Togliatti operato stanotte di un ematoma cerebrale in una clinica a Roma

Togliatti operato stanotte di un ematoma cerebrale in una clinica a Roma Togliatti operato stanotte di un ematoma cerebrale in una clinica a Roma Una conseguenza dell'incidente automobilistico di questa estate • I proff. Frugoni, Valdoni, Spallone e Cerletti hanno tenuto consulto nel pomeriggio ed hanno poche ore dopo proceduto all'intervento chirurgico, che è riuscito - Strascico polemico sul primo annuncio - L'interessamento dell'on. De Gasperi Roma, 31 ottobre. Nel tardo pomeriggio d'oggi i professori Frugoni, Valdoni e Cerletti e il dott. Mario Spallone si sono riuniti a consulto al capezzale dell'on. Palmiro Togliatti nella clinica « Salus » di via Sabrata ed hanno deciso un pronto intervento chirurgico. Il prof. Frugoni aveva visitato lungamente l'infermo già ieri mattina consigliando l'immediato ricovero in clinica. Fu avvertito U prof. Valdoni, il chirurgo che ebbe ad operare il « leader » comunista dopo l'attentato del lk luglio, valdoni si trovava all'estero, essendosi recato giorni addietro in Inghilterra ed ha fatto ritorno nel pomeriggio di oggi in aeroplano atterrando alle 16 all'aeroporto di Ciampino. Lo attendeva l'on. Secchia che lo ha accompagnato immediatamente alla clinica. La decisione dei medici Alla casa di salute Togliatti era stato trasportato ieri sera, verso le 22, in automobile, accompagnato dalla on. Jotti. Ricoverato nella camera n. 50 al secondo piano, vi aveva ricevuto poco dopo la visita di Secchia. Dopo un colloquio di una mezz'ora s'era assopito e stamattina, svegliatosi, le sue condizioni generali erano sembrate buone. Fin dall'alba era sfebbrato, di umore sereno, aveva conversato e riso con le poche persone ammesse a visitarlo prima dell'ora del consulto. La clinica diretta dal prof. Bernabeo è sotto l'alta sovrintendenza dello stesso professor Frugoni che ha partecipato all'operazione. E' in via Sabrata, presso via. Nomentana, circondata da un parco che si apre fra i moderni palazzoni del quartiere SanVAgnese. Per tutta la giornata vi si sono appostati i fotografi, respinti con fermezza dal vigilante Armandtno, il partigiano che accompagna sempre Togliatti e che in questa occasione è venuto a dare man forte al custode della clinica. Verso sera la camera si vedeva fortemente illuminata. Erano i medici a consulto che stavano decidendo l'intervento, chirurgico.. Il responso è stato unanime. Si doveva operare entro breve lasso di tempo. I medici si sono ritirati, il paziente è stato preparato. L'operazione ha avuto inizio alle 21 precise, eseguita personalmente dai proff. Valdoni e Frugoni junior. L'intervento è durato quasi tre ore e si è svolto in due fasi. Praticata all'ammalato l'anestesia locale, i due operatori hanno scoperto il cranio sul parietale sinistro e localizzato ed asportato il duplice ematòma. Si trattava infatti — com'era stato diagnosticato esattamente — di due grumi di sangue che, non riassorbiti, avevano prodotto nell'interno del cranio, dalla parte sinistra quello che % mèdici chiamano un trombo; conseguenza diretta dell'incidente d'automobile del quale Togliatti è rimasto vittima il 22 agosto scorso. Come si ricorda la vettura allora si rovesciò e nell'urto violento contro il suolo il tetto della carrozzeria ri- mase profondamente ammaccato. Per il contraccolpo il « leader » del P.C.I. battè il capo duramente, ne riportò l'incrinatura di una vertebra e fu costretto ad indossare per qualche tempo un busto correttivo. Al termine della prima fase dell'operazione — alle 22 e 50 — un assistente uscito nel corridoio ha dato un primo annuncio: « L'intervento va benissimo. Togliatti ha parlato per dire di sentirsi molto sollevato ». Un'ora dopo terminava la seconda fase operatoria per il ricongiungimento delle ossa craniche e la successiva sutura. I sanitari lasciavano la sala operatoria in un gran silenzio. Solo il prof. Cerletti, che è uno specialista delle. malattie del cranio, ha detto: « L'operazione è riuscita bene. Il paziente sta benissimo ». Al capezzale di Togliatti rimaneva il medico personale dott. Spallone, cui s'aggiungevano poco dopo anche il prof. Frugoni junior e il prof. Valdoni. Nelle camere a lato erano la guardia del corpo e, in gruppo, i dirigenti del partito comunista: Secchia, Longo, Natoli, la on. Jotti e il direttore de l'Unità. Nella stanza di fronte, attraversato il corridoio, stava un nucleo di polizia: e tutto attorno al muro della clinica stazionavano molti comunisti in attesa del bollettino dei sanitari. Esso è stato diramato a mezzanotte e mezza, è stato letto ai giornalisti e testualmente dice: « La sera del 31 ottobre si è tenuto il predisposto consulto {lei professori Cesare Frugoni, Ugo Cerletti e Pietro Valdoni col medico curante dott. Mario Spallone. Fu concordemente posta la diagnosi di ematoma sottodurale bilaterale, conseguenza lontana del trauma al cranio subito nell'incidente automobilistico del 22 agosto ultimo scorso. Conseguentemente l'on. Togliatti fu subito operato dai professori Valdoni e Pie ro Frugoni. L'intervento ha pienamente confermato la diagnosi clinica di bilateralità dell'ematoma sottodurale. La operazione è consìstita nello svuotamento delle raccolte sanguigne. L'ammalato vigile, perchè operato in anestesia locale, ha sopportato serenamente e ottimamente l'intervento operatorio avendone beneficio immediato. Proff. Cesare Frugoni, Pietro Vajdoni Ugo Cerletti, Mario Spallone » Nel campo politico L'annuncio della decisione di intervenire chirurgicamente sul « leader » del P.C.I., subito diffusosi nella capitale, ha suscitato una grande impressione. Tra i primissimi a far giungere all'on. Togliatti gli auguri è stato il Presidente del Consiglio, che si è tenuto informato costantemente dell'andamento dell'atto opera tivo. Il « Paese Sera » è uscito in edizione straordinaria, gridato per le strade con un impegno che sembrava tradire una intonazione polemica. Nell'edizione straordinaria, che annunciava l'intervento chirurgi- co, aveva termine, infatti, un « crescendo » di informazioni della stampa dì sinistra che di ora in ora, da stamane, attraverso le edizioni e le ribattute successive, ha dilatato progressivamente notizie ed echi della malattia del capo comunista. ^,-4 Questa mattila. J'Unità era stata estremamente^ assai più di quanto in altre circostanze non' lo sia stato. H Paese e l'Avanti! addirittura pubblicavano semplicemente le poche righe del comunicato ufficiale di ieri sera, confinate per di più in posizione gMdi scarsa evidenza e seguito da un generico augurio di guarigione. Per gradi, poi, trascorrendo le ore, le informazioni erano aumentate, inquadrate fra titoli e fotografie, fino a riempire quasi tutta la prima pagina. Era l'ovvia replica, che agevolmente si poteva attendere, alla campagna dei quotidiani dell'altra parte, che nelle stesse ore uscivano invadendo le piazze per sostenere la tesi della natura politica della malattia di Togliatti. I cronisti dei giornali di sinistra hanno dato minute ii: formazioni sul decorso del male, ma la polemica sul conto dell'infermo, ciò nonostante, continuava. I quotidiani non comunisti, raccolti e commentati i documenti che II Momento di oggi aveva pubblicato, dal canto toro riconoscevano che il segretario del partito comunista era « anche » ammalato e « anche » bisognoso di cure; ma, tutti concordi, dal Giornale d'Italia al Momento Sera, alla Voce Repubblicana collezionavano sintomi ed indizi che valessero a suffragare la tesi politica: secondo essa lo stato di salute di Togliatti, indiscutibilmente poco buono, come era stato ammesso fin dal principio, sarebbe stato dunque' soltanto un elemento che ha facilitato il processo di liquidazione del « leader ». Troppo all'improvviso La prova palese — stando al loro ragionamento — stava nella precipitazione con la quale era stato diramato ieri sera il comunicato della segreteria del partito: una decisione — si osservava — non priva di carattere politico per le ripercussioni che era destinata ad avere, e che difatti ha avuto. Èra davvero necessario dare l'annuncio del « riposo » e della « quiete assoluta » che il segretario del P.C.I. si doveva concedere? E si osservava che esso è venuto d'improvviso, senza che molti fra i maggiori dirigenti comunisti presenti a Roma ne venissero informati preventivamente. Terracini, per esempio, lo ha conosciuto a mezzanotte, quando un suo vecchio amico, che l'aveva letto in Paese Sera, gliel'ha telefonato. Anche l'on. Oronzo Reale, che era partito per il Brennero, .non ne sapeva nulla all'atto di salire sul treno. Tra queste note del dibattito polemico — citi puntici ridicoli hanno tolto la compostezza che sarebbe stata doverosa o almeno conveniente, considerando le condizioni di salute realmente preoccupanti della persona prima interessata — si sono avute tutta la sia sera un'informazione'^se- giornata informazioni e variazioni sul secondo dei temi appassionanti: è vero o no che Mosca è insoddisfatta dei nostri comunisti? E' vero o no che, prescindendo dalle condizioni di salute, Togliatti, in ogni modo, sarebbe stato esonerato T Chs succederà? m& è La tesi affermativa è stata sostenuta con un certo accanimento dall'agenzia « Italia », nota per essere la portavoce di autorevoli ambienti governativi. Essa ha diffuso que- condo cui « non era un mistero per nessuno della direzione del P.C.I. che Togliatti non aveva più i contatti diretti con la centrale comunista di Mosca. Sul piano politico questi contatti erano stati trasferiti al vice-segretario del P.C.I., Secchia, e sul piano militare organizzativo erano già in mano al capo effettivo del P.C.I. in Italia, Antonio Cicalini ». Questa la notizia che raccogliamo per dovere di cronaca e che va presa, naturalmente, con le debite cautele. L'agenzia si è diffusa. poi sui dati biografici del Cicalini, qualificato « uno dei più vecchi e più duri bolscevichi italiani ». Esso è stato'funzionario del partito comunista in Italia durante il fascismo e faaceto.jìestrp^ di Longo nel periodo delta^resisìénza'primà" nel Lazio e poi nell'Italia settentrionale. All'indomani delty Liberazione e nei primissimi grtorni cTie la seguirono — sempre secondo l'agenzia — fu tra coloro cui venne affidato il compito di liquidare il fascismo più pericoloso. Stabilì allora il suo quartier generale a Torino divenendo poi capo dell'ufficio quadri del partito e successivamente responsabile dell'ufficio militare. E con un insieme di altre voci, tra il misterioso e il sensazionale, l'agenzia concludeva la polemica di una giornata politica quanto mai movimen¬ tata. v. g.