Televisione in Inghilterra di Riccardo Aragno

Televisione in Inghilterra L'ULTIMA MACCHINA ARRIVATA IN CASA Televisione in Inghilterra Importanza del prezzo degli apparecchi (in media da 60 a 80 sterline): esso determina il tipo degli spettatori e quindi lei programmi ■ Quali spettacoli si possono trasmettere? - Mezz'ora di varietà costa mille sterline - Il problema di chi oaga - E' un'invenzione benefica e consolatrice: trattiene in casa i mariti, allieta le mogli rimaste sole, e così via... La televisione è uno del « fat I nuovi ... temici e sociali, che lanno fluura al [nutro tempo, l'er quel die «là appare la le levlsione è anzi destinata a ■iovvertlre molle abitudini; essa offre un nuovo tipo di spettacolo, lo spettacolo In salotto, e inette piccoli gruppi familiari a.dlretto contatto con grandiósi avvenimenti lontani, e offre la possibilità al solitario, al pigro, all'ammalato, di «vedere» il mondo tal qual è. olire lo stretto cerchio delle mura do mestlche. Si dellnea una con correnza formidabile non solo a cinematografi e teatri, ma alla stessa radiofonia, la qua le. prima o poi. dovrà Integrarsi In questa meravigliosa invenzione. La viva attualità del fenomeno televisivo, dal quale nascono Innumerevoli problemi d'ordine pratico, artistico, morale, è ormai sentitissima. Non molto tempo fa abbiamo pubblicato un'ampia corrispondenza da New York di Sergio Pugliese sulla televi IIIUIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIUIIIIIIUIIIIIIIIIMIIII sione negli Stati Uniti (la televisione americana è all'avanguardia); oggi il nostro corrispondente da Londra. Riccardo Aragno, Illustra la televisione in Inghilterra. Londra, novembre. 71 signor Balrd, lo scozzese inventore della televisione, vi guarda da centinaia di migliaia di fotografie che sono esposte in tutte le stazioni della metropolitana, a Londra. E' un signore sui quarantacinque anni, con gli occhiali, che a prima vista, potrebbe sembrare uno psichiatra. Le sue fotografie stanno li per far pubblicità alla marca di apparecchi t'elevisi riceventi che portano il suo nome. Ma quando alzate gli occhi verso di lui, egli sembra aver l'aria, più che di consigliarvi di acquistare un suo apparecchio, di chiedervi che cosa ne pensate della sua invenzione. La televisione, come dicono gli inglesi, « c'è ed è arrivata per restare >. V'è chi dice che la televisione inglese sia ottima. Molti la trovano noiosa e didascalica. Coloro che hanno avuto modo di paragonarla con quella americana ritengono questa migliore dal punto di vista tecnico e dal punto di vista artistico. Questioni di principio Per gli inglesi essa è l'ultima macchina arrivata in casa, l'ultima spesa grossa di famiglia ed è una organizzazione di interesse nazionale in fase di < dentizione ». il direttore della televisione recentemente ha dato le dimissioni c per ragioni di principio >. Sono stati fatti rapidi e sensazionali cambiamenti nei posti direttivi e ci si attende che la Commissione Beaverbrook, che sta studiando per conto del Parlamento l'intero problema della B.B.C, ne tratti ampiamente nel rapporto che verrà presentato nella prossima primavera. Intanto le vetrine delle botteghe sono piene dei nuovi modelli. Hanno lo schermo (una quindicina di centimetri per una ventina di larghezza) rosato o bruno: il che permette di assistere al¬ 1111111111 < I ] 111111111111111111111 [ 11 ■ 11 [ IM1111111111E1 i 1 la trasmissione senza spegnere le luci della stanza. I prezzi variano dalle 37 alle 350 sterline. Ma la media degli apparecchi televisivi inglesi costa tra le sessanta e le ottanta sterline. L'importanza di questo prezzo è enorme: determina il tipo degli spettatori. E gli spettatori determinano i programmi. L'effetto di questi prezzi può esser misurato da chiunque arrivi o parta dall'Inghilterra. Dal treno che viene da Dover a Londra si possono vedere le innumerevoli antenne ad « H », che sono il segno distintivo dei possessori di questi apparecchi. Se ne vedono sulle grandi case patrizie, in mezzo alla campagna (a volte fra le guglie di un castello). Se ne vedono sulle belle case suburbane dove vive la borghesia ricca. Se ne vedono sulle casette abbinate a due a due — più vicine alla città — dove vivono i piccoH impiegati e se ne vedono, in numero sorprendente, anche alla periferia, nei quartieri operai. Nelle famiglie operaie, specialmente dove vi sono parecchi che lavorano e guadagnano, padri e figli si mettono in società, per comprare l'apparecchio in contanti o a rate. Le vendite — che erano arrivate un anno e mezzo fa a poco più di centocinquantamila — hanno ora superato il mezzo milione. E' a mano a mano che la cifra degli abbonati sale il compito di co-, loro che sovraintendono ai programmi diventa più difficile. La gente vuole essere divertita e la gente deve essere educata. Un'organizzazione radiofonica e televisiva monopolistica, che non ammette alcun genere di pubblicità, almeno in Oran Bretagna, si assume automaticamente e quasi naturalmente un compito missionario di informazione e di formazione che è forse strettamente collegato con la mentalità puritana e protestante. Il difficile è l'equilibrio. Pare che le recenti dimissioni del direttore siano dovute proprio a « quistioni di principio >. I principi in gioco erano di tre ordini: pratico, ossia in dipeli¬ 1111111111 i i MI ] 1111111 111111111111111F 11111111111 denza della visione dal sonoro; artistico, 03sia equilibrio fra educazione e divertimento; e amministrativo, ossia disponibilità di fondi. Se la televisione debba o non debba essere strettamente collegata con-la radio è un problema che inglesi ed americani dibattono da tempo senza aver risolto. Al momento attuale vistone e sonoro sembrano accompagnarsi quasi sempre nella stessa organizzazione. Ma in ogni caso la televisione vive sui guadagni del sonoro. In America ciò avviene a spese dei « programmi sostenitori >, ossia i programmi non pubblicitari che le stazioni radio trasmettono per prestigio. In Gran Bretagna questo avviene puramente e semplicemente gravando sul Bilancio del sonoro. Il passivo di circa un milione di sterline dello scorso 6i!a?icio è stato colmato dagli introiti degli abbonamenti radio. Questo, però, crea uno stato di tensione e di diffidenza fra i due settori d'una stessa organizzazione. D'altra parte la televisione, per fare buoni programmi, deve spendere molto. Ci vogliono attori, comparse, musicisti e danzatori, e debbono essere vestiti, truccati, calzati e ambientati in una o più scene costruite. Il copione — che alla radio viene letto — alia televisione deve essere studiato. Ciò richiede molte prove. E poi — oJtre ai normali tecnici radio/onici — ci vogliono gli operatori, gli elettricisti, i falegnami, i pittori, i parrucchieri e così via. Un programma di varietà alla televisione costa in Gran Bretagna intorno alle mille sterline. E dura una mezz'ora. Brucia in trenta minuti il lungo lavoro dell'autore, del regista, degli attori e dei tecnici. Perfezione di servizi La soluzione, evidentemente, sarebbe di usare spettacoli già fatti. Ma anche in questo campo la televisione si trova dinanzi a difficoltà notevoli. Essa è praticamente in stato di assedio: i produttori e i distributori cinematografici di film normali e di documentari non permettono la trasmissione delie loro pellicole. Gli impresari di teatro non permettono la trasmissione delle commedie. I direttori dei teatri d'opera non ne vogliono sapere. Molti agenti teatrali impediscono agli attori di cui curano gli interessi di partecipare ai programmi televisivi. I sindacati dei musicanti sono estremamente diffidenti. Gli organizzatori sportivi hanno osteggiato finché hanno potuto le macchine da presa della televisione. E la televisione è stata quindi costretta a rivolgersi quasi esclusivamente ai grandi avvenimenti pubblici. Le Olimpiadi, la celebre regata degli < otto » di Oxford e di Cambridge, il torneo di tennis di Wimbledon sono diventati dei classici della televisione, in Gran Bretagna. E per la verità, la bellezza e la. perfezione di questi servizi hanno assicurato la ven¬ IIIMIIIMMIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII dita di decine di migliaia di E>apparecchi. Ma non bastano cepochi avvenimenti all'anno Vi ad assicurare ' il successo. I paQuel che conta sono le due i foore serali, dalle otto alle die- | rici. E queste due ore vengono so-„. j—w !recseo r• gdiPstDBPdistribuite il più prudente mente possibile. In alcuni casi il vero programma — come un atto (e poi due) della Butterfly, che George Foà ha diretto recentemente — viene accompagnato da un breve documentario di attualità (girato da operatori della B.B.C, perchè i vari giornali cinematografici non hanno concesso la teletrasmissione del loro materiale). Altre volte, nel programma femminile, sono lezioni di cucina, di cucito, dì maglia. O lezioni di ginnastica, di golf, di tennis, di danza. E' necessario, insomma, guadagnar tempo, perchè, anche più che altrove, alla televisione il tempo è danaro. L'educazione costa, di solito, molto meno del divertimento. Per il 1954 - Ma è quasi soltanto il divertimento che fa comprare gli apparecchi. E, naturalmente, la televisione non comincerà a pagarsi (con la. tenue somma di due sterline all'anno) se non quando il : numero di abbonamenti sarà salito considerevolmente. E' a questo scopo che la B.B.C. ha recentemente aperto un'altra stazione trasmittente di televisione. Per il 1954, se tutti i piani potranno essere attuati, l'80 per cento della popolazione del Regno Unito potrà ricevere le trasmissioni. E se gli apparecchi venduti arriveranno sui due milioni, la televisione potrà cominciare a vivere di danaro proprio. Per ora, nonostante molti buoni risultati già conseguiti, essa sta ancora lavorando a formarsi dei tecnici specializzati. Anche questo è un problema molto serio, inerente alla novità di questo mezzo, che si traduce in forti spese e in risultati a volte felicissimi e a volte meschini. Il pubblico è ancora in gran parte affascinato dal « miracolo della scienza » che permette di vedere, in casa propria, seduti sul divano del salotto, quel.che avviene lontano. Questo nuovo singolare apparecchio (che stona con tutti i mobili di casa) tiene in casa molti mariti, intrattiene mólte mogli rimaste sole a casa, trattiene in salotto molti giovani « che volevano sempre uscire ». A volte, dicono le inchieste, persuade mariti e figli ad aiutare la mamma a rimettere in ordine la cucina perchè anch'essa possa assistere allo spettacolo. Consola già migliaia e migliaia di persone che vivono isolate, lontane dai cinema, dai teatri e dalla città. Ma non v'è dubbio che, nonostante tutto è — come dicono gli inglesi — ancora, nella « fase della dentizione ». AI signor Baird che ci guarda chiedendoci un'opinione sulla sua creatura, dalle pareti della stazione della sotterranea, dobbiamo rispondere: « Eh, vedremo quando cresce ». Riccardo Aragno IilllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllItllll

Persone citate: Baird, George Foà, Riccardo Aragno, Sergio Pugliese