La nostra economia e la congiuntura internazionale
La nostra economia e la congiuntura internazionale La nostra economia e la congiuntura internazionale Un discorso di Mr. Dayton - Sarà assicurato il regolare approvvigionamento delle materie prime necessarie - Afflusso di nuovi capitali e ripresa di alcuni settori ora depressi Roma. 10 gennaio. Le prospettive per l'economia italiana nel 1951 — ha dichiarato il capo della missione ECA signor Dayton nel discorso tenuto sotto gli auspici del Centro Studi per la riconciliazione internazionale — si presentano particolarmente felici. Un rapido sguardo al passato, ai primi 33 mesi di applicazione ERP in Italia, mostra quanto rapido e imprevisto sia stato il progresso in ogni settore della ricostruzione nazionale; progresso dovuto,' In massima parte, al lavoro del popolo italiano che ha permesso di anticipare i programmi. Il signor Dayton, allacciandosi alle più moderne concezioni di scienza economica, ritiene che i mali strutturali dell'economia italiana, che restano ancora parzialmente non risolti, come la disoccupazione, possono essere affrontati e risolti. L'Italia, infatti, a differenza degli altri Paesi occidentali ha la possibilità di una enorme espansione del mercato interno, il che significa incremento della produzione, assorbimento di maggiori aliquote di mano d'opera e, in conclusione, elevamento del tenore di vita nazionale. Questi problemi possono essere affrontati nel 1951. Naturalmente si tratta di seguire una politica che, come finora è avvenuto, sappia cogliere tutte le possibilità offerte dalla congiuntura interna ed internazionale. La congiuntura internazionale offre possibilità di sviluppo per l'economia italiana? Il signor Dayton ritiene di si. Innanzi tutto la produzione militare consentirà la ripresa di alcuni settori industriali attualmente depressi; inoltre la aumentata domanda internazionale di materie prime di produzione italiana e di prodotti finiti farà aumentare ie esportazioni in modo tale che tutti i settori produttivi italiani potranno lavorare a pieno regime. L'Italia dispone di tre fattori essenziali per la produzione: la mano d'opera, le attrezzature industriali, i mercati di sbocco. Occorrono i capitali e le materie prime necessarie per le quali il nostro Paese dipende in buona parte dalle importazioni. Il signor Dayton si è soffermato, nella sua esposizione, sulla possibilità dell'afflusso di nuovi capitali e sul regolare approvvigionamento di materie prime, che sarà assicurato dai costituendi organi di ripartizione internazionale. Il ministro Campilli. prendendo la parola dopo il signor Dayton ha fatto rilevare che il problema delle materie prime è fondamentale per l'ulteriore sviluppo dell economia italiana. Egli ha confermato la richiesta del governo perchè i bisogni dell'Italia vengano tenuti, in sede di ripartizione internazionale, nella giusta considerazione. Indubbiamente, per quanto riguarda l'Italia, la congiuntura internazionale è tale da consentire un completo sfruttamento dei bacini zolfìferi e delle miniere di piombo e di alluminio. Il 1951, Insomma non dovrebbe vedere dissocupazione e depressioni in alcuni settori. E l'ottimismo del sig. Dayton appare quindi ben fondato. Campilli ha tenuto però ad avvertire che per ottenere un pieno risultato, bisogna seguire con grande attenzione l'andamento economico, in modo da poter adottare tutti quei provvedimenti che si rendessero necessari. E, per il momento attuale c'è da realizzare il controllo sulle materie prime, come è stato già fatto negli Stati Uniti. Si tratta di una azione nazionale e internazionale, rivolta, oltre che a garantire la sicurezza della comunità atlantica, a costruire un organismo di pace e di prosperità.
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