La spietata caccia della banda alle ricchezze della Zaroudzka di Ercole Moggi

La spietata caccia della banda alle ricchezze della Zaroudzka IL PROCESSO PER L'ASSASSINIO DI VILLA DRAGO La spietata caccia della banda alle ricchezze della Zaroudzka Precise accuse di due autisti che trasportarono la contessa - Un cane feroce che non si mosse la notte del delitto • Un alibi presentato dallo Scopi (Dal nostro inviato speciale) Sanremo, 26 febbraio I quattro imputati hanno rivisto dopo tre anni i due autisti noleggiati per le due note spedizioni a Nervi e a Villalvernia Piemonte, dove la disgraziata Zaroudzka fu trasportata come un automa insieme ai suoi preziosi bagagli. La donna non era più l'esperta e balda contessa della sua gioventù. Aveva 73 anni per quanto nel suo passaporto ne risultassero 10 dì meno. Era insomma uno scampolo di vita in mano di una torma di avventurieri. II 14 gennaio '47 due signori le si presentarono a Diano Marina qualificandosi agenti della polizia internazionale, l'ufficiale inglese Dou- iaa Smith dell'«Intelligence iervice» e Scopi Amato del 12° «Bureau Security». Essa conosceva lo Scopi, sedicente ingegnere e costruttore edile, da quando era moglie dei generale russo. Evidentemente costui si era assunto a lato 'inglese per meglio riuscire nei suoi pravi intenti e spartire il bottino. I due si intrattennero nell' abitazione della contessa tutta la giornata e all'Indomani le fecero sapere che non l'avrebbero più consegnata alle autorità francesi, ma V avrebbero trasportata lontano da ogni pericolo. Le intimarono di mantenere il silenzio e intanto le ordinarono di preparare bauli e valigie, mettendovi anche dentro tutti i valori che possedeva nell'alloggio. Una visita sospetta H teste Giovanni Morchie è l'autista che trasportò il 15 gennaio Smith e Scopi a Nervi; l'automobile era stato caricato di 5 grossi bagagli. Il teste racconta che la contessa era accasciata e piangeva. — Riconoscereste i due ac compagnatori ? - Uno era un militare in glese in divisa e 1' altro un uomo dai capelli bianchi che si faceva chiamare Mimi, (questo era il nome di battaglia o di avventura dello Scopi). I due uomini licenziarono l'autista che pagarono con 20 mila lire della contessa e presero alloggio all'albergo Esperia nel viale delle Palme che fino a qualche tempo prima era stato sede del servizio segreto del comando inglese. UIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIHIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII 0 e a o . IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII Durante la cena sopraggiunsero diverse persone tra cui una giovane francese, certa Colette Demagny, che si qualificava moglie dell' ultrasessantenne Scopi, ma ne era invece l'amante, e un certo avvocato di Genova in qualità di consulente. Perchè si volle l'avvocato? Lo Scopi agiva spesso affiancato da uomini di legge. A proposito di quest'ultimo avvocato, come della Demagny e di altre persone, è da premettere che il P. G. chiese alla sezione Istruttoria di non procedere in ordine ai reati di sequestro per non avere commesso il fatto. E' d'uopo però notare che lo stesso P. G. accompagnava la sua richiesta di assoluzione con questo preciso giudizio sull'avvocato genovese: « E' indubbio che quando egli obbedì al richiamo telefonico dello Scopi il 15 gennaio non fu bene ispirato. Dopo che la Zaroudzka fu restituita a Diano e dopo il sequestro di Villalvernia, si recò ancora da lei, quindi con la stessa e con lo Smith si portò ad Alessandria per tentare di ritirare dalla banca tutti i valori che vi erano depositati a nome del defunto marito. Deploro un operato che, se non ha gli attributi di un concorso delittuoso, depone per una grave carenza di poteri critici da parte di persona che per il suo stato sociale e intellettuale doveva essere in grado di meglio regolare la propria condotta ». Un giorno lo Scopi a Nervi, approfittando evidentemente dell'assenza di Smith, fece preparare nuovamente le valige con i preziosi e ì titoli alla contessa e fece salire la malcapitata su una macchina cji piazza sulla quale avrebbe preso posto anche l'avvocato genovese con mèta Villalvernia, dove giunsero a notte alta e trovarono Milo in un rustico cascinale. Si ode quindi l'autista Domenico Traverso che successivamente portò pure a Villalvernia Smith Quartini, Belloso, Stalla, i quali non avendo più trovato la contessa all'Hotel Esperia di Nervi si erano fatti accompagnare perciò a Villalvernia dello stesso autista. L'imputato Belloso ha detto nel suo interrogatorio di udienza che era tanto innocente e legale lo scopo della ricerca della contessa che ne domandarono notizia, all'atto di partire, persino a due ca- a e a ù , o a o i a , rabinierl che pattugliavano sulla piazza di Nervi. Tale particolare il Belloso ha ripetuto oggi in udienza, ma è stato smentito dall'autista stesso. P. G. — Il Belloso nei suoi lunghi interrogatori non ha mai parlato di questi due carabinieri, comunque c'era con lui tutta la brigata, Quartini, Stalla e Cantini. E' risaputo ciò che successe in queir Isolato cascinale di campagna. Tra i protettori avvenne una vivace lite perchè gli uni rimproveravano agli altri di avere prelevato la contessa per propri scopi. Per un punto non si venne alle mani. Smith si impose, dato il suo grado e come era suo costume, su quella brigata di borghesi pseudo partigiani e pseudo poliziotti, i quali trovarono prudente tagliare la corda. La contessa all'indomani ripartiva per Diano Marina insieme a Quartini e Smith, il quale si installava a tutela e grotezione nel lussuoso apparimelo della Zaroudzska. Tracce di sangue Il teste Antonio Arduino abitava nel palazzo Drago nell'alloggio attiguo a quello del Melchiorre. La sera del 14 maggio, rincasando verso mezzanotte, scorse lungo le scale tracce di sangue. Racconta che vide una volta soltanto prima del delitto un ufficiale inglese giunto in macchina salire di sera la scala del palazzo. La contessa possedeva un cane di razza pregiata che era feroce specialmente contro gli altri cani. Il teste rientrò in casa la sera fatale per brevi momenti alle ore 21, per riuscire, e come, si è detto, rincasò poi a mezzanotte. Il teste Boscato, proprietario di un garage di Diano, uomo anziano, conosceva ia contessa la quale talvolta, data l'età, si confidava con lui e noleggiava una sua automobile. Essa gli disse un giorno che lo Scopi l'aveva depredata insieme all'inglese di circa 80 milioni. L'inglese andava e veniva in casa della contessa come un padrone. Pres. — E il cane se vedeva facce nuove abbaiava? Teste — Diventava feroce. La contessa non poteva lasciarlo mai libero perchè si avventava su chi non conosceva. Come è noto il cane la notte dell'assassinio non abbaiò. La signora Giovanna Capitolo è un'altra conoscente della defunta perchè abitava nello stesso palazzo. Essa le raccontò che lo Scopi le aveva portato via roba per molti milioni. In quanto all'inglese disse che gli aveva concesso nel suo alloggio una stanza tanto più che lei e la cameriera erano sole. Ottima la guardia dell'inglese assieme al cane che lasciò sgozzare la sua padrona senza abbaiare. La teste racconta ancora che Smith in divisa di ufficiale inglese e Scopi in quella di ufficiale francese la prima volta che salirono al palazzo Drago bussarono al suo alloggio, chiedendo se vi abitava il capitano Colli amministratore dei beni dei Melchiorre. Quando la Zaroudzka tornò da Villalvernia la vide piangere. Essa si era nascosta sotto le vesti 1 gioielli, 1 valori e il denaro e un portasigarette d'oro. Spiegò che aveva dovuto cautelarsi in quel modo in quanto le avevano portato via molti brillanti. Lo Smith aveva consigliato la contessa di cambiare la serratura della casa e la teste Capitolo si era offerta di provvedergliene una sicura, ma dovette rimandare l'incarico avendo dovuto partire per Genova. Quando ritornò a Diano la contessa era già stata assassinata. Il brigadiere del carabinieri Ferdinando Esperienza era in servizio dopo la Liberazione alla frontiera di Ventlmiglia. Depone che gli alleati passavano e ripassavano Uberamente anche insieme a borghesi, donne e bagagli in franchigia. Dopo il '46 i ser¬ vgcspsavSgdlqlmTmdiLsapPcadAcvvspsnSttqt vizi di frontiera vennero regolarizzati. Circa lo Smith che vide passare una volta soltanto può dire che era in possesso di documenti attestanti la sua appartenenza all' Intelligence Bervice. Una teste d'importanza Ivaldi Teresa di Acqui aveva per inquilini la famiglia Scopi; la mattina del 14 maggio cioè due giorni prima del delitto forse alla vigilia dell'esodo dall'Italia dello Scopi quest'uomo andò a pagarle l'affitto; lo vide partire il 16 mattina. Disse che andava a Torino. Il delitto avvenne come si è detto verso le ore 23 della notte del 14. Anche la teste Pesce vide in casa della Ivaldi lo Scopi. Le due donne notarono con sorpresa che costui bianco di antico pelo si era tìnto i capelli di un bel nero ebano. Perchè questo improvviso cambiamento? Scopi inoltre aveva scritto subito dopo il delitto al suo avvocato di Acqui perchè venisse fissato che dal 14-16 maggio si trovava dn Acqui. Scopi preparava un alibi? — No, esclama 11 suo difen sore aw. Sbisà di Milano. Dopo la scoperta del delitto si sospettò subito di Smith e di Scopi e ne parlarono i giornali E l'avvocato sventola la Stampa Sera del 26 maggio a prova del suo asserto. L'udienza è stata rimandata a mercoledì perchè risultano ammalati di influenza 10 o 12 testi importanti. E tra questi quella tale Teresa Martini amante del contumace Quartini che mise con le sue confessioni la polizia sulle tracce degli assassini. Ercole Moggi