Voltaire e i Tronchin

Voltaire e i Tronchin Voltaire e i Tronchin Il nome di Voltaire, che sembrava sepolto per sempre nelle storie letterarie, riappare oggi nella polemica politica e religiosa, brilla nuovamente agli occhi di nuove generazioni intente a ripercorrere le esperienze dei loro padri: si traduce il Dizionario filosofico, i racconti deliziano e smaliziano, e i tre volumi di Lettres inèdite! mix Tronchin (Ginevra, ed. Droz, 1950) ora editi, provano che anche gli eruditi entrano in gara. 11 periodo dal 1754 a' '778 durante il quale Voltaire dimorò alle Déliccs ed a Ferney, era stato ricostruito sessantanni or sono da Lucien Perey e Gaston JVlaugras nella Vie intime di V. e il tema era stato ripreso più recentemente da Paul Chaponnièrc in Voltaire chez les calviìiistes, mentre Fernand Caussy, in Voltaire seigneur de villane aveva minuziosamente studiato i problemi amministrativi, giuridici, politici, creati e risolti dalla signoria volterriana. Le 55? lettere che Bernard Gagnebin, conservatore della Biblioteca di Ginevra, esuma dal fondo Tronchin, costituiscono nondimeno un apporto prezioso. Voltaire decise di stabilirsi presso Ginevra nel 1754, di ritorno dalla 'sfortunata avventura berlinese: fuggito dagli Stati di Federico II maltrattato e deluso, aveva cercato invano l'appoggio di Madame de Pompadour per rientrare a Parigi. La Svizzera, anche allora, significava rifugio e sicurezza, ma l'autore di Candide, che fu terminato appunto a Ferney in tre giorni di furioso lavoro e di clausura, non aveva preveduto le inevitabili frizioni con lo spirito calvinista, e con un regime di classe, forse più pericoloso. Si narra che- il bali di Losanna, edotto di certe irriverenze volterriane, dicesse : — Signor di Voltaire, si pretende che scriviate contro il buon Dio; è male, ma vi perdonerà; che blateriate contro la religione, malissimo; contro Gesù Cristo, peggio ancora, tuttavia forse egli avrà misericordia di voi. Ma guardatevi bene dallo scrivere contro le Eccellenze di Berna, perchè esse non vi perdoneranno mai! Per diventar proprietario, Voltaire dovette usar artifizi e prestinomi; per la mania di recitare e far recitare le sue tragedie e commedie, ebbe una quantità di guai; per la domesticità, se una fantesca protestante si lasciava sedurre da un cattolico, bisognava farla espatriare, e così via. Ma egli era uomo d'infinite risorse, di prodigiosa attività, di caparbia ingegnosità, e per diritto o traverso, la spuntava. Gran parte dell' epistolario alla famiglia Tronchin è difatti composto di lettere d'affari, e sono istruzioni, rendiconti, di chi ha denaro da mettere a frutto, è compra titoli di rendita, ingrandisce proprietà terriere', costruisce case, ammobilia dimore. C'è la cura delle provvigioni, dall'olio verde e saporoso, alle candéle, dal caffè e dallo zucchero, di cui faceva grandissimo uso, ai vini di cui è conoscitore e giudice, e stoffe, paramenti, bottoni, chiodi, e persino quegli arnesi di toeletta intima di cui il secolo era avaro, più volte vengono richiesti e discussi. Che amministratore! E con quale cura sta dietro ai prestiti, agli interessi, al veliero sul cui carico ha preso una partecipazione, e che la guerra di corsa minaccia o ritarda, alla puntualità dei pagamenti! E, figlio com'è di notajo, con quale meticolosità traccia contratti, convenzioni, modifica clausole! Spettacolo davvero singolare e attraente per chi non si ferma davanti ai particolari aridi o monotoni, ma ricostruisce una psicologìa, una mentalità, ama contemplare gli uomini all'opera. Che occhio di lince! E con che sapore, nitidezza di stile, tratta gli episodi più terra terra, e balza alle considerazioni più elevate! C'è per esempio, in una famiglia di domestici, un marmocchio che diventa orfano di madre, e quei poveri diavoli non sanno che farsene, e lo spediscono a Voltaire. E il grand'uomo, trova più di un paragrafo per la sorte di questo bambinello, affidato al corriere postale, e si domanda tutto preoccupato, come farà a cavarsela, e ne parla in tre lettere, e alfine registra lieto che il pupo, vispo per la sua età, nove anni e mezzo, si è fatto deporre alla tappa, si è nutrito per istrada dicendo che Voltaire avrebbe pagato, ed è arrivato so lo alle Dclices. La stessa sollecitudine per la ragazza da maritare d'urgenza, quella a cui occorre una dote, il perseguitato dalia giustizia (le battaglie per la ria bilitazione di Calas e Sirven luron condotte da Ferney): Voi taire, ed è un lato che volontieri si trascura, era umano, di quel l'umanità spicciola, pratica, corrente, che i biografi narrando le grandi campagne contro l'intolleranza, la sua attività pubblica lasciano nell'ombra. Anche certi episodi che a prima vista sembrano a lui sfavorevoli, considerati sui documenti, appaiono necessità di difesa, sono trattati senz'acredine. Nell'epistolario ai Tronchin, c'è per esempio il caso di un libraio ricattatore, che viejie a Ginevra con la copia di un manoscritto rubato della Yucelle d'Orléans, e che se la cava con qualche giorno di arresto, una ritrattazione, un'espulsione, in tempi in cui possedere o stampare un libro condannato, implicava la morte In questo gioco di smentite e di sconfessioni, indispensabile ,nr poter continuare a scrivere e a pubblicare invece di finire alla Bastiglia o peggio, Voltaire diventò maestro, e se talora i mezzi à cui dovette ricorrere, ci paiono discutibili, la colpa non era sua, ma di chi usava bruciale libri e autori per mano del boja. Certo, troviamo da un lato professioni di ossequio e di conformismo sia politico che religioso socoVfe(adctacgcpPsuesdmqodvaucqbge tetoodmndainvz«atolesgpd«ussfugdlrtdlplgdGpvncmripdgtidq".evidentemente in malafede; e poi sottomano, libelli, facezie, satire, come La guerre de Genève. E Voltaire che si comunica, si confessa, va a messa nel suo feudo (acquistando Tourney, ne era divenuto conte!) fa costruire jna chiesa col motto Deo erexit Voltaire e per aver spostato un crocifisso litiga col parroco, ha beghe terriere con i gesuiti e si contempla salire al cielo, non pensando «che alla vita eterna »! Però, se gli fanno capire che nessuno crede a queste farsesche esibizioni, vien- fuori il vecchio diavolo, che dice: « Quand un meurt à Surate, il faut tenir la queue d'une vache dans sa mani», ossia adattatevi alle superstizioni del paese in cui siete costretti a vivere. Ritornano così, nelle Lettres aux Tronchin, gli spiriti e i modi caratteristici di Voltaire, che quando scriveva al Tronchili banchiere, era sempre di suo pugno; per gli altri due, il medico e il consigliere, un segretario poteva anche bastare. Chauvin piuttosto che patriota, ma pacifista a oltranza, pronto a far combattere re « avee leurs grands diables de soldats et que le reste du monde se mit enfin à ctre raiscmnable », cioè a commerciare. Fedele alla vecchia Europa, che gli appariva una « tomba » ideale, e in cui i rumori di guerra facevano aumentare il prezzo dello zucchero. Positivista convinto: « le belle lettere non servono die ad avvelenare l'esistenza: in fatto di lettere, le migliori son quelle di cambio », ed è bene aver sempre liquido un peculio, per gl'imprevisti. Ogni tanto, non può trattenersi, e all'annuncio del terremoto di Lisbona sbotta: « Ciò dovrebbe insegnare agli uomini a non perseguitare i loro simili, poiché mentre quelques sacrés coquins ardono quelques fanatiques, la terra inghiotte gli uni e gli altri ». Cinicamente, soggiunge: quand'anche l'ultimo degli austriaci avesse ammazzato l'ultimo dei prussiani, bisogne rebbe sempre pensare à ses pctites affaires. Allorchè ha notizia della morte di ,papa Lambertini, lo rimpiange: — Se tutti i suoi predecessori fosser stati come lui, non avremmo avuto mai guerre di religione. Echeggiano nella corrispondenza le controversie succitate a Ginevra prima da D'Alembert, poi da Rousseau, e dall'arsenale volterriano partono bombe. E non soltanto spara con i grossi calibri polemici che conosciamo, ma approfitta di tutto per lancia re strali, giacchè si diverte. La incredibile vivacità del suo temperamento, gli permette d'esser dovunque, curioso, a volte pettegolo, sempre malizioso, altrettali to pronto e disposto a giostrare in politica che in materia di fede, capace di lavorare dodici o quattordici ore al giorno, col tac¬ ccisnsplntssfdltSvds—aMgdnvdUrmggatFpTi(111191 y 1111 ! I ì 111 ! 111 ! 11 ! 11M1111111111111111 j 11 ] i IJ1 cuino pronto la notte. Canzona chi voleva, sin d'allora, sbarcare in Inghilterra; si sollazza al pensiero dei russi che, a Berlino, hanno preso d'assalto anche le sessantenni e novantenni; conosce e pratica l'italiana compagnia della lesina, e conclude: — Sono nato con scarsa pecunia. Ho tatto vita naturai durante, un mestiere da povero diavolo, ossia lo scribacchiatore (come il mio confratello Rousseau) ed eccomi con due castelli, due belle case, 7o.<hki livres di rendita, 200.000 in contanti, e qualche po' di titoli di Stato, che non ho cura di annoverare. Compiango il re mio padrone, le cui finanze non sono state amministrate come le mie! — Poteva aggiungere, dopo gli amori giovanili e la passione per Madame de Chàtelct, una nipote galante che — come le Lettres d'Alsace provano — fu assai-tenera anche con lo zio, e scimila volumi in biblioteca. Il bilancio di Voltaire, si chiudeva dunque con un saldo attivo. Una fiammata di vanità e di gloria parigina consumò, in pochi mesi del 1778, Je riserve di energia accumulate dal mirabile vegliardo, il quale, conscio della fine imminente, scriveva: — Non avrei mai dovuto lasciare la quiete di Ferney! — La quiete di Ferney! Ma chi ci crede più, dopo queste cinquecento lettere ai Tronchin? Arrigo Cajumi iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuuiiiiiiiiii L'attrice inglese Hazel Court Indossa un originale abito da sera per la prima di uri film a Londra 1111111111 II ! 11:11 ! ! ! 111111 ] ! 1111J MI ! 11111 ] 11L1111111 ] 111 1111111111111M1111 < 111111 ) i M111M11J ] 111M111T ! 1M ! 11