L'ex-federale di Trento dopo 7 anni riconosce l'Alvino

L'ex-federale di Trento dopo 7 anni riconosce l'Alvino Drammatico confronto al processo della Nembo L'ex-federale di Trento dopo 7 anni riconosce l'Alvino "Quelli sono i suoi occhi e questa è la sua voce„ Patetica deposizione della madre del colonnello Bechi {Soitt.ro srn:i;to particolare) Napoli, 6 dicembre. L'udienza di oRgi, anche se il in-ycesso continua (ino al giorno 22, quando è prevista la sentenza, è stata forse la più drammatica Ai questa vicenda. La folla enorme e gli ambienti giudiziari napoletani ne ricordano poche che abbinilo caudato in tutti per «ci ore tanta affannosa emozione. Ha testimoniato la madre del colonnello lieehi, contessa Albertina Luserna Korcngo di Campisi ione, che veste a lutto. Nel suo racconto spesso la voce è vinta dall'emozione, ma, lopo una pausa, essa riprende a parlare. Essa, nella sua ansia fece, attraverso alcuni ufficiali' amici del figlio, una sua inchiesta per sapere come egli venne ucciso e che cosa ne era stato della sua salma. E appena fu possibile, nel 1945, la madre si recò in. Sardegna, nei luoghi dove avvenne la tragedia. Nella speranza di recuperare il corpo del Caduto, si recò Tra i pescatori di quel porttcciuoll, uomini rudi e taciturni che stanno mesi nei mari alla pesca di spugne e coralli, e da uno di essi, Esposito, capo di una lega di quei pescatori, seppe che il corpo di suo Aglio era stato lanciato nelle onde, chiuso c cucito in due sacchi. Il paracadutista ribelle che fece quest'operazione si feri poi lui stesso involontariamente col pugnale. II racconto della contessa La signora narra dei vari ufficiali che essa e la madre della sua nuora, contessa Luisa Antonelli, videro e da cui appresero tutte le notizie. Le aiutava in questi colloqui 11 generale Simoni, padre di un ufficiale che era stato col Bechi a El Alamein, dove mori (anche il generale Simoni sarà poi trucidato alle Ardeat.ine). In un colloquio a Roma all'Hotel Continental fra la madre di Bechi e il maggiore Rizzatti (da cui essa si era recata, sempre per avere notizie), l'ufficiale le disse: c II colonnello Bechi è stato ucciso perchè 1 suol occhi si sono incontrati con eli occhi dell'assassino». Un particolare importante rivelato dalla .conte- mente un incontro con lei. Per 11 suo netto rifiuto, egli lo ebbe con la contessa Antonelll, e l'Alvino arrivò insieme a due suoi sottotenenti, ognuno munito di dichiarazioni già scritte e tendenti a scagionare l'Alvino, il che prova come fin da allora il capitano si preoccupasse del saldo che oggi sta rendendo dinanzi alla giustizia. Cessata la deposizióne, ascoltata con la più rispettosa deferenza dalla Corte, dalla camera dei testimoni è entrato direttamente nell'aula, senza guardare i trenta tre imputati, l'ex-federalc di Trento, Rodolfo Andreatti, che oggi 6 preside di una scuola media in quella provincia, a Lavico. Egli, come abbiamo già pubblicato, inviò al Tribunale una lettera che è stata integralmente riportata. In essa diceva che, essendo incaricato quale capitano dei bersaglieri del comando di un deposito a Palau, si rifiutò di consegnare sigarette e viveri al paracadutisti ribelli che, indossando uniformi tedesche, puntando i mitra, giunsero su un camion comandato da uno che, pur vestito come essi, sembrava ed era il loro capo. Quest'uomo era rasato in capo e aveva una barba incolta. Al rifiuto del capitano Andreatti, l'uomo con la barba sali su un muricciuolo e prese ad arringare i soldati del Deposito invitandoli a ribellarsi anch'essi, e ri!■ i suo discorso ripetè spesso: « lo, io che ho ucciso il colonnello Bechi». Federale, tu menti! Dopo il giuramento e l'esposizione dei fatti il Presidente ge ncrale Broccoli ha chiesto al testimone se egli fosse in condizione di riconoscere, sette anni dopo,. l'uomo di allora. Andreatti, dopo aver precisato che egli ba saputo del processo solo da una notizia su un quotidiano del Nord, aggiunge che per uno scrupolo della sua coscienza, dopo quella notizia egli non ha voluto più leggere nè vedere nulla, appunto per non essere influenzato, prevedendo che sarebbe giunto questo momento. Egli precisa che gli sarebbe difficile, poter riconoscere una persona che si fosse tagliata la barba e fatti crescere i capelli. Poi dice: «Devo però aggiungere che stamane, venendo in tribunale, ho visto di scorcio un individuo accompagnato da un carabiniere. Pur non avendolo mai visto di fronte, ho avuto l'impressione che potesse essere lui. Ma devo aggiungere che l'individuo di stamane era claudicante, mentre quello di sette anni fa non mi parve tale. (Infatti l'Andrratti ignora che l'Alvino, in un tentativo di fuga, dalla fortezza di Sant'Elmo, si ferì alle gambe). Se lo sento parlare — aggiunge 1*Andreatti — mi sembrerebbe di poterlo riconoscere. Io non ho dimenticato il timbro cupo della sua voce e ciò che di torbido lampeggiava nel suo sguardo. SI, sono passati sette anni, ma se vedo ancora un istante quegli occhi e sento ancora un momento quella voce, mi basta, lo riconoscerò ». A questo punto, mentre nell'aula giudici, avvocati, carabinieri e tutta la folla tratteneva il respiro per l'emozione, il Presidente ha ordinato al prof. Andreatti di girarsi e guardare a uno a uno gli imputati. Andreatti si è girato. 1 trentatrè sembravano impietriti, pallidissimi; l'Alvino, che oggi non ha più la barba, ha i capelli lunghissimi, veste in abiti civili ed è fortemente dimagrito, era in gruppo con gli altri. Dopo due minuti, alle 13,30 precise, con un grido Andreatti ha levato l'indice e lo ha puntato verso Corrado Alvino. « E' lui — ha detto — qjuelli sono i acvatatnepesivchnauncodoCocovainfdaMdveciadacaratoporvapacacatiebididoCemle pognco1prVedacisprniqucomecaemconomeatniMpopiabatquconsioconritReRe« Re» Re» fRe• fRÌi • »» RiD Btn«5BtnFeElIriIrmIrmlriimTo»5»5S.• » Ne»7»7Fi» Plsuoi occhi!». Allora Alvino è in- , sorto: «Federale, tu mentii». Sla|» l'altro, con un urlo, levatosi in i0lpiedi, ha soggiunto; «E questa è la sua voce ». In fondo all'aula, seduta in un angolo, la madre del colonnello Bechi non parla e si copre il viso con le mani. o, g. MaEtVibSaWFr

Luoghi citati: El Alamein, Napoli, Palau, Roma, Sardegna, Trento