Condanne di 12 e 9 anni chieste dal Procuratore generale

Condanne di 12 e 9 anni chieste dal Procuratore generale II massacro di Pianosa Condanne di 12 e 9 anni chieste dal Procuratore generale e i a Lucca, 9 febbraio. La requisitoria del P. G., dott. Giuseppe Letizi, ha occupato quasi completamente le due udienze di oggi. Prima del rappresentante dell'accusa sono stati uditi gli ultimi due testimoni. Il capitano Giulio Giusti, attualmente comandante la Compagnia dei carabinieri di Pisa ed in quel tempo comandante la Tenenza di Piombino, si recò a Pianosa non appena ricevette il primo rapporto del maresciallo Petrucci. Il direttore del penitenziario, Mazzeo, gli mostrò armi da punta e da taglio che erano state nascoste dagli ergastolani nelle camerate e nei cortili per servirsene al momento della rivolta. Un altro recluso, Giuseppe Rehaud, di Cuneo, ha raccontato che, trovandosi nell'infermeria del sanatorio, venne prelevato e fu picchiato dagli agenti Consalvi e Di Niccolò che gli ruppero quattro costole ed il braccio sinistro in modo cosi grave che, scontata la pena, non potè lasciare l'Infermeria del penitenziario. Il Procuratore Generale ha quindi iniziato la sua requisitoria, affermando anzitutto che gli episodi avvenuti a Pianosa il 17 e il 18 settembre sono indegni di una nazione civile, perchè anche gli ergastolani non devono mai essere trattati in maniera cosi crudele e feroce. Esaminando dettagliatamente tutti 1 motivi portati in processo per giustificare la repressione, il magistrato non ne ha riscontrato uno valido, poiché tutto si basa su voci. In tutti i penitenziari d'Italia, dopo il 25 luglio, e specialmente dopo l'8 settembre, i detenuti anelavano alla libertà. Queslo stato di eccitazione era particolarmente vivo a Pianosa, dove però occorre riconoscere che i detenuti non fecero alcun gesto di violenza per procurarsi la libertà. Che necessità c'era quindi, si è chiesto il magistrato, di ucciderli e di massacrarli? Se mai sarebbero stati sufficienti pochi pr< vedimenti di disciplina: rinchiuderli nelle celle ed aumentare la sorveglianza per reprimere quello che si affermava esistere, vale a dire il girine della violenza. Il P. G. nell'udienza pomeridiana proseguiva nell'esame analitico delle posizioni dei singoli imputati in ordine al loro concorso nei due capi di accusa: omicidio preterintenzionale di cinque reclusi e lesioni gravi nei confronti di numerosi altri, con le aggravanti dell'abuso del poteri, della crudeltà, del numero delle persone e dell'impossibilità di difendersi da parte dei colpiti. Questa responsabilità il P. G. rnpcDFSGCNzni ha riscontrato in sedici impu-tatl. E ha richiesto per il ma- rescieJlo Giovanni Petrucci anni 12, per l'agronomo Giuseppe Damiani e per gli agenti ai custodia Nello Bacci, Michele Di Niccolò, Vittorio Maliardo, Francesco Panieri, Giuseppe Sagone, Francesco Antonino, Giuseppe Marcinnò, Leonildo Consalvi, Giuseppe Covotto e Nicola Pascussf anni 10; per gli agenti Federico Henrichens, Alfonso Lupo, Giuseppe Gallo e Adolfo Macri anni 9 di reclusione, avendo questi ultimi partecipato ai soli fatti del sanatorio e non, come gli altri, a quelli del penitenziario. Ha chiesto l'assoluzione per insufficienza di prove degli agenti Pasquale Gisondi, Filippo Sbrolli, Romolo Flore, Giovanni Gambula, Carmine Picariello, Saverio Della Bruni e Tommaso Amarena, e con la formula ampia per non avere commesso il fatto dell'agente Francesco Marchesini. A domani, quindi, le prime arringhe di difesa. Per tutti ha chiesto l'applicazione dei condoni e degli indulti di legge. •iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

Luoghi citati: Cuneo, Italia, Lucca, Piombino, Pisa