Identificato l'assassino del gioielliere Bottacchi

Identificato l'assassino del gioielliere Bottacchi Identificato l'assassino del gioielliere Bottacchi E* il figlio di un orefice già ricercato per rapine e truffe Napoli. 9 febbraio. A conclusione delle indagini svolte dalla Squadra Mobile della nostra Questura, in collaborazione con quella di Taranto, la polizia ha identificato l'assassino del gioielliere Alfredo Bottacchi, ucciso a scopo di rapina il 29 gennaio u. s. in una stanzetta di via Minniti, a Taranto. Alla identificazione si è pervenuti attraverso laboriose indagini, nel corso delle quali la polizia stabiliva che, nel giorni precedenti l'orrendo crimine, erano stati visitati a Napoli alcuni gioiellieri da un orefice di Andria le cui caratteristiche somatiche rispondevano a quelle del sedicente Burrai, preeunto omicida del Bottacchi. La polizia stabiliva, cosi, che nell'identificazione dell'orefice di Andria doveva ricercarsi l'autore del delitto. E, infatti, accertava la sua identità nel cinquantenne Giovanni De Meo, ai Vincenzo, da Andria. Si è appreso, inoltre, che costui s'era allontanato dal suo paese natale, alcuni mesi or sono, per effettuare viaggi nelle diverse piazze del meridione dove, essendo già conosciuto, gli era più facile contrattare acquisti e vendite di preziosi. Dalla Questura di Bari si è saputo, inoltre, che contro il De Meo, figlio di uno stimato gioielliere, era stato spiccato mandato di cattura ben sedici anni fa per rapina, truffe e appropriazioni indebite. Per la conferma dell'identificazione la Questura di Napoli spediva, giorni or sono, a quella di Taranto fotografie del De Meo affinchè fosse mostrata alle persone che in via Minniti avvicinarono il sedicente Antonio Burrai. Quattro persone, tra cui il padrone di casa, tale Bruno Carmelo, hanno riconosciuto nella fotografia stessa l'assassino che, per consumare il nefando crimine, aveva assunto il nome di Antonio Burrai. A raffrontare definitivamente i connotati del sedicente Burrai con quelli del De Meo è valso, infine, anche il fatto che tutti quelli che avvicinarono l'inquilino di via Minniti notarono come egli avesse un tic nervoso, per cui contraeva spesso l'angolo destro della bocca. Particolare questo che toglie ogni dubbio «un'identificazione dell'omicida poiché il De Meo soffre d'una taqcrcrdspdenEtpri dcddsnprIdssggncFIaccCpcs tale anomalia facciale. Comunque, la polizia mantiene ancora sulle indagini un rigoroso riserbo, essendo l'assassino ancora latitante e dovendo ancora procedere all'identificazione dei suoi complici.

Luoghi citati: Andria, Bari, Napoli, Taranto