Lunghi colloqui al Viminale tra De Gasperi, Dunne il capo dell'Eca

Lunghi colloqui al Viminale tra De Gasperi, Dunne il capo dell'Eca La polemica italo-americana sul problema degli investimenti Lunghi colloqui al Viminale tra De Gasperi, Dunne il capo dell'Eca Secondo Mr. Dayton i fondi Marshall devono essere usati per una maggiore attività produttiva - Chiarimenti e smentite all'indiscrezione del "New York Times,,- Fella: "Non sarò disposto ad avallare una diversa politica di spese,, - La questione al Consiglio dei Ministri Roma; 4 ottobre. I Mr. Leon M. Dayton qualche | minuto prima delle dieci è stato introdotto nello studio dell'Ambasciatore Dunn ti. Palazzo Margherita. Dunn l'aveva mandato a chiamare; poco prima l'Ambasciatore americano aveva avuto una comunicazione telefonica che lo convocava per le 11 al Viminale da De Gasperi e voleva evidentemente documentarsi. I rilievi americani Dayton è un uomo sul quarant'anni, veste alla maniera americana con l'eleganza degli operai di laggiù. Dayton non dimentica di essere stato anche lu.i un operaio e quando può lo ricorda volentieri. A vent'anni infatti VGstiva la tuta di operaio. Allorchè scoppiò la guerra fu posto a capo di una grande compagnia commerciale che aveva una fitta rete in tutti gli Stati Uniti. Per sua natura e disposizione è insomma un uomo poco amante della burocrazia: e perciò ha ripetuto senza tanti peli sulla lingua all'ambasciatore quello che già ieri sera disse al giornalisti stranieri. In sostanzi Mr. Dayton aveva fatto alcune dichiarazioni al corrispondente romano del New York Times, nelle quali si criticava aspramente la politica economica e finanziarla del governo, il quale « non spende abbastanza danaro In ordine al programma di ricostruzione nazionale >. La politica finanziaria italiana viene considerata troppo conservativa, sebbene lo stesso Dayton abbia aggiunto di < non ritene Ire che il governo De Gasperi abbia avuto finora molta scel ' ta nell'intenslficare il program- iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii ma i e i i i n o o o di spese ». Infine Dayton ha fatto osservare che, nel seno dello stesso governo, si verificherebbero delle divergenze di vedute: una parte, cioè, sarebbe propensa a spendere notevoli somme per gli investimenti; un'altra, Invece, eccederebbe in prudenza nel contenere queste spese. « Eppure — ha aggiunto Dayton — TECA dispone attualmente di 200 milioni di dollari da devolvere all'Italia per aiutarla nella sua politica finanziaria a mantenere la testa fuor dell'acqua >. Queste cose non erano del resto ignote all'ambasciatore Dunn, talché stasera un'agenzia ufficiosa poteva affermare che gli apprezzamehti di Dayton non hanno fatto che ripetere c i ben noti apprezzamenti che taluni circoli dirigenti della politica di Washington hanno più volte manifestato in ordine ai criteri adottati in Italia per. l'erogazione e l'utilizzazione del fondo-lire ». Questi circoli — secondo quanto si fa rilevare stasera — ritengono che effettivamente la politica di reimpiego del fondo lire sia stanca e inadeguata alle reali necessità del Paese. Si precisa anche che al 30 giugno 1950 11 fondo-lire, che avrebbe dovuto essere di 301 miliardi, raggiungeva Invece soltanto I 255 miliardi. Ma anche su questi miliardi, che avrebbero dovuto essere destinati al pieno impiego, . si erano stanziati, sempre al 30 giugno, soltanto 93 miliardi. Insomma, in altre parole, il governo italiano ha incassato attraverso il fondo lire 225 miliardi e ne ha spesi 93. < E gli altri? > domanda Dayton. Un vecchio problema Del resto non è da oggi che fra il governo italiano e quello americano esiste una certa fri zione a proposito dell'impiego del Fondi ERP. < Non è la prima volta — scrive stasera il Giornale d'Italia — che. malumori, divergenze, lncompren sioni si manifestano dalle due parti. Uno dei fatti più salienti di tali dissensi fu l'acquisto dell'oro che il ministro Fella fece negli Stati Uniti durante il suo ultimo viaggio in Amo rica: se gli italiani si permettono il lusso di comprare oro — dissero gli americani — vuol dire che non hanno bisogno di dollari ». Una cosa dicono gli americani: l'Italia dal 1914 in poi non ha mai avuto tanta disponibilità di danaro, è creditrice di mezzo mondo, insommarla 11- ra è tra le più solide monete ptèflciYtqdltdprseaalDcfblpcsgbtnsadfYscpcqgsmaddnngteddrllllllllllllllllllllIllllllIItllillllIllillCIIIIIIIllllllllllll sicuro la nostra moneta' ogni eventuale sorpresa, Queste cose, in sostanza, so europee. Sarebbe codesto certamente un elemento di merito, e lo è se in Italia non vi fossero due milioni di disoccupati. Insomma — dicono ancora gli americani — tó/politica finanziaria italiana potrebbe creare nuove possibilità d'investimenti allo scopo di alleggerire il problema sociale. Sicché, quando De Gasperi e DUnn si sono incontrati stamattina al Viminale (è la prima volta che si sono rivisti dopo il ritorno del Presidente del Consiglio dalla Valsugana) non si sono dovuti dire molte parole; il problema, se non di pubblico dominio, era già stato più volte trattato. Tuttavia, secondo quanto si legge stasera in una nota ufficiosa, < l'ambasciatore ha tenuto a riconfermare al Presidente del Consiglio l'apprezzamento americano per la politica di risanamento economico condotta dal governo italiano in collaborazione con gli 'organi tecnici della missione E.C.A. in Italia ». Lo stesso Dunn avrebbe recato a De Gasperi 11 disappunto di Dayton che una sua conversa zione < del tutto privata » con un giornalista americano abbia provocato la polemica che intorno a quelle dichiarazioni si è accesa. Dayton poteva perciò fare una dichiarazione ufficiale: <Sono tanto sorpreso .di certe affermazioni contenute in un recente articolo del "New York Times" concernenti la situazione economica italiana quanto lo sono gli anonimi redattori della nota diramata dal l'agenzia ANSA». In verità, per il signor Dayton gli estensori della nota non debbono poi essere così ignoti poiché si è saputo che alla sua redazione parteciparono lo stesso Presidente del Consiglio e il Ministro del Tesoro. Dopo aver detto di non avere fatto alcuna < dichiarazione ufficiale » al giornalista americano, Dayton ha ancora affermato che c se io o qualsiasi altro funzionarlo della missione abbiamo da rivolgere critiche al l'azione del governo, vi è una procedura' stabilita ~per fare conoscere il nostro punto di vi sta direttamente ai membri del governo Interessati». L'articolo di Pella Nel tardo pomeriggio Tarn basciatore Dunn, accompagnato dallo stesso Dayton, veniva nuovamente ricevuto dal Presidente del Consiglio, senonchè a De Gasperi Dayton avrebbe dato un'altra versione delle In formazioni pubblicate dal "New York Times": non sarebbero state fatte da lui, ma da qualche suo funzionario, il che appare in contrasto con la pre cedente dichiarazione e con quanto ebbe a dire Ieri sera ai giornalisti stranieri. Tuttavia secondo un portavoce del Vi minale, < De Gasperi ha preso atto con viva soddisfazione del desiderio espresso da Dunn da Dayton affinchè l'episodio non turbi la leale collaborazio ne tra le due parti, premessa indispensabile per la riuscita del piano ERP». Il pensiero del governo è noto e De Gasperi e Pella hanno valide ragioni da opporre quelle espresse da Dayton. Il governo ha sempre sostenuto che non si può parlare seriamente di ricostruzione senza che la moneta sia solida e sicura. Se non si difende 11 potere di acquisto della lira, tutte le conquiste sociali possono essere compromesse. Non si tratta quindi di una politica della lesina, ma di una previdente politica di tutela e di garanzia, capace di mettere al da lllllllllllllllllllllllllllIIIIIIIIItllIlllllllllllllllllIt» stiene il ministro Pella in un articolo dal titolo < Investimenti e difesa » che viene pubblicato domani dal Popolo. < Sul piano sociale — scrive il ministro — sarà indispensabile mantenere, al di sopra di qualsiasi esigenza, quella stabilità monetaria conseguita in Italia da tre anni di sforzi e sacrifici, e alla quale non si potrà assolutamente rinunciare se non si vuole a priori annullare tutto il sistema difensivo e vedere, attraverso l'inflazione, maturare proprio quanto la solidarietà occidentale atlantica vuole, evitare ». Dopo avere detto che le condizioni monetarie sono buone, e che 11 bilancio dello Stato continua nei suol sforzi di risanamento, Pella scrive che < non si può immaginare il ministro del Tesoro italiano, consapevole delle sue specifiche responsabilità, che sia disposto ad avallare una diversa politica delia spesa». Il che '„, mimi minili i iiiiiii significa, in parole più chiare, che ove la politica finanziaria del governo dovesse mutare, De Gasperi si dovrebbe cercare un altro ministro del Tesoro. Quanto agli stanziamenti per la difesa, per 1 quali Pacc.iardi e Sforza si accingono a chiedere altri stanziamenti, Pella rileva che lo stanziamento di cinquanta miliardi corrisponde al sedici per cento dello stanziamento esistente: eventuali aumenti di questi stanziamenti possono essere ottenuti soltanto a' condizione che si verifichi una di queste condizioni: incremento delle risorse disponibili; dilatazione del reddito interno e aumento degli aiuti esterni. La polemica, come si vede, è appena agli inizi. E non c'è dubbio che tutta la questione sarà esaminata stamane in seno al Consiglio dei Ministri. vice iiiiiìiiiiiiìiiiiiiniiiii iiiHiiiiiiiiiiiiiiiiiràiiiii Mr. Leon Dayton