Le arringhe defensionali al processo della "Volante,,

Le arringhe defensionali al processo della "Volante,, Le arringhe defensionali al processo della "Volante,, Verona, 19 febbraio. L'udienza antimeridiana è stata interamente occupata dall'arringa dell'avv. Vitaliano Candiani, difensore di Natale Burato e di altri dodici imputati minori. Richiamandosi alle argomentazioni giuridiche esposte precedentemente dall'avv. Perego, egli ha sostenuto l'inesistenza dell'associazione a delinquere e la mancanza della premeditazione, riaffermando il movente politico di tutu i delitti attribuiti alla «Volante Rossa». Per il Burato, per il quale il Procuratore Generale aveva chiesto l'ergastolo, l'avv. Candiani ha domandato l'assoluzione per insufficienza di prove e, in subordine, la mancanza della premeditazione dell'omicidio del dott. Massaza. Nel pomeriggio si alternano gli avvocati Venalzi e Bertasi, il primo patrocina la causa di Dante Vecchio, contro il quale pende una minaccia di trentenni di carcere, nonché di Clerici, Zonato e Fasoli. Il difensore, sulla base di circostanze dell'alibi fornito dal Vecchio nel periodo istruttorio e in quello dibattimentale, chiede l'assoluzione dell'accusato con formula ampia o, quato meno, con quella, dubitativa; per gli altri tre patrocinati, pure l'assoluzione dalle imputazioni contestate. L'aw. Bertasi, che difende il Paggio, alias tenente Alvaro, e l'ing. Bàrtomioli, ha contestato con felici argomentazioni prima i riconoscimenti della signora Caleca e, convalidando le minorate condizioni mentali del Trincheri, ne ha confutata conseguentemente la chiamata di correo. Come si sa, il Trincheri aveva confessato, negando poi alla udienza, che il Paggio era stato il mandante dei due delitti. Per il tenente Alvaro e per il Bàrtomioli il difensore ha chiesto l'assoluzione per non avere commesso il fatto. Prima di chiudere l'udienza il Presidente ha chiesto ad Eli gio Trincheri se conoscesse tali Giuseppe Livorno e Carlo Turconi, arrestati per omicidio a scopo di rapina, di oul il 20 aprile 1946 rimase vittima, presso Varese, il commerciante Mario Pera, e che in tale delitto fosse implicato anche il Trincheri era noto per 1 raffronti da lui subiti dopo l'arresto. Ma l'imputato nega la sua partecipazione al fatto, e pure all'odierna richiesta del Presidente, dott. Benedetti, si è limitato a rispondere: « E' falso, sono due farabutti che mi accusano». Domani mattina vi sarà l'ultima arringa della difesa: parlerà l'aw. Zoboli.

Luoghi citati: Livorno, Varese, Verona