Il convegno a Roma?
Il convegno a Roma? Il convegno a Roma? Roma, 10 gennaio. Mentre a Palazzo Madama si discute di politica estera, al Viminale si è esitanti a dare informazioni sul ventilato incontro fra De Gasperi e Pleven. Si procede così per induzioni e indiscrezioni e si vorrebbe innanzi tutto, per avere un'idea del suo significato e dei suoi fini, sapere da quale parte sia stata presa l'iniziativa. E' francese o italiana, o è frutto di una coincidenza nella valutazione di determinate opportunità? Secondo voci che riferiamo per debito di cronaca l'iniziativa apparirebbe più francese che italiana, ma al Quai d'Orsay sarebbe stata ispirata dal Nunzio Pontificio mons. Roncalli. Fra le tante polemiche ed i numerosi esami che in questi giorni sono stati compiuti dalla politica vaticana si sarebbe accertata, fra l'altro, una viva e singolare preoccupazione della Santa Sede derivante dal fatto che le due maggiori Potenze cattoliche d'Europa sono considerate dal blocco anglosassone esitanti ad assumere precisi impegni in fatto di riarmo, così come a mantenere quelli già assunti per la comune difesa dell'Occidente. A ciò si aggiungano le perplessità che si mostrano in taluni ambienti cattolici francesi ed italaini di fronte ai problemi della guerra e della pace e della possibilità o meno del cosiddetto dialogo con i comunisti; si aggiungano le varie e talvolta stravaganti interpretazioni che sono state date della politica della Santa Sede, come se in queste ultime settimane essa abbia impreso a seguire un nuovo corso: e, a conclusione di tutto, non meraviglia che in molti ambienti oggi si parli, se non proprio di ispirazione vaticana all'incontro italo-francese, per lo meno di un vivo gradimento per l'iniziativa De Gasperi e Pleven faranno dunque il punto della posizione del due Paesi di fronte ai maggiori problemi internazionali del momento. Ne uscirà rafforzata la collaborazione Italo-francese, tanto auspicata In diverse occasioni e su terreni diversi; sarà ripresa insomma la tradizione dei cordiali incontri che trova i pre- rizScedenti in quelli di Torino e di Cannes. Per questa volta da parte italiana sì desidererebbe che la conferenza avvenisse a Roma, dato che in una cittadina della Riviera francese — primitivamente supposta come sede dell'incontro — manche- rebbe la possibilità di disporre \ Kdi tutti gli elementi di stadio ^che si rivelassero necessari col japrocedere delle conversazioni, i ;Su quale binario sì terran-1 Gno? E' molto difficile fare pre- ; visioni che si avvicinino all'è- j lsattezza, perchè, almeno da | mLeparte italiana, si notano ancor ioggi diversi sintomi contraddittori. Si comincia a notare che una viva divergenza d'opipioni si è manifestata nella riunione odierna del gruppo senatoriale democristiano. H sen. Tosatti vorrebbe molta prudenza sulla questione del riarmo tedesco, mentre il sen. Cerica lo vorrebbe sollecitare. Altri motivi di incertezza: per la discussione al Senato il Governo probabilmente accetterà l'ordine del giorno democristiano, dove non si fa cenno dell'eventualità di trattative internazionali, che erano auspicate dalla mozione Giavi, già accettata dal Governo ed ora riproposta quasi testuale da Romita, che desidera avere una conferma degli impegni. F, ancora: c'è un'agenzia del Centro italiano di studi e informazioni, che qualche volta esprime i punti di vita della missione E.C.A.. che nell'odierno bollettino del suo < notiziario economico » esorta vivamente 11 Governo italiano ad una più coraggiosa politica di spese per il riarmo, cioè almeno l'impiego di 240 miliardi in tre semestri anziché in tre esercizi finanziari. Quasi come risposta a questo invito, l'agenzia Italia, ritenuta ufficiosa a volta a volta del Ministero della Difesa e di quello degli Esteri, oggi riafferma la priorità delle spese sociali su quelle militari scrivendo testualmente: < H maggior contributo che l'Italia arreca alla causa della democrazia è rappresentato dalla stabilità sociale... Il miglior regalo che si può fare alla causa democratica è di abbassare di qualche milione di voti la cifra ottenuta dai comunisti nel- mcEsCzsUanttdppltdztlnrinrfdeimbdsdbtle elezioni del 1948. Questo ri-j t
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