La grave situazione delle industrie assolane

La grave situazione delle industrie assolane La grave situazione delle industrie assolane Ferme le macchine per l'interruzione dell'energia e dell'acqua - Quattromila dipendenti senza paga (Nostro servizio speciale) Domodossola, 13 ottobre. (l.) Lo stato di disagio e diciamo pure d'ansia che da qualche mese a questa parte permane in tutta l'Ossola a causa dei problemi che travagliano due dei più vasti complessi industriali di Villadossoia, non accenna ancora a dissiparsi. Già fin dal 17 maggio le maestranze della S.A.ÌS.A., dopo vari scioperi di protesta per alcuni licenziamenti e conseguenti infruttuose trattative, occupavano la fabbrica mentre la Direzione si ritirava. Del migliaio di occupanti solo un centinaio resiste oggi alla vita oziosa tra i macchinari fermi. La notizia circa la possibilità di ripresa del lavoro senza l'intervento della Direzione, fatta circolare da qualche attivista dentro e fuori lo stabilimento, non ha consistenza: la situazione resta immutata, nè i dirigenti intavoleranno trattative finché un solo operaio resterà nella fabbrica. Molto più grave si presenta oggi la situazione della S. I. S. M. A. Infatti mentre alla S.A.S.A. trovavano lavoro in maggior parte donne, la cui paga era un complemento alle esigenze familiari, alla S. I. S. M. A. lavorano circa 3 mila operai che quotidianamente guadagnano la vita in qualità di capi-famiglia. Il perdurare, quindi, della stasi anche per breve tempo rappresenterebbe la miseria per migliaia di persone con un riflesso sensibile su tutta l'economia della zona. Per rendersi un'idea delle cause remote che portarono all'odierna divergenza, bisogna risalire agli ultimi anni del fascismo, quando cioè, scoppiata la guerra, molti « raccomandati » per sfuggire al fronte di battaglia, trovarono comodo impiego nelle varie industrie mobilitate ai fini stessi della guerra. Il successivo sbandarsi dell' esercito italiano fece affluire nuova mano d'opera. Alla fine della guerra la Direzione dello stabilimento si trovò con una ingente mano d'opera e poca produzione, mentre per le note leggi vincolistiche aveva le mani legate circa i licenziamenti. Era necessario snellire, adeguare la mano d'opera alla produzione e a ciò si poteva pervenire mediante progressivi licenziamenti. Fu cosi che giorni fa. dovendo essere licenziati circa cento operai, nacque l'attuale divergenza. Gli aderenti alla C.G.I.L. iniziavano uno sciopero a singhiozzo, gli operai licenziati continuavano a frequentare il loro posto di lavoro mentre le Commissioni di fabbrica chiedevano la revoca del provvedimento. Nel frattempo per esigenze tecniche veniva fermato il lavoro nel reparto acciaierie. Le maestranze ivi addette, interpretando quest'ordine come una ritorsione, continuarono a re carsi in fabbrica. La Direzione, quindi, dopo aver preso tutte le precauzioni perchè in nessun reparto potesse essere svolta la normale attività, decideva di abbandonare lo stabilimento. Tale decisione veniva condivisa da tutti gli impiegati amministrativi e tecnici che da quel momento si astennero dal lavoro. La C. G. I. L. ordinava allora l'occupazione della fabbrica senza per altro poter far svolgere una proficua, normale attività. Dal canto loro l'U.I.L. e la C.I.S.L. in segno di protesta sia contro l'abbandono della Direzio¬ ndpndDscurenpnatnlctthrcncgvfu ne che contro l'occupazione izdelia fabbrica, invitavano i rpropri aderenti a non recarsi nello stabilimento. ItLa' Camera del Lavoro di Novara interveniva a questo punto e a mezzo di un suo rappresentante prospettava alle maestranze la possibilità di riprendere la lavorazione a dispetto della latitanza della Direzione. Su tale prospettiva si irrigidivano le maestranze non dando adito a trattative che avrebbero potuto risolvere il problema. La loro speranza però è oggi frustrata da un nuovo fatto: è stata interrotta l'erogazione dell'energia elettrica e dell'acqua per cui non sappiamo come gli occupanti potranno rimettere in movimento i colossali macchinari della S.I.S.M.A. La Dire- tLdiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiii zione non è aliena dal tratta re alle seguenti condizioni: 1) sgombero dello stabilimento; 2) ripresa del lavoro a trattative ultimate.

Luoghi citati: Domodossola, Novara, Ossola