Quasi tutti i deputati presenti per il voto di oggi alla Camera

Quasi tutti i deputati presenti per il voto di oggi alla Camera LA CONCLUSIONE DEL DIBATTITO SUGLI STANZIAMENTI MILITARI Quasi tutti i deputati presenti per il voto di oggi alla Camera Parleranno Pacciardi e De Casperi « poi si voterà a scrutinio eegreto - Quarantadue ordini del giorno • Come si regoleranno i comunisti sulla mozione dei monarchici contro il Ministro della Difesa ? - Una risposta di mons. Montini a Joliot Curie sugli sforzi per la pace Roma, 5 marzo. Cè a Roma questa sera una eccezionale abbondanza di deputati: mobilitati dai rispettivi gruppi per la seduta di domani, sono già quasi tutti presenti nella capitale, e col treni in arrivo nella mattinata si calcola che si giungerà facilmente a stabilire un record dì votanti a conclusione del dibattito sugli stanziamenti militari. Non meno di 500 su 573 deputati saranno alle urne, secondo le previsioni. Non si attendono sorprese Ci saranno probabilmente quattro voti, uno dei quali, e cioè ti conclusivo sui disegni di legge per gli stanziamenti nel loro complesso, sarà dato a scrutinio segreto. Non dovrebbe, comunque, provocare sorprese. Per primo parlerà l'on. Meda, relatore di maggioranza (l'on. Boldrin ha già parlato venerdì per la minoranza) quindi 11 ministro Pacciardi e poi De Gas peri. Infine Gronchi Inviterà Pacciardi ad esprimere il suo parere sugli ordini del giorno depositati alla presidenza: sono 42, stampati in quattro fascicoli, ma si ritiene che se ne aggiungerà domani stesso un quarantatreesimo, firmato dai capi dei tre gruppi di maggioranza (Bettiol, Bennati e Amadeo), e che appunto su questo quarantatreesimo Pacciardi chiederà che la Camera voti. Il testo di quest'ordine del giorno sarà 11 più semplice immaginabile: si ridurrà ad invitare l'assemblea a passare all'esame degli articoli delle leggi. Essendo < puro e semplice >, a norma del regolamento della Camera avrà la precedenza su tutti gli altri < che sono motivati >. Sarà approvato con un certo margine di maggioranza che non ci proveremo ad indovinare, e così quasi tutti gli altri 42 verranno a decadere in quanto assorbiti nel primo o in contraddizione con esso. Altri potranno essere accolti come raccomandazioni, ma su di uno almeno si dovrà ancora votare, quello dell'on. Covelli che esprime la sfiducia in Pacctard!, dichiarando formalmente che l'attuale Mini 111 ] 11M M111E1111111111 r ! ] 1111 r 11 < 11111M M < [ 11F1111 stro della Difesa non può, < nella realizzazione dei compiti attribuiti al suo Dicastero dalla presente legge, rappresentare una garanzia per tutti i cittadini >. Il testo è noto già da qualche giorno, ma gioverà osservare che, se ad esempio 1 soclalcomunlsti votassero a favore di Covelli, ammetterebbero implicitamente che un ministro che non fosse Pacciardi potrebbe svolgere, con garanzia per tutti 1 cittadini, la politica di riarmo. Non è quindi ancora certo come si regoleranno 1 soclalcomunlsti. La terza votazione si avrà sugli emendamenti ai vari articoli, e finalmente si avrà la ultima sulla legge nel suo insieme. Tutto fa credere che sarà approvata con un discreto margine: la stessa opposizione non si fa grandi Illusioni di poter ripetere il colpo che è riuscito con il decreto Togni, ed ha infatti già intrapreso, abbastanza clamorosamente, lo sfruttamento di un diversivo. La « sesta Potenza » Ieri mattina Nenni ha parlato sull'attività del Comitato mondiale dei partigiani della pace, definendo costoro la < sesta potenza > del mondo (le altre sono le già note cinque grandi), ed è arrivato ad affermare che il Vaticano stesso ha riconosciuto formalmente che 1 partigiani della pace e la Chiesa cattolica, per quanto lungo vie diverse, perseguono lo stesso scopo. Il pubblico che lo ascoltava poteva quasi credere che 11 Papa avesse dato al partigiani della pace la sua benedizione, ed appunto per questo, per evitare confusioni possibili in un momento tanto delicato come la vigilia del voto sul crediti militari, L'Osservatore Romano ha creduto bene questa sera di pubblicare il testo di tre lettere: la prima di Federico Joliot Curie, presidente del consiglio mondiale della pace, a mons. Montini, sostituto della Segreteria di Stato vaticana; la seconda dello stesso Joliot Curie a Pio XII; la terza di mons. Montini in risposta a Joliot Curie. Su questo breve epistolarioNenni ha fondato la sua manovra. Nella sua lettera a mons. Montini, Joliot Curie lo pregava di sottoporre al Papa un appello dei partigiani della pace; Montini lo aveva accontentato e gliene aveva dato atto nella risposta. L'appello al Papa ricordava correttamente tutti gli sforzi sempre fatti da Pio XII per la pace secondo la tradizione della Chiesa cattolica e concludeva con un invito a Sua Santità ad appoggiare con i mezzi che ritenesse opportuni < le proposte di riduzioni delle forze armate, tappe sulla via del disarmo generale, e che in verità rispondono alle aspirazioni ed ai bisogni di tutti i popoli dei quali 11 congresso mondiale vuole esprìmere la voce >. Una svista dell'Osservatore In realtà un'esortazione al Papa perchè prenda questa o quella iniziativa politica non è del tutto attuale; in ogni mo-do nella sua risposta mons. Montini evitava di rilevare il fatto limitandosi a notare, non senza soddisfazione, che lo stesso Joliot Curie aveva ammesso la costante ad assidua opera del Papa a prò d»lla pace; ricordava che in altre occasioni < potenti organizzazioni > avevano cercato di travisare la realtà al punto di far passare il Papa per un fautore di guerra, e concludeva: < E' tuttavia evidente che il Vicario del Principe della pace, capo visibile della Chiesa — la cui missione è di far regnare sulla terra la giustizia e la carità — non può avere desiderio più ardente che l'avvento della pace fra gli uomini. Vogliate gradire, signore...). Così termina il testo dato stasera dall'Osservatore, e si era avuta l'impressione che lo scambio di lettere, riaffermando principi già noti e verità indiscutibili, si concludesse a tutto vantaggio del Vaticano, e che pertanto la manovra di Nenni non avesse alcuna possibilità di successo. E' tuttavia accaduto un assai grave inconveniente: è risultato infatti, a poche ore di distanza dalla pubblicazione dell' Osservatori, che il testo dato da questo giornale, non è completo: nell'originale inviato da mons. Montini a Joliot Curie, c'è un altro periodo che 11 quotidiano ha omesso. Si legge infatti nell'originale, dopo la frase sull'avvento della pace tra gli uomini: c Non c'è dunque motivo di dubitare che il Santo Padre non continui, come ha fatto finora, ad operare al servizio della pace, della vera pace, in virtù dei principi stessi che dirigono la sua azione e che hanno la loro fonte nella dottrina Insegnata da N. S. Gesù niniiiiiiniiiiiiiiiimiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiniimi Cristo, e non possa che augurarsi che questi sforzi incontrino dappertutto, sia presso 1 governi, sia presso i popoli e nelle coscienze individuali, sincera comprensione ed adesione). La chiusa della lettera diceva poi: < Vogliate gradire, signore, l'assicurazions dei miei sentimenti devotissimi >. Come si spiega questa omissione? Naturalmente da domani la stampa comunista scriverà che V'Osservatore ha tentato di nascondere proprio la sola parte della lettera cha avesse qualche importanza, e che potesse anzi far pensare ad una approvazione della Chiesa per gli sforzi che si compiono per influire sui governi, sul popoli e sulle coscienze individuali a favor* della pace. Dal canto suo l'Osservatore, secondo quanto si è potuto sapere questa sera, pubbicherà domani una breve rettifica per informare che la omissione è stata dovuta allo incidentale smarrimento avvenuto in tipografia dell'ultima parte del documento. v. g. i immmiiiiiiiiiiiiiiiiiimimi inuma

Luoghi citati: Joliot Curie, Potenza, Roma