La lolla militare in Corea e la politica del Commonweallh

La lolla militare in Corea e la politica del Commonweallh La lolla militare in Corea e la politica del Commonweallh Canada e Australia non invierebbero altre truppe La situazione sarà discussa a Londra il 4 gennaio (Dal nostro corrispondente) Londra, 28 dicembre. In questa sosta di attività fra Natale e Capodanno, Londra sembra attendere dalla Cina e da Mosca le due mosse più importanti nel campo militare e in quello diplomatico. Alla nota inviata da Londra, da Washington e da Parigi con la controfferta di una conferenza a quattro per discutere tutti i problemi mondiali il Cremlino non ha ancora risposto. Nè, almeno per ora, vi è alcun accenno che lasci intrawedere quale pos sa. essere la reazione sovietica negli organi dì propaganda comunisti. Dalla Cina si attende — entro i primi dieci giorni di gennaio — un at tacco al di sotto del 38° parallelo. Maggior fiducia La curiosità di vedere se Pechino avrebbe deciso o no di passare questo confine è svanita il giorno stesso in cui il governo comunista cinese ha dichiarato di non voler di sciitere le condizioni di una tregua con la Commissione creata apposta dalle Nazioni Unite. La curiosità, caso mai, si è spostata ora nel cercare di capire se i cinesi intendono cacciare le forze dell'UNO dalla penisola coreana, oppia¬ nzdmdormcgfmprpsnlsCrncadpcnpcpccdlatpenv%o un conflitto che esauri. I csca le energie militari ed eco- dcddsnomiche dell'Occidente Negli ultimi dieci giorni le nazioni occidentali, per lo meno nelle analisi londinesi, hanno riacquistato molta fiducia nelle possibilità militari delle forze dell'UNO in Corea. An-ì zitutto Vunifleazione dei co-\Hmandi di terra sotto il generale Rìdgway significa che Mac Arthur ha perduto almeno in buona, parte la sua pericolosa indipendenza nella condotta delie operazioni. Il generale Ridgaway — si considera a Londra — è un bri'lantc ufficiale che viene da. Pentagono, dove ha sede lo stato maggiore americano e il ministero della guerra di Washington. Si ritiene perciò che la sua alta posizione in Corea renderà d'ora innanzi p ù facile — comunque vadano le operazioni militari — la coordinazione fra operazioni militari in . Cprea e manovre diplomatiche in qualsiasi parte del mondo queste avvengano. isVmdcnndQuesta coordinazione, fra Val , tro, diventa essenziale se sivuole continuare a garantire l'unità delle nazioni che partecipano alle operazioni. Si nota oggi, infatti, con estremo interesse, che il Canada ha deciso di ritirare dalla Corea circa trecento uomini che vi era¬ nilllllllllllMIIIIIIIIIIIIIMIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII no stati inviati per organiz-ìzare l'arrivo del contingente j di 1U mila nomini originaria- \ mente assegnati dal Ministero delia Difesa canadese perJe\operazioni dell'O.N.U. in Co rea. Di canadesi in Corea, al momento attuale ve ne sono circa duemila, ossia un battaglione. La decisione odierna fa pensare che gli altri ottomila., che si trovano in un campo di addestramento dell'America del Nord, non verranno più inviati. Una decisione analoga, sempre secondo notizie odierne, sarebbe stata presa dall'Australia. Durante le dismissioni dei primi ministri del Commonwealth, che cominceranno a Londra giovedì Jf gennaio, il problema della partecipazione del Commonwealth alle operazioni in Corea verrà discusso ampiamente. Si saprà soltanto allora se le decisioni canadese ed australiana di oggi sono l'ultima ripercussione della campagna condotta da Mac Arthur troppo vicinò ai confini della Mancijiria o se sono le prime decisioni di una nuova politica del Commonwealth riguardo l'intervento in Corea. Intorno al tavolo dei primi ministri si tratterà comunque, a quanto pare, di cercare un giusto equilibrio, accettabile all'opinione pubblica del Common- I c™°ne d» difendere t pnncipx difendere i principi delle Nazioni Unite e la decisione, altrettanto assoluta, di impedire — anche a costo di sacrifici di prestigio — qualsiasi diffusione della guerra. ì secondo i commentatori mi\Hi„ri jngi€Si /e forze delle Na- ioni Unite dovrebbero essere Difficoltà per i cinesi in grado di resistere al prossimo attacco cinese senza correre pericoty troppo grain. Viene poi espressa correntemente l'opinione che i comandanti militari dell'U.N.O. dovrebbero evitare in qualsiasi modo di essere trascinati in combattimenti troppo sanguinosi. Si parla anzi, qua e là nelle colonne dei giornali più influenti, della « possibilità di difendere una stretta testa di ponte intorno a Pusan», il porte dei rifornimenti. Si osserva anche, nelle stesse colonne, che a mano a mano che le truppe cinesi si allontanano dal confine della Manciaria, i Inro rifornimenti, non mecca- , ry.zzathdwentanononsoltan to assai più difficili dal punto dì vista dei trasporti, ma anche assai più vulnerabili agli attacchi dell'aviazione americana. In altre parole si considera a Londra che con una ritirata verso il Sud, sia pure IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII lcnta, le attuali forze disponi bili in Corea potrebbero resi stero all'impeto dei cinesi, meni re continuano le trattativc diplomatiche. Le trattative diplomatiche si stanno svolgendo segretamente in questi giorni con Pechino, il segreto non è per ora trapelato. r. a.

Persone citate: Mac Arthur