Il mistero della sua vita privata

Il mistero della sua vita privata HITLER COM'ERA: GIUDIZI E TESTIMONIANZE Il mistero della sua vita privata L'incontro con Eva Brami - Fu mai amato? • Abitudini semplici e mania delle costruzioni lussuose - Rimpianto di non aver figli Da una raccolta inedita di tesltmnnianze su Hitler dovute a uomini politici, generali e niellici tedeschi che lo conobbero molto da vicino — e di cui abbiamo iniziato la pubblicazione ieri — stralciamo oggi quelle relative alla sua vita privata e, in particolare, al suoi rapporti con Eva Braun. La vita privata di Hitler costituì sempre un mistero. Finché egli visse corsero su di essa le voci più fantasiose; e l'annunzio del suo matrimonio « in extremis » suscitò il generale stupore. Secondo il professore von Hasselbach, soltanto un centinaio di persone conosceva, sino a quel momento, resistenza di Eva Braun. Poi, il nome di lei diventò celebre, e segreti di alcova più o meno autentici vennero divulgati in tutte le lingue. Hasselbach, che la conobbe molto bene, ne dà 11 seguente ritratto. « Eva Braun era nata verso il 1912. Secondogenita di un maestro elementare di Monaco, andò dapprima alla scuola pubblica, poi frequentò per qualche tempo un collegio di suore. Pur non avendo conse- fuito la licenza liceale, era abastanza istruita. Compiuti gli studi, lavorò per breve tempo presso il fotografo Hoffmann, il quale la presentò verso il 1932 a Hitler, che la trovò bella e intelligente. Egli la invitò spesso a Obersalzberg, insieme a sua sorella Greti. Poi, a poco a poco, nacque tra loro un'amicizia fatta di fiducia e di simpatia reciproca. Ben presto, a questa relazione — destinata a durare senza interruzione sino. alla morte — non mancò che una sanzione ufficiale perchè essa si ch'amasse matrimonio. « Eva era di statura media. Bionda, gli occhi azzurri, ben fatta, era da tutti considerata bellissima, ma aveva un viso inespressivo. Si vestiva con buon gusto e ricercatezza. Faceva molto sport, specie in montagna, per conservare ima figura snella. Dotata di una intelligenza superiore alla media, aveva la replica facile e pronta; ma possedeva un pessimo carattere. Era arrogante, egoista, molto lunatica, e voleva sempre avere l'ultima parola. Sebbene divenisse in seguito la padrona di casa del Berghof — la proprietà di Hitler, — pretendeva da principio di godere del vantaggi di questa situazione senza averne gli inconvenienti. Essa non si dava il menomo pensiero del * confort » e del benessere degli ospiti, anche se si trovassero 11 in servizio ufficiale. Con 1 suoi continui rimbrotti ed i suoi capricci personali, rendeva insopportabile la vita degli ufficiali subalterni addetti al servizio della casa. Esercitava in maniera evidente una notevole influenza sulla scelta degli ospiti del Berghof, compilando essa stessa l'elenco degli invitati. Fu senza dubbio responsabile del basso livello intellettuale e morale e dell'assenza di umanità degli ospiti del FUhrer. « Quando Hitler non era a Berchtesgaden, Eva si ritirava in una villa a Monaco. Le sue conoscenze mondane erano limitate. Essa andava spesso a teatro e al cinema; e divideva il resto del suo tempo tra la pettinatrice e la sarta. Leggeva poco, e si occupava solo superficialmente della sua casa ». La condotta di Hitler verso la sua amante non sembra sia stata mai quella di un innamorato. « Con lei — precisa il dottor Blaschke — egli si comportava sempre come un padre con una figlia viziata o uno zio con la nipote prediletta. Nessuna tenerezza speciale ci lasciava supporre che tra loro due ci fosse qualcosa di più che rapporti di normale amicizia. Altrettanto si può dire di Eva Braun: nulla, nella sua condotta, lasciava presumere che amasse Hitler; eppure, una donna può tener nascosto tutto, tranne il suo amore per un uomo ». D'altronde, precisa a sua volta il professor von Hasselbach, essa non lo accompagnava mai nei suol viaggi; ed egli non la mostrava mai In pubblico, accontentandosi di fissarle dei convegni a Monaco. « Non si andava mal a tavola prima dell'arrivo della padrona di casa, sebbene ella giungesse qualche volta In ritardo. Quando ci si levava da mensa, Hitler le faceva il baciamano. La trattava, per ogni aspetto, come una dama, ed esigeva altrettanto rispetto da parte del suo « entourage ». In pubblico, e nei primi anni, si parlavano con il « lei »; in seguito, il «tu» diventò di uso comune tra loro dappertutto ». Il professor Hasselbach spiega 1 atteggiamento dt Hitler (che, secondo lui, si rendeva pienamente conto della mediocrità di Eva Rrann) con la sua convinzione che « un uo- mo il quale occupi un posto elevato non deve legarsi con una donna superiore ». « Quel che lo teneva legato a Eva era quasi unicamente la gioia sensuale ed estetica che egli provava davanti a lei ». Essa non esercitava nessuna influenza politica. Hitler le rimase, senza dubbio, sempre fedele. Ma non si è riusciti a precisare in maniera certa quali siano stati i suol rapporti con sua nipote, Grete Ranbaal, morta nel 1933 in circostanze misteriose. Secondo il dottor Giesing, non è impossibile che il suo preteso «suicidio» sia all'origine della conversione di Hitler al regime vegetariano, nel quale può darsi che egli abbia ravvisato un mezzo di mitigare dei desideri troppo violenti o illegittimi. Resta un problema: Hitler aveva del figli? L'Hasselbach 10 esclude In maniera formale. Secondo lui, Hitler rimpianse spesso di dover rinunciare ad avere del discendenti, ma non voleva sposare Eva Braun. D'altra parte, del figli Illegittimi avrebbero potuto sminuire il prestigio di cui godeva presso il popolo tedesco. E poi, egli riteneva che i grandi uomini non abbiano che discendenti degeneri. « Hitler era per certe cose — riferisce il dottor Giesing — pochissimo esigente. 11 suo vitto, il suo vestire, le sue abitudini personali erano semplici; amava Invece le costruzioni lussuose, come la Cancelleria del Reich a Berlino e le numerose Case del partito, e il grandioso apparato ufficiale che lo circondava. Non portava nessuna decorazione, tranne quelle della guerra del 1914-18: nemmeno la medaglia speciale istituita per i feriti del luglio '44 e che era obbligatorio portare ». Il Berghof — di cui l'ambasciatore Franqois-Poncet ha dato, nel « Libro giallo » francese del 1939, una descrizione rimasta famosa — fece buona impressione sul generale von Schwerin. « Nessun lusso, nessuna ostentazione, nè sovrabbondanza di lacchè. L'insieme, compreso l'esterno dell'edificio e l'ammobiliamento Interno, suscitava un'impressione di serietà e di distinzione ■piale mio darla una cnrnunr casa borghese. Gli attendenti | (uomini delle SS), avevano un aspetto simpatico ed erano puliti ed educati. La sola osservazione che avrei da fare era l'aspetto un po' freddo, impersonale delle cose, come se in quella casa fosse mancata la mano di una donna di buona educazione. Si aveva l'impressione di trovarsi nelle sale di un buon arredatore di gusti moderni. La nota personale o lo stile personale mancavano assolutamente ». Sempre a proposito del Berghof, il professor von Hasselbach narra che Hitler rimpiangeva di non aver potuto far costruire, per mancanza di denaro, più lunga e più al ta la « hall », di cui egli stesso aveva tracciato i proget ti. S'interessava molto al qua dri che vi si trovavano, e ne sorvegliava lui stesso la col locazione e l'eventuale spo stamento. La vita non doveva esser vi molto allegra... Hitler seguiva un orario estremamente monotono: faceva ogni giorno la stessa passeggiata portava sempre gli stessi berretti con visiera, pranzava negli stessi ristoranti. H dottor Blaschke riferisce che a tavola egli parlava senza un at timo di sosta. « Naturalmen te, i commensali ascoltavano con attenzione, soprattutto quelli che non abitavano in permanenza con lui. Ma i suol compagni abituali non lo ascoltavano che con orecchio distratto. Da principio, ciò mi fece una impressione singolare; ma poi mi accorsi che nel discorsi di Hitler ricor revano sempre gli stessi temi. Sin dall'Inizio della conversa zlone, si poteva predirne 11 successivo svolgimento. Negli ultimi anni, Hitler era divenuto più taciturno: partecl pava alle conversazioni, ma 11 suo pensiero manifestamente era altrove. Aveva da dire la sua parola sopra qualsiasi argomento, e generalmente spiegava le sue Idee a fondo ». Quanto alle conversazioni di genere allegro, esse non duravano mai a lungo. Il Blaschke narra che un giorno Ribbentrop, che era particolarmente di buon umore e raccontava alcune storielle, fu bruscamente interrotto senza alcun motivo apparente da Hitler, il quale si affrettò a mutare soggetto di conversazione, r g Copyright per l'Italia de « La Stampa »

Luoghi citati: Berchtesgaden, Berlino, Italia, Monaco