Programmi e priorità di Pasquale Jannaccone

Programmi e priorità Programmi e priorità Uno degli oggetti princi pali del disegno di legge Bulla delega al Governo dei poteri legislativi in materia economica è la « disciplina dell'attività produttiva con determinazione di ordini di priorità ». In altri termini, sarebbe riserbato al Governo di decidere auali, industrie debbano avere la preferenza e la precedenza — e quali essere a grado a grado postergate — nella distribuzione di materie prime già acquistate dallo Stato, o nell'assegnazione di valute per comperarle direttamente all'estero, o nella concessione di credito per procacciarsi le une o le altre. Il Ministro del Tesoro, in un discorso di qualche tempo fa, mise l'accento appunto su questo concetto, come fulcro della politica economica governativa, ed enunciò una scala di priorità: difesa, agricoltura, industrie idroelettriche, siderurgiche, meccaniche, chimiche, tessili ed altre, ed in fondo l'edilizia. E questa medesima scala è stata riproposta — si vera sunt exposita — nelle recenti discussioni col signor Foster, amministratore dell'E.C.A. Sarebbe superfluo indagare se una tale graduazione programmatica di bisogni e di soddisfazioni sia un'idea italiana accolta dagli americani, oppure un suggerimento americano accettato dagl'italiani. Superfluo per più ragioni, ma sopra tutte per una; ed è che quella scala di priorità è, nella realtà, una cosa inconsistente. Non si possono stabilire, in ciò che si deve praticamente fare, scale di priorità per categorie astratte, ma soltanto per operazioni concrete. H che non può certo sfuggire alla mente innegabilmente chiara, equilibrata e realizzatrice del Ministro del Tesoro, se non sia sviata da dottrinarie esigenze di partito. Non ha senso, ad esempio, dire che l'agricoltura debba avere la preferenza e la precedenza sulla industria idro elettrica, questa sulla meccanica, questa sulla chimica — perchè un'opera concreta di bonifica, di canalizzazione, di apertura di strade, di miglioria delle colture, di costruzione ed attrezzatura di case coloniche, ha proprio bisogno di fattori forniti da quelle altre industrie; e se essi non esistono o non possono esser ottenuti nella misura sufficiente e nel tempo voluto, sono quelle altre industrie che debbono essere approvvigionate e stimolate in precedenza o lasciate libere di soddisfare, nel miglior modo e nel minor tempo possibile, alla nuova domanda di loro prodotti, senza dei quali l'opera di miglioramento fondiario ed agrario non potrebbe essere realmente compiuta. Non ha, perfino, consistenza nemmeno la « priorità» della difesa su ogni altra specie d'investimento pubblico o privato. Poiché non si soddisfano le esigenze della difesa scrivendole a capopagina d'un discorso o magari stanziando sotto quel nome alcune cifre nei bilanci ; ma producendo materialmente, oltre alle armi, macchine, strumenti, preparati chimici, edifici, strade; cioè investendo capitali e distribuendo commesse proprio in molte di quelle disparate attività produttive che, nella scala per categorie astratte, occupano gli ultimi gradini. Concludendo e generalizzando si può, anzi, dire che quanto più intenso è il bisogno di conseguire certi fini supremi — difesa o progresso agricolo od altro — tanto più è urgente predisporre i fattori remoti che al loro conseguimento sono necessari. Nel campo politico, queste considerazioni rendono più che mai evidente essere opportuno che la domanda di delega legislativa non sia fatta con la indicazione di una generica serqua di oggetti astratti e di vaghi criteri direttivi. Deve essere fatta — come dissi altra volta — con più domande distinte per operazioni concrete, le quali, appunto perchè concrete, riguarderanno nello stesso tempo parecchi rami di attività produttive. Se si prescinde da questa necessaria simultaneità per seguire una teorica scala di priorità, non si fa nulla o si fa male e con danno dell'interesse generale. Il pianificare — se si vuol usare questa parola — per essere efficiente ed utile, non deve consister tanto nello stabilire un ordine nel tempo, che il tempo stesso quasi sempre sconvolge, quanto nell'apprestare e proporzionare tutti gli elementi necessari al compimento attuale di ogni data operazione economica. E ciò è indispensabile anche per una politica di massima occupa zione; perchè il postergare certe attività produttive per dare la precedenza ad altre, mentre accresce la disoccupazione nelle prime, provoca nello stesso tempo dei vuoti nelle preferite che, venendo a mancare di certi fattori, non possono spingere più innanzi la loro produzione. Col presente disegno di legge di delega legislativa avverrebbe insomma questo: che i deleganti crederebbero di aver concesso al Governo di agire in una certa direzione, mentre i delegati sarebbero spesso costretti dalla realtà a muoversi in senso opposto. Conviene intendersi prima. Pasquale Jannaccone

Persone citate: Foster