27 anni di reclusione chiesti dal P.G. per il Massai
27 anni di reclusione chiesti dal P.G. per il Massai Il processo di Firenze 27 anni di reclusione chiesti dal P.G. per il Massai Firenze, 28 dicembre. Dopo avere parlato per circa sette ore il P. G. comm. Sica ha terminato la sua requisitoria contro Massimo Massai chiedendo che la Corte voglia riconoscere ed affermare la completa responsabilità dell'accusato in ordine alle imputazioni ascrittegli: maltrattamenti continuati e veneficio in danno della moglie Dolores Macor, con la diminuente della semi-infermità mentale e la esclusione dell'aggravante della premeditazione per la riconosciuta semi-infermità. Ha chiesto perciò la condanna del Massai a 27 anni di reclusione e pene accessorie e l'assegnazione, ad avvenuta espiazione della pena, a una casa di lavoro e di cura per non meno di tre anni. Due chiari elementi di responsabilità a carico del Massai il Procuratore generale ha messo in luce trattando la generica della causa: quello costituito dal bisogno impellente che il Massai ebbe di distruggere e bruciare carte e medicine non appena avvenuta la morte della moglie, il che dimostra come egli non si sentisse l'animo tranquillo poiché chi distrugge con tanta fretta ha sempre qualcosa di inderogabile che ve lo costringe; e l'altro costituito dal fatto che il Massai andava ostentando e mostrando a tutti un certifica to medico in cui era dichiarato che sua moglie era morta di polmonite, e questo quando nessuna accusa era stata elevata contro di lui e nessuno neppure si sognava di pensare alla possibilità che egli avesse avvelenato la moglie. Il Procuratore generale ha poi affrontato la parte più consistente del processo, quella relativa alla consumazione del veneficio, e si è addentrato nell'esame della parte scientifi- ca. Il P. G. ha accolto in pie no le conclusioni cui è Kiuntoil perito settore dott. Filli e ha quindi sbarazzato il terre-no da tutte le ipotesi che ladifesa potrà fare circa le cau se e le responsabilità dell'av velenamento. Ha escluso il sui-cidio perchè Dolores Macor era attaccata alla vita in ma-niera morbosa; ha escluso si tratti di avvelenamento cau- sato dallo zinco della cassa damorto o dalla tinta dei vestiti che la defunta indossava o da altre cause chimiche. Tutto indica, ha concluso il Pubblico Ministero, che un solo responsabile vi è: Massimo Massai, il quale, tarato moralmente e fisicamente, stanco della moglie propinò alla disgraziata il veleno, e una volta avvenuto il decesso altro pensiero non ebbe che quello di sposare la donna che era più nei suoi sensi che nel suo cuore. A domani l'ini- zio delle difese.
Persone citate: Dolores Macor, Massai, Sica
Luoghi citati: Firenze
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