Pressioni americane contro lo esportazioni in Russia

Pressioni americane contro lo esportazioni in Russia Difficile posizione della Svizzera Pressioni americane contro lo esportazioni in Russia (Dal nostro corrispondente) Berna, 21 febbraio. I corrispondenti da Washington della stampa svizzera, occupandosi delle pressióni che attualmente esercitano gli Stati Uniti su alcuni paesi neutrali, e fra questi la Confederazione elvetica, chiariscono alcuni punti oscuri della delicata questione. Essi riferiscono che effettivamente in questi giorni si svolgono negoziati fra le potenze occidentali e i paesi neutri europei allo scopo di convincere questi ultimi ad applicare certe misure del blocco economico contro la Russia ed i suoi satelliti, misure giudicate indispensabili per la difesa dell'Europa. In termini pratici la questione si può cosi riassumere. Nes- suno pensa che si possa impedire alla Confederazione elvetica di esportare, come paese neutro, i suoi prodotti dove essa meglio crede e secondo la convenienza. Dal canto suo la Svizzera ammette e riconosce francamente ed onestamente che essa non potrebbe nè intende riesportare nei paesi 0rientali le materie prime che ottiene dalle potenze occidentali ed in particolar modo dagli Stati Uniti. Fin qui l'accordo è perfetto. Senonchè a questo punto il problema si complica per quanto concerne i manufatti. Difatti a Washington ci si chiede se la Confederazione può esportare dei tessuti fabbricati con il cotone americano. Ci si chiede altresì se l'industria elvetica può vendere nell'Europa orientale certi apparecchi elettrici contenenti fili di rame proveniente dall'America. Indubbiamente questo ragionamento è in gran parte esatto. Ma, d'altra parte, nei circoli politici di Berna si afferma che la Svizzera essendo un paese neutrale non può completamente sospendere ogni contratto commerciale con qualsiasi paese o gruppo di paesi, giacchè altrimenti non lo sarebbe più. Ora, se non può esportare i suoi manufatti, che cosa potrebbe esportare? Non certo i prodotti agricoli che essa importa dall'Italia e da altri paesi per dare da mangiare alla popolazione. Comunque sia i corrispondenti da Washington sottolineano che le pressioni che in questo momento sono esercitate sulla Svizzera hanno un carattere piuttosto energico. E' probabile che nella prossima settimana Washington, Londra e Parigi comunicheranno al governo di Berna una lista dei prodotti che le nazioni atlantiche intendono che siano sottoposti alle regole del blocco economico contro la Russia ed 1 suoi satelliti. I giornali della sera, commentando le suddette informazioni, constatano che si tratta di una questione che si trascina da parecchio tempo e che non conviene affatto drammatizzale. Del resto, il governo svizzero è già in contatto con 1 governi occidentali, ed esso potrà farsi una idea esatta di ciò che gli si chiede e dare una risposta adeguata soltanto quando conoscerà la lista dei prodotti che non dovrebbe più esportare. Ciò non toglie che qualche giornale faccia osservare che la Gran Bretagna, specialmente in questi ultimi tempi, abbia esportato ed importato grandi quantità di materie prime dall'Unione Sovietica, j f