La bonifica della Sila s'inizia fra subdole opposizioni

La bonifica della Sila s'inizia fra subdole opposizioni La bonifica della Sila s'inizia fra subdole opposizioni Quella "rossa,, non è la più pericolosa: irriducibile è invece "la vecchia anima retriva del Sud,, o e (Dal nostro inviato speciale) Crotone, 5 ottobre. A Crotone sotto il pergolato del ristorante dove cenano quelli dell'Ente Sila fra nembi di mosche, il discorso è caduto sul « Cristo si è fermato a Eboli »; « Se la nostra riforma è davvero una rivoluzione, osserva uno, e se Carlo Levi vede giusto, sarà destinata a fallire:». «Perchè?» chiede risentito il prof. Caglloti. « Perchè questa è la condanna di tutte le rivoluzioni contadine nel Mezzogiorno ». « Io credo di no » — ribatte Cagliotl. — E dopo una §ausa: « Riusciremo, a costo i farci turchi». « Forse turco » è un modo di dire che ha un fondamento preciso nel Sud se si conside' ancmrqtpddfavtlbsitdara che fino a due secoli fa (e *anche meno) le incursioni *'dsbarbaresche terrorizzavano il litorale cosicché pesava sui villaggi l'alternativa dell'abiura o del massacro. Caglioti preposto da Segni all'Ente Sila, può misurare a fondo l'amaro senso polemico della espressione «aggiornata». Lui che ha percorso una carriera scientifica insigne, e potremmo chiamarla luminosa, giungendo a occupare la cattedra di chimica generale più importante d'Italia, quella di Roma, un uomo come Caglioti che adesso « collabora coi cafoni » non è forse agli occhi dei ben pensanti, sulla via dell'abiura? Un giornale filofascista l'ha definito « proconsole in Calabria»; molti lo compiangono, nessuno invidia il peso della sua missione. «Un puro di cuore» Anche dall'interno gli si affacciano critiche imperniate sul fatto che «non è un tecnico ». L'altro giorno qualcuno dell'Ente si scandalizzò perchè Caglioti chiese, con tono piuttosto serio, se non fosse possibile utilizzare le acque del Neto per l'irrigazione della pianura di Cutro, un trenta chilometri più lontano: « Come se il Neto fosse il Rio delle Amazzoni », notava un frondista con acidità. « Del resto, incalzava un altro, Caglioti non ha neanche il genio dell'amministratore. Gli agronomi ingaggiati alla fine di luglio sono ancora in attesa del primo stipendio ». C'è da domandarsi se la passione anti-Caglioti non finirà col prevalere e se il professore di chimica non dovrà tornarsene alla sua cattedra. Forse sarebbe un male, forse no. Forse no, ammesso che chi fosse chiamato a sostituirlo possedesse l'onestà, l'assoluta impermeabilità « politica » di Caglioti; che si potesse dire di lui come pare abbia detto Segni di Caglioti: « Quest'uomo è un puro di cuore ». Non si debella il latifondo se non si subordina, tutto, anche la tecnica alla fede. L'esito della riforma fondiaria, lo sanno tutti, è legato iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiislgs all'esito di questa prima bonifica, e l'Ente Sila non ha che nemici. «Scoiporar? 70 mila ettari dalle proprietà baronali, irrigarli, trasformarli, quotizzarli fra contadini retrogradi, può sembrare un'impresa, seppur difficile, non disperata: chi vi si accinge dispone di mezzi moderni, di fondi larghissimi e di una autorità effettiva, giacché proviene direttamente, senza intralci burocratici, da una delega statale. Ma che potrebbero queste armi contro il sabotaggio? Due centri chiave La distribuzione delle terre interesserà fra breve due csntri-chiave del Comprensorio, due nomi che non sono nuovi alle cronache: S. Giovanni in *Ye cronache: S. Giovanni in *fiore «lui De Gasperi pianse 'durante la visita dell anno scorso, perchè, disse a chi lo e a n a à . e i o a i e o n n a o iiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiinMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinii seguiva, « Non si vede come la miseria umana possa raggiungere un culmine così desolato » ) e Melissa. Per Melissa, i tecnici dell'Ente vorrebbero che la consegna delle «quote» coincidesse più o meno con l'anniversario dei famosi eccidi alla fine del mese in corso. E a Melissa, come a S. Giovanni In Fiore i comunisti, che capeggiano 11 comune, arringano i braccianti perchè rifiutino le terre. « La proprietà danneggia il conta' dino, solo il possesso della terra in enfiteusi vi salverà! », gridano sulle piazze di Calabria 1 deputati venuti da Roma. Non conta che il. meno gravoso canone enfiteutico, come chiunque riconosce, su peri del doppio il canone fls sato dall'Ente Sila per il pieno riscatto dei fondi; quel che conta, purtroppo, è che nelle zone più diseredate del Coni prensorlo comandano i comunisti. D'altra parte l'opposizione « i-ossa » non è la più fanatica nè la più pericolosa; molti credono che non rifiuterà di arrendersi ai fatti. Irriducibile al contrario è la vecchia anima retriva del Sud. «Logica, buon senso, signori! » grida l'avvocato S., l'intellettuale dal fondo della libreria di Crotone. « Questa riforma non si farà». Grazie alla lo gica e al buon senso, l'Italia meridionale è indietro di ceri t'anni. E almeno avessero tut ti la lealtà dell'avvocato S. apertamente all'opposizione: «La nostra città è fiera di ospitare il quartier generale dell'Ente Sila», si legge nei proclami crotonesi; la Confederazione degli agricoltori intende collaborare con Caglio ti « usque ad finem »; 1 beneficati dai baroni si battono il petto. Tutto ciò fa pensare a un collaborazionismo rovescia, to. L'Ente Sila ha quindici miliardi, varie automobili, vari uffici, una < routine » am ministratlva e quel prestigio di cui nel Mezzogiorno gode ogni organismo statale, possibile dispensatore di preben¬ de. Lo si serve, lo si adula, col disegno preciso che il suo lavoro si insabbi. Crotone non è ricca che di una cosa- di botteghe di barbiere. A ogni ora del giorno, se gettate uno sguardo dalla via nell'interno di un qualsiasi « salone » vedrete spiegato dinnanzi agli occhi del cliente (solo gli occhi appaiono nel volto bianco di schiuma) uno dei giornali reazionari di Roma, quello del mattino che qui arriva al pomeriggio o quello della sera che qui arriva al mattino: «Vigorose parole del senatore Tal del Tali nei riguardi della riforma fondiaria ». Siccome la riforma, strano a dirsi, proviene dal governo democratico cristiano ed è osteggiata dai comunisti, gli ottimati crotonesi approvano che la si combatta non per questioni di principio ma per « come si vuole applicarla ». Ogni riforma è ottima e nobile, anche la più audace, purché non la si metta in pratica. Ciò dà modo di salvare la coscienza. « E' un discorso difficile, mio caro, molto difficile », mi dice il commendator G., appena emerso dalle mani del barbiere. Mi ha preso a braccetto e camminiamo verso casa sua, nella Crotone alta, la rocca delle ville baronali. «Io appoggio incondiziona- tlszsvcgpmrtstscbcimcsnfcnrCdgtt«tflflIlilllIlllllllllllllIIItltllllllIIIIIIIIillllllllItllllllI tamente l'opera di Segni e l'attività dell'Ente Sila, — soggiunge — ma ho la disgrazia di conoscere a fondo questa* terra. Terra ingrata; chi vuol domarla si spezza le reni. Slamo arrivati a casa del comm. G. Un domestico in giacca di rigatino ci apre la porta. Dalla terrazza si domina Crotone; la miseria e il rumore della città sono lontanissimi, come schiacciati dal sole. « E daltronde, sempre in tema di giustizia sociale seguita il commendatore ■ chi pensa agli affittuari dei baroni, ai gabelloti? Avevano centinaia e migliaia di ettari in affitto; la legge li ha estromessi senza pietà. Nessuno si cura del loro attrezzi, delle sementi, del bestiame, del loro avvenire. Questa è la bo nifica umana insita nella riforma ? Sono curioso di vedere come concilieranno un criml ne del genere col comune diritto al lavoro sancito dalla Costituzione ». H commendatore dimentica di aggiungere che ciascuno dei gabelloti possiede fior di ettari in proprio non minacciati dalla riforma e che queste «vittime» sono diciannove In tutta la zona. I braccianti affamati son quasi mezzo milione ed è troppo tardi, rrmal, per deludere la loro speranza Carlo Laurenzi cacivdrvgsèoCpd«eIIIIItllllIllIflIllllllllllllllllllllMIIIIIIIIIIIIlIllllIIII