Una lettera di Dayton al Presidente del Consiglio

Una lettera di Dayton al Presidente del Consiglio GLI SVILUPPI DELLA POLEMICA SULLE CRITICHE AMERICANE Una lettera di Dayton al Presidente del Consiglio "Si poteva fare di più, si può fare di più; e di più sarà fatto,,-"Non vi è alcuna divergenza essenziale tra la missione ed i Ministeri coi quali lavoriamo,, - Attacco dei repubblicani a Pella e perplessità saragatiane Roma, 5 ottobre. Stamane mister Dayton ha compiuto due passi perchè quello che viene già definito il < caso Dayton > venisse, se non considerato chiuso, almeno posto da parte. Il capo della missione E.C.A. in Italia si è recato di buon'ora al Ministero del Tesoro, in via Venti Settembre, dove si è incontrato col ministro Pella. Il colloquio è durato esattamente venti minuti. Secondo una informazione di intonazione ufficiosa si specifica che « l'incontro, Improntato a cordialità, è servito a chiarire I rapporti tra E.C.A. e Governo Italiano In relazione ad alcuni giudizi formulati dagli americani sulla .politica economica italiana >. In effetti quei giudizi cui si riferisce questa informazione eran stati espressi dallo stesso Dayton, seppure colle riserve e le smentite che sapete, il quale Dayton altro non aveva fatto che riferire i giudizi diffusi in alcuni am bienti finanziari americani. Tuttavia il colloquio, svoltosi proprio all'indomani della tem pesta, ha prodotto favorevole impressione, e stasera si tende a sdrammatizzare l'episodio e a presentarlo come chiarito. 20 minuti con Pella In venti minuti certamente Dayton e Pella non hanno po tuto esaminare a fondo 1 prò bleml degli stanziamenti, del reimpiego del fondo lire, della politica degli investimenti e, insomma, di tutti i problemi posti in questi giorni sul tappeto. Del resto Pella non aveva molto tempo a sua disposizione; alle 10,35 è partito col rapido di Parigi, dove si reca per la conferenza dell'OECE ed a salutarlo a Termini si tro vava, tra gli altri, anche il dottor Jean Minotti della missione E.C.A. in Italia. Certamente Dayton e Pella si son trovati d'accordo che ogni cosa sarà riesaminata con maggiore ponderazione e soprattutto con più tempo al ritorno del ministro da Parigi. L'altro passo compiuto da Dayton è la lettera che, in data di Ieri, il capo della missione dell'E.C.A. ha inviato al Presidente del Consiglio (e che un suo collaboratore ha recata stamane al Viminale). H documento, redatto in lingua inglese, è stato subito tradotto da uno dei segretari di De Gasperi e quindi recato al destinatario. Il Funzionarlo che ha recato al Viminale la lettera aveva inoltre fatto comunicare a De Gasperi che Dayton non si opponeva alla pubblica¬ 111MIM111M r 1111 [ M F111 r M11MIM11M M L ! I [ IT11M1 r IM : r 111 zione della lettera. Il documento è stato letto stamane al ministri, che si sono riuniti In Consiglio alle 10,30. La lettera dice testualmente: Il documento < Eccellenza, ieri riattino, ricevetti copia telescritta di un articolo pubblicato nel New York Times, sotto la data del e oìtobre, che criticava aspramente la politica del Governo italiano citando come fonte funzionari dell'E.C.A. ". < Poiché questo articolo fu pubblicato a mia insaputa, e poiché ■ implicava che la Missione si era rivolta alla pubblica stampa per ottenere l'appoggio delle sue vedute sul programma di ricostruzione italiano, mi sembra leale e opportuno che io vi informi dei fatti e vi definisca chiaramente la nostra posizione. < 8e le vedute espresse nell'articolo originale fossero le mie, sia a titolo personale che a titolo ufficiale, Vi assicuro che tali vedute sarebbero state comunicate o a Voi personalmente o ai ministri del Gabl netto con i quali noi collabo riamo. < Il secondo articolo del New York Times, portante la data del 3 ottobre, cita specificamente le risposte che io avrei date a domande poste durante una " conferenza-stampa ", alcune di queste citazioni tolte dal testo lascerebbero il lettore con una impressione completamente errata sulle vedute della Missione E.C.A. in Italia < Dalle discussioni avute von Voi personalmente e con diversi "ministri economici del Gabinetto, Voi sapete che i progressi nella prima fase del programma di ricostruzione furono talvolta lenti. Basta tuttavia guardare al punto di partenza per constatare il notevole progresso che è stato fatto nell'aocelerare le procedure su tutta la linea e nell'ottenere i risultati in limiti di tempo sempre più brevi. « Si poteva fare di più, si può fare di più e di più sarà fatto, perchè l'imponente programma della ricostruzione nel quale siamo insieme imbarcati ha dato a noi tutti maggiore esperienza e maggiore capacità-per cooperare in programmi che sono di reciproco aiuto verso fini e obbiettivi a cui in comune aspiriamo. < Io vi assicuro che non vi è alcuna divergenza essenziale tra la Missione e i Ministeri con i quali lavoriamo. Non vi è alcuna ragione per inserire qualsiasi elemento di attrito e di dubbio negli efficaci rappor ti di lavoro che attualmente vigono tra il Governo italiano [ IM r 11M11 r IM11M M M M M1MIM M1M j 11111 r 11 r IE • 1111111 e questa Missione, Riterrò certamente un privilegio il continuare a cooperare con Voi nella più ampia misura. Vi prego di accogliere l'assicurazione della mia massima considerazione — rispettosamente — f.to M. L. DAYTON - capo della Missione speciale deU'E.CA. in Italia». Naturalmente in Consiglio del Ministri si è discusso ampiamente della questione. Il comunicato ufficiale diramato dal Viminale nota che 1 componenti del Gabinetto < hanno espresso 11 loro pensiero concorde sulle direttive economico-finanziarie del Governo >, ma esprime l'augurio che la collaborazione tra il Governo Italiano e la Missione E.C.A. < sia di completa fiducia e di rapida efficacia >, e non c'è bisogno di dire che codesto è un passo piuttosto oscuro. La posizione del Governo n governo, pur volendo con siderare chiuso 11 < caso Dayton », non rinuncia alla sua posizione. < Infatti il Governo rileva stasera 11 Giornale d'Italia, che si dice ispirato Intende agire con larghezza di vedute, ma con ponderazione, perchè 11 Paese sia messo al sicuro da ogni sorpresa e possa costituire solidamente il suo avvenire >. E questo significa che, se non si deve trascurare il programma del maggiori investimenti produttivi, non si vuole però fare astrazione dalla difesa della lira. In partico lare negli ambienti governativi si rileva, e 1 ministri lo hanno confermato stamane al Viminale, che l'acquisto dell'oro e la costituzione delle riserve auree non sono fatti che ai possono compiere clandestina mente, e si aggiunge che le riserve valutarie sono l'effettiva garanzia della stabilità mone tarla e costituiscono una massa di manovra per gli eventua li acquisti all'estero In. caso di emergenza. Comunque una fase di espansione degli investimenti non poteva essere . pre ceduta, si rileva ancora, che da una fase di assestamento monetario, di sicura formazione del risparmio e di stabili?, zazione della sicurezza sociale. Nonostante le proteste di ottimismo e 1 comunicati ufficiali del Viminale, non pare che 1 partiti della coalizione governativa siano perfettamente d'accordo sulla, linea da tenere Mentre i ministri erano ancora riuniti al Viminale ed esprimevano (almeno nel comunicato ufficiale) il < loro pensiero con corde >, usciva 11 giornale dei repubblicani, che reca un violento articolo contro la politi ca di Pella, soprattutto In ri ferimento alla presa di posizione del ministro del Tesoro nel confronti degli stanziamenti militari. < DI fronte a questa situazlo ne — scrive in tono irato 11 giornale di Pacciardl — non soltanto camminiamo con len tezza, ma abbiamo un ministro del Tesoro il quale scrive che la politica militare è un problema secondario! Ma dovrà sempre andare avanti cosi? >. Il discorso dei repubblicani è troppo chiaro perchè si debbano aggiungere soverchie paro le: Pacciardi insieme con Sforza, si propone evidentemente di chiedere maggiori stanzia menti per la difesa, e Pella risponde, prima ancora che della cosa si discuta ufficialmente, con un bel < no > tondo tondo (Qualcuno parla stasera di un incontro fra Pacciardi e Dayton che sarebbe avvenuto nei giorni scorsi; la notizia non è, però, confermata e' ve la diamo per debito di cronaca). Le apprensioni del repubblicani non sono condivise dai socialdemocratici, che però per loro conto non sono molto soddisfatti della piega che hanno preso gli avvenimenti. GII esponenti del PSLI, il cui esecutivo è stato oggi lungamente riunito, temono che in sostanza 111111 ! 111:1111111111L11 [ 111111111 i 11l 11 ) 11111 ! 1111 ! 1111 la politica produttivistica possa identificarsi in determinati circoli con una politica di indiscriminato riarmo: e questo non è certamente nei loro piani. vice