Uno coppia in automobile rapinata da due sconosciuti in moto-scooter

Uno coppia in automobile rapinata da due sconosciuti in moto-scooter Uno coppia in automobile rapinata da due sconosciuti in moto-scooter Puntano la rivoltella, ma " educatamente „ chiedono il denaro La Squadra Mobile sta concludendo attivissime indagini sulla grave rapina avvenuta verso le una di ieri notte in corso Montevecchio a poche decine di metri da corso Duca degli Abruzzi. A quell'ora in una zona particolarmente buia del corso sostava una «topolino»-: a bordo, il proprietario, Beino Montaldo di 28 anni abitante in strada Val Pattonera 128, era a colloquio con una ragazza dì vent'anni, dopo aver trascorso con lei la serata in una sala da ballo. Le vie erano deserte. Alle una in punto transitava una pattuglia di agenti in bicicletta: tutto era calmo, tutto era in ordine. Non erano trascorsi dieci minuti dalla scomparsa degli agenti, che il Montaldo scorgeva due «vespe» sbucare da Corso Duca degli Abruzzi e muovere a piccola velocità verso la «topolino»: poi si fermavano a qualche metro di llllllllllllllllliiillliiliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiillliillllll distanza dalla macchina. Il Montaldo, Beccato, apriva lo sportello e chiedeva ai due sconosciuti che cosa volessero. Ed ecco uno di essi levava di tasca una rivoltella la puntava sull'automobilista e con voce normale, come se si fosse trattato della richiesta di un fiammifero o di una indicazione, esclamava: — Vogliamo dei soldi. Il rapinatore aveva il volto nascosto da una sciarpa: pure il compagno, rimasto immobile sul moto-scooter, era mascherato. Entrambi erano vestiti con una cer la eleganza e parlavano un italiano corretto, senza inflessioni dialettali. Al Montaldo non reslava che obbedire. Ma replicava: — I soldi si, ma nel portafoglio ho delle carte importanti.... — Ma noi vogliamo soldi soltanto — rispondeva il rapinatore — si tenga pure il portafoglio. Cosi quattro biglietti da mille passavano nelle tasche dell'uomo dalla pistola. Costui si mostrava alquanto deluso e « pregava » 11 giovanotto di volergli consegnare anche l'orologio da polso. La ragazza veniva ignorata: a lei il bandito non chiedeva né borsetta nò orologio nè eventuali anelli o monili. I due facevano l'atto di allontanarsi: ma l'uomo dalla pistola smontava tornava dal Montaldo e, insinuatosi col busto nella «topolino» —■ sempre minacciando con la rivoltella — toglieva la chiavetta del contatto. Diceva educatamente: — Scusale, ma è necessario, è una misura precauzionale. Un altimo dopo i due rapinatori sparivano in corso Duca degli Abruzzi, ad andatura normale. Il Montaldo chiudeva la macchina, accompagnava a casa la signorina terrorizzata, poi si recava in questura a sporgere denuncia. Il fatto è senza dubbio molto grave: c'è da augurarsi che non sia il primo di una serie: l'av vicinarsi della cattiva stagione — il freddo, la nebbiolina, i rarissimi passanti — favorisce le rapine. La Mobile però è decisa a stroncare le velleità dei banditi Per l'aggressione di corso Montevecchio decine di funzionari ed agenli stanno lavorando: si è potuto accertare che da qualche sera due giovanotti, a bordo di «vespe», erano stati visti girare per i viali e i vialetti della zona, dove, col buio, molte coppie amano soffermarsi. Pare che l'identificazione dei due sia cosa molto prossima.

Persone citate: Beccato, Corso Duca, Montaldo