Olandesi, guerrieri per forza di Virgilio Lilli

Olandesi, guerrieri per forza ASPETTI » KLI/l \ EUROPEA Olandesi, guerrieri per forza Un paese fatto per la pace, poco incline al collettivismo, per nulla amico della Germania; e, in queste condizioni» portato a schierarsi con gli altri occidentali nell'attesa degli eventi, ad armarsi, a pensare alla guerra . , . e . o l i e o n o i i n o . a e n e o e o ò iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiifiiiiiifjiiiiiiii(Dal nostro inviato speciale) Groninga, novembre. L'olandese dei nostri giorni ha un umore amaro. Egli sembra soffrire di qualcosa che potrebbe essere definito < ti complesso del . perseguitato y. Tutto ciò che sta avvenendo al mondo nel corso di questi ultimi almi gli deve apparire come una malefica congiura contro la sua terra al fine di distruggere quanto pazientemente i suoi maggiori hanno costruito per la sua felicità e di costringerlo ad accettare situaziotii e fenomeni per i quali egli sente una profonda avversione. Credo egli nutra il sospetto, in fondo all'attimo suo, che la stessa storia abbia un fatto personale contro l'Olanda, che la storia attuale, dico, altro non sia se non un puro e semplice fenomeno antiolandese. Càsettine di bambola Ad esempio, — per cominciare, — la guerra (sia essa solo una latente minaccia o una dura realtà in atto). La guerra ripugna violentemente alla mentalità dell'olandese. Egli è un essere pacifico per costituzione, appartiene a quella contrada della neutralità che corona l'Europa, al Nord, e che ha una sua isolata provincia nella Svizzera. L'olandese è neutrale quanto e forse più dello stes¬ iiiiiiiiiiii(ii(iitiitiiiiiitiiiiiiiiiiiititiiiiiiiiinii> so svedese, quanto e forse piti, dello stesso belga. Se c'è un Paese al mondo, conformato per la pace, questo è l'Olanda. Il praticello verde smeraldo, il mulino a vento, il queto canale col branco d'oche, la casettìnu di bambola con vetri tersi, tendine e gerani, i campi di tulipani, la diga eretta faticosamente a triangolare il mare, la pigra, lemme navigazione della chiatta fluviale; la produzione della cioccolata, degli ortaggi, delle lampadine elettriche, delle biciclette e simili; una fantasia pacata che s'accende solo per stimoli visivi come quelli del colore; la vocazione quasi maniaca all'ordine, al silenzio, alla nettezza la più gelida e meticolosa; infine la densità della popolazione e degli abitati; ecco altrettanti fattori assolutamente incompatibili con il fenomeno guerra. Quell'ingegnere di Groninga il quale mt ha detto che < l'Olanda non ha il locale adatto per fare la guerra >, — così come mi avrebbe potuto dire che la sua casa non ha una sala da biliardo, — ha espresso un concetto assai esatto. Vallate solitarie e ampie, steppe, deserti, aperte campagne, disabitate catene di monti eccetera, sono < locali adatti per fare la guerra >. Afa in Olanda, nella riva, V». junizzazione dell'ai quale ogni chilometro si incontrano tre paesi — delicati, fragili e perfetti come orologi, — dove si potrebbe fare la guerra f Allo stesso modo sarebbe imbarazzante organizzare una partita di calcio in un negozio di cristallerie di Murano. Ebbene, tutti gli avvenimenti del mondo, da qualche tempo, convergono sull'Olanda — pensa l'olandese — per farne il tipico campo di battaglia d'Europa. Indonesia in fumo Scarpacce ferrate di fanterie, ruote massicce di can.noni, brutali cingoli di carri armati, tonnellate di selvaggio esplosivo paiono quasi attratti da una diabolica calamita sui campi di fiori, sui canali, sulle oche, e sugli aggregati urbani che senza soluzione di continuità si susseguono lungo le colorate strade dall'est all'ovest, dal nord al sud. Piegando il capo amaramente alla ineluttabilità degli avvenimenti, l'olandese comincia a cimutncerst che una certa guigne perseguita la1 sua mansueta patria. E si prepara psicologicamente e materialmente alla guerra, malgrado se stesso. Il paradosso è arrivato a tanto che il primo paese europeo chiamato a costituire un blocco capace dì arginare la minaccia dall'Oriente è stato, — a fianco del Belgio, nientemeno, e del Lussemburgo, — precisamente la pacifica Olanda, con il Benelux, organismo economico in funzione d'una esigenza militare. Olandesi, guerrieri pe* forza. Poiché anche il < Benelux » non può andare a genio all'olandese, conti fatti, come avvenimento • squisitamente europeo. L'Olanda è una nazione che fino a ieri ha vissuto una sua certa vita extraeuropea, pur trovandosi ad essere situata nel cuore dell'Europa. Un po' quel che avviene a un palombaro il quale, ùnmerso nell'acqua, con l'acqua non ha nulla a che vedere, vivendo e respirando dell'aria inviatagli da lungi. Immersa per così 'dire i?i Europa, l'Olanda iiveva dell'Indonesia: il suo cuore, il suo polmone, erano laggiù, in Estremo Oriente, a Giava, a Sumatra. In questo senso essa poteva considerarsi addirittura isolata dall'Europa, non precisamente europea nel significato stretto della parola. L'Afa era più vicina a Batavia che non a Bruxelles o a Parigi. - Ebbene, la < storia* ha fatto sì che l'Indonesia, per l'Olanda, andasse in fumo. Agli occhi dell'olandese le auuenture del Giappone, della Cina, della Manciuria, dell'India, della Corea eccetera altro non sono che i passaggi molteplici di un processo tendente a un solo fine: togliere l'Indonesia all'Olanda. Ed ecco che, d'un tratto, l'Olanda si trova contro ogni suo desiderio a partecipare di una vita europea della quale da tempo non ha voluto sentire parlare. Guerrieri per forza, dunque, e europei per forza. Individualismo Anche quello che oggi ha l'apparenza di dovere divenire il nuovo orientamento della regola sociale — tra il socialismo materialista della Russia e lo spirito di formicaio degli Stati Uniti d'America — sembra all'olandese far parte della congiura contro il suo paese. L'olandese non ha uno spirito incline al collettivismo. Nell'aggregato sociale costituito secondo una precisa catena di legami fra individuo e individuo, egli si •sente perfettamente a suo nglo, si, ma a patto di continuare ad essere individuo puro, con i suoi personali interessi, le sue personali esigenze, i suoi personali egoismi addirittura. Tante casette eguali, sia pure; ma una per famiglia. Tanti giardini eguali, d'accordo; ma a ciascuno il suo. Niente grattacieli, niente termitai. Egli, l'olandese, è estremamente geloso della sua privatezza, della sua solitudine oso dire. Ebbene no. Improvvisamente ecco il Kolkoz dei lussi, cui risponde, dull'Ame- veare. Tutto contro l'Olanda, tutto contro la casettina, contro il praticello ecce*era. Come potrebbe l'olandese accogliere senza amarezza tante necessità brutali che sono la netta antitesi d'ogni sua aspirazione t Un giorno egli sarà collettivista. Per forza. La imminente minaccia di una terza guerra mondiale ha posto l'Europa di fronte all'urgente problema del riarmo e dell'alleanza con i tedeschi. L'Olanda è dunque obbligata, per la sua parte, a costituire un esercito e a stringere la mano alla Germania. L'alleanza con i tedeschi è l'ultimo colpo che un destino particolarmente ingrato poteva assestare allo spirito esulcerato dell'olandese, costretto oggi a trovare la sua più diretta difesa nella nazione la quale ha costituito sempre la sua più odiosa minaccia. Difeso dagli aggressori tradizionali; per forza. E' duro per l'antigermanesimo dell'olandese. Poiché l'olandese è forse il popolo più antitedesco d'Europa, lo è perfino per motivi di affinità, che sono i meno idonei alle conciliazioni. La lingua olandese è una lingua germanica; nelle vene d'ogni olandese scorre più di una goccia di sangue tedesco; addirittura la pittura olandese, nonostante i suoi tributi all'Italia, è intrisa di una vaga aura di germanesimo. S0710 tutti elementi che nutrono generosamente le irreparabili < antipatie fra parenti ». L'ottanta per cento degli olandesi conoscono^ la lingua tedesca. Ma provatevi, in mancanza d'altro, a parlare tedesco con un olandese: non gli strapperete una sola sillaba dalle labbra. Ed ecco prospettarsi l'esigenza di un'alleanza con la Germania, ecco l'Olanda bisognosa, più che d'ogni altra collaborazione militare, di quella germanica. E' una persecuzione, sembrano dire gli atnari olan' desi: filotedeschi per forza. Un esercito coloniale Si, amareggiato è l'olandese. Egli vede salire all'orizzonte qualcosa che propone radicali mutamenti nei lineamenti caratteristici del suo Paese. Accettata l'idea della ineluttabilità della guerra, abbandonato, al pari della Norvegia e del Belgio, il dogma della neutralità, egli si è situato apertamente nello schieramento occidentale; ma sarebbe difficile stabilire quanto, con il suo appenato stato di nervi, in una guerra fra i due noti blocchi avversi egli potrà costituire un fattore attivo; se, cioè, sarà più disposto ad essere difeso che a difendersi. In pratico. l'Olanda viene costituendo un suo esercito di combattenti autentici. Ma si tratta anche in questo caso d'un fenomeno discretamente amaro per il paese, poiché sono le truppe che imiimin Illliilllillllllllililllllllllllllliiiiiii rimpatriano dalla Indonesia, sono i soldati che rifluiscono dalla colon'.a perduta, a formare le nuove unità militari. Di modo che lo stesso esercito sarà il prodotto d'un decadimento, d'una rinuncia, di un rovescio. Un esercito coloniale, europeo per forza. Si potrebbe dopo queste considerazioni affermare che l'Olanda è un paese avulso da quella tale uyiificazione di interessi, e sia pure di pene, alla quale, di giorno in giorno, volente 0 nolente, l'Europa si viene avvicinando t Non si potrebbe. L'Olanda si sente ormai presa nel circuito europeo, si sente addirittura entrata nel giro della guerra. Anch'essa si piega a quello che sembra essere un destino comune a tutte le nazioni del vecchio continente: affratellarsi per paura piuttosto che per amore. In questo senso essa è europea quanto la Francia, quanto la Germania, quanto l'Italia, l'Austria, la Norvegia, il Belgio eccetera. La Russia soinettca non ha certo tenuto conto, nei suoi calcoli preventivi, di questo elemento catalizzatore che formalmente ha carattere negativo mentre sostanzialmente agisce in senso più che positivo. Tale è la situazione dell'Olanda agli occhi dell'osservatore obbiettivo: che la sua amarezza essa la tiene per sè, ma la sua paura la condivide con l'intera Europa. Un giorno, forse, riassorbita in un mondo più vasto, aperto al grande dialogo continentale, l'Olanda si rallegrerà vivamente di avere avuto paura insieme ai suoi fratelli europei. Virgilio Lilli IIIIIIIllllIIIIIIIIIIIIItlllllllllItllIllllllllllfinillI I Roberto Rosseltlnl e Ingrld Bergman sono giunti Ieri a Parigi per intentare un processo alla società americana R.K.O., distributrice del film «Stromboli». Rossellini ha detto che il suo film è stato notevolmente tagliato, con notevole danno per l'insieme (Telefoto)

Persone citate: Batavia, Ingrld Bergman, Murano, Rossellini