Le proposte di Pechino esaminate a Washington

Le proposte di Pechino esaminate a Washington Le proposte di Pechino esaminate a Washington (Dal nostro corrispondente) Washington, 23 gennaio. H corrispondente diplomatico del New York Times che generalmente interpreta i sentimenti dei circoli più influenti del Dipartimento di Stato scrive oggi che « gli esperti del Dipartimento hanno nettamente chiarito che l'offerta di Pechino è assolutamente Inaccettabile nella sua forma attuale. Essi hanno aggiunto che l'offerta sollevava più problemi di quelli ai quali rispondeva e che non poteva considerarsi come una accettazione della proposta di tregua delle N. U. >. La mire cinesi Tuttavia, aggiunge il corrispondente, 'ai difuori dei circoli governativi « alcuni, osservatori mostrano la tendenza a voler considerare con maggiore attenzione la comunicazione di su Benegal Kau. Anche se Pechino mila evidentemente a dividere la coalizione non comunista, bisogna fare uno siorzo per chiarire i nuovi piooiemi che sono stati sollevati >. Il rinvio di 48 ore della discussione ali UMO in seguito ake nuove proposte cinesi e nonostante la tenace opposizione degli Stati Uniti ad ogni azione ritardatnce ha ancora rafforzato la posizione dei p»esi che si oppongono fortemente alle soluzioni affrettate e desiderano esplorare ogni possibilità di accordo. Viene osservato negli ambienti dell UNO che • mentre da principio si poteva ritenere che fosse soprattutto il blocco arabo-asiatico a patrocinare una politica di attesa e di calma, il voto di ieri ha dimostrato chiaramente che gli Stati Unici possono contare soltanto sulle delegazioni latino-americane e neppure tutte), sull'appoggio delle Filippine e della Thailandia fra gli asiatici e su quella di alcuni paesi europei (Turchia e Grecia) di secondaria importanza. Alla divergenza di opinioni venuta in tal modo a verificarsi tra gli Stati Uniti ed i suoi princioal: alleati europei la stampa di stamane dedica ampio spazio. Il giornale notoriamente isolazionista Daily News intitola il suo articolo « Francia e Gran Bretagna abbandonano gli Stati Uniti all'U.N.O. sulla questione dei comunisti cinesi >; ed è certamente questa l'interpretazione degli avvenimenti diffusa in fran parte dell'opinione publica e del Congresso. Gli osservatori diplomatici all'U, N. O. ritengono, d'altra parte Snnptdrrczgrlcsodprrqaqp■IMI IIIIIMIlllllllllllMlllllllllIMllllllllllllMll Malgrado l'offerta sia ritenuta inaccettabile è studiata con attenzione Irritazione al Congresso ed al Senato per l'atteggiamento degli europei che precisamente per evitare le critiche del Congresso il Di partimento di Stato avesse ìm- Sartito ieri al delegato all'U. '. O., Austin, precise istruzioni di tener duro sulle posizioni precedenti, dopo il discorso di Benegal Rau sulle nuove proposte cinesi e quello del britannico Gladwyn Jebb, secondo cui tali proposte creerebbero una situazione nuova e meritevole di attenta considerazione. Le odierne dichiarazioni di Attlee non fanno se non convalidare l'impressione che si era manifestata fino a ieri circa la diminuita probabilità di accoglimento della mozione americana per dichiarare la Cina, Stato aggressore. Si prevede che gli araboasiatici introdurranno domani una nuova mozione che comprenderebbe le proposte formulate dalla Cina e che proporrebbe la creazione di un comitato di sette potenze incaricato di discutere le condizioni di tregua nonché di avviare la discussione di altri problemi in Estremo Oriente. La Commissione avrebbe cosi dinanzi due mozioni invece dell'unica presentata dagli Stati Uniti, la quale verrebbe automaticamente indebolita dalla presentazione della mozione arabo-asiatica. D'altra parte si osserva che con il blocco latino-americano schierato dietro gli Stati Uniti, è pure assai cufflcile che la mozione contraria riesca ad ottenere la maggioranza dei due terzi necessaria per il passaggio all'Assemblea generale. Gravi decisioni Lo stato d'animo dell'America è chiaramente rivelato da quanto è stato deliberato oggi al Congresso ed al Senato. In quest'ultima sede è stata approvata all'unanimità la mozione che chiede l'applicazione di sanzioni da parte dell'UNO contro la Cina; sempre il Senato si è dichiarato contrario all'ammissione del regime di Mao all'UNO. Molti senatori si sono levati a parlare per attaccare l'Inghilterra e quei Paesi europei che non hanno appoggiato ieri la tesi della delegazione americana. Il deputato Nankin del Mississippi ha affermato che l'azione dell'UNO è un vero fallimento ed ha proposto che l'America si ritiri dalle Nazioni Unite. Per quando riguarda la conferenza fra i quattro Ministri degli Esteri proposta dalla Russia, il columnist Walter Lippmann scrive oggi sulla Herald Tribune che, per alleviare la tensione sul riarmo lllllIMMIMIIIIMIIIIIMMllMlllllllllllllllllllllllllU tedesco, le potenze occidentali 1 - potrebbero proporre alla Rus> sia di ridurre ad uno stesso livello le rispettive forze di occupazione in Germania e di procedere quindi ad una loro progressiva riduzione, lasciando nel contempo al nopolo germanico la possibilità di avviarsi verso la strada della unificaziona. Se una tale proposta venisse accettata, conclude Lippmann, tutto andrebbe per il meglio; e se la proposta fosse respmta le cose non potrebbero diventare peggiori di quanto lo siano. 8. t ■ 1111111111111 ( M1111111111111111111111M ( t M M11 ) 111111111

Persone citate: Attlee, Benegal, Benegal Kau, Lippmann, Mao, Walter Lippmann