci chiediamo quale obiet tivo indiretto può avere avuto di mira Gromyko portando la discussione su Trieste, possiamo pensare sia a Tito, sia all'Italia e alle situazioni anche interne di questi due Paesi, sia ai tre Grandi occidentali. L'una interpretazione non esclude del resto l'altra. Cercare tutto ciò che possa dividere gli alleati è una tattica a cui è ovvio che il delegato sovietico debba tendere. Per la tranquillità di noi italiani può osservarsi che anche di recente gli affidamenti degli occidentali circa Trieste ci sono stati rinnovati. Finora i tre occidentali si sono lasciati alquanto rimorchiare dall'iniziativa di Gromyko dando prova di pazienza e condiscendenza almeno nel la forma. Ciò può deludere coloro che amano la marnerà forte ed i colpi duri distribuiti senza risparmio, ma, data l'impostazione di questa difficilissima conferenza dei supplenti, può ritenersi il metodo dettato dalla saggezza. Si tratterà poi di saper ricavare al momento opportuno i frutti positivi che può dare tale tattica elastica, ed oggi Jessup In fine di seduta ha chiaramente indicato questa strada. Luigi Emery