Teatri e Cinema
Teatri e Cinema Teatri e Cinema ISakharof al "Nuovo,, Sono tornati a. Torino, Clotilde e Alessandro Sakharof, riportandoci il ricordo e il profumo dei loro trionfi in quei lontani giorni che li videro giovanissimi alla loro prima apparizione qui, nel locale sotterraneo dell'Odeon di via Viotti, in attesa che fosse pronto il teatro di Torino, dove ebbero la consacrazione più entusiasta. Erano giorni belli, a Torino, per l'arte. Più tardi, dieci an ni or sono, la celebre coppia tornò in Italia, ma allora la nostra città non venne compresa nel loro giro: e vi riappaiono invece adesso, al loro ritorno in Europa dopo due lustri di permanenza nelle due Americhe, e segnatamente in quella del Sud. Vi riappaiono sempre vivacissimi e ardenti di entusiasmo per l'arte della danza come a quei tempi, ripresentando taluno dei c numeri » che suscitarono allora maggiore entusiasmo, e altri aggiungendone meglio fatti a testimoniare della loro nuova maniera. Alessandro, in particolare, da parecchi anni è sempre più assorto nel problema dell'espressione, non solo spirituale, ma francamente misti ca, nella danza. Tuttavia di questi numeri della sua maniera mistica, egli ne ha voluto immettere solamente uno: per timore, mi ha detto, che essendo essi di carattere piuttosto statico, non nascesse il sospetto che egli vi si sia dedicato per deficienza dell'agilità e vigore richiesti dalle altre. Sono tornati, e dinanzi alla vastissima platea del Teatro Nuovo hanno compiuto 11 miracolo di rinnovare 1 consensi e 1 simpatici entusiasmi che li avevano salutati in quei raccolti ambienti: in virtù di un gusto e di uno stile e di una grazia espressiva che non tramontano. La danza dei Sakharof < Les Poètee de la danse» come 11 chiamò Rllke, esercita 11 suo fascino con mezzi che sono in più stretto rapporto con le arti figurative di quanto non accada solitamente: e non solo per il richiamo esteriore del costume, che è tuttavia quanto di più raro e inventivo e aderente, alla espressione mimata che sia dato vedere, ma per l'indole stessa del movimento e del modo come esso si configura In atteggiamenti senza tregua trasmutantisi l'uno nell'altro. Qualcosa che si vorrebbe afferrare e trattenere, e deliziosamente ci elude. Incominciò Alessandro con una c Pavane Royale » su musica di Couperin, ritmata con stacco veramente regale: quindi Clotilde danzò un c Valzer » di Chopin: e già si rilevò la differenza essenziale delle loro due personalità, tutta aerea grazia gioiosa la donna, teso Invece l'uomo a una marcata espressione di carattere, che il più spesso assurge a una essenzialità di aspirazione religiosa, come nella < Visione del Quattrocento » su musica di Frescobaldi o nella « Harpe Séraphique » su musica di Ba-'- Mp"tre Clotilde danzò "n * » oème prin*anler» e una < Berceuse de Marie» eh Re- ger, delicatissima. Insieme poi essi figurarono un <Noel Catalan» su musica del XIV secolo, e una < Danse » su musica di Bach, numero finale del quale dovettero concedere il bis. Finale in armonia con i consensi manifestatisi per tutta la serata da parte di un pubblico foltissimo, in cui frammezzo ai nuovi, non mancavano gli an tlchi ammiratori. a. T. ARRIVANO I NOSTRI, di M. Mattoli (Vittoria). — <Ar rivano i nostri », il proverbiale slogan dei film d'avventure a lieto fine, ha dato il titolo e 10 spunto a questa nuova farsa del fertilissimo Mattoli, do ve si racconta di un barone ingolfato nei debiti e raggi rato da un ricco commerclan te di suini che mira a sposarne la nipote, e degli ingegno si espedienti che un giovane autista, innamorato della ra gazza, e un gruppetto di buontemponi agli ordini di lui, mettono in opera per impedire il matrimonio. La vicenda passa da un campo di corse a un tabarin, dove una falsa Carmen Miranda al produce nel suo repertorio; e di qui a una villa in cui avvengono i tradizionali qui prò quo del teatro burlesco, per concludersi in un circo equestre da cui il gruppo dei salvatori travesti ti da cow-boys muove al soccorso della ragazza ormai in procinto di sposare. Non manca al film, anzi abbonda, la materia comica; quello che difetta è, al solito, l'elaborazione. Nondimeno il film strappa non di rado la risata un po' per qualche trovatina del copione, un po' e più spesso per la vivacità buffonesca vernacola degli interpreti, tra i quali spiccano Walter Chla ri, Mario Riva e Riccardo Bit li, affiancati dal Porelli, Franca Marzi, Lisetta Nava e N'ita Dover. vice
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