Complicato processo per rapina e calunnia

Complicato processo per rapina e calunnia Alla Corte d'Assise di Casale Complicato processo per rapina e calunnia Casale, 20 settembre. Con la sessione autunnale di Corte d'Assise, che si aprirà a Casale il 25 e. m.. si avrà l'epilogo d'una complicata vicenda che attribuiva l'accusa di rapina a due autisti risultati invece In istruttoria innocenti: accusa partita da un autentico rapinatore che aveva organizzato e capeggiato l'impresa. Ecco i fatti. Nelle prime ore di capodanno del 1948 il contadino Primo Martelli, che stava mungendo le sue mucche in un cascinale presso Mirabello Monferrato, vide giungere nella stalla, saltellanti, intirizziti, legati insieme il proprietario di un'impresa di autotrasporti di Castellamonte — Giuseppe Magarlo — ed il suo autista e compaesano Pietro Andreo. Slegati e rifocillati, i due narrarono che, provenienti da Genova con un camion carico di pelli diretti alla ditta Pieroni di Castellamonte del valore di circa venti milioni di lire, nei pres■i di Occimiano, avendo scorto alla luce dei fari una gomma di automobile sullo Btradale, s'erano fermati ed erano scesi con l'intenzione di raccoglierla; ma, in quel momento, da un canneto sbucarono alcuni individui mascherati ed armati che li averano forzati a raggiungere il canneto; li erano stati legati, come si è detto, e abbandonati; poi i rapinatori, saliti sull'autocarro, erano rapidamente scomparsi. Questa versione i due ripeterono due ore dopo ai carabinieri di Occimiano, ma la versione non trovò credito e si pensò anzi che si trattasse di simulazione di reato per venire in possesso del carico prezioso. Senonchè in via S. Pietro in Vincoli a Torino fu trovato il camion con parte della merce e qualche tempo ùupu, in corso Siracusa della stessa città, furono rinvenute altre pelli abbandonate dai rapinatori nel timore di essere scoperti. Le Indagini, spostate ad Asti, individuarono un commerciante che aveva acquietato pellami da certo Ferdinando Pagliassotto abitante a Torino. Questi cantò e si ebbe 11 bandolo della matassa che l'autorità cominciò a dipanare. Jl Pagliassotto dichiarò tuttavia non trattarsi di rapina, ma di simulazione, in pieno accordo coi due autisti. Intanto si procedeva all'arresto degli astigiani Kemo Gianoglio. Mario Aluffo e Giuseppe Pagliero, nonché dei torinesi Luigi Pinzi e Argento Peznani quali correi nella rapina. Durante l'istruttoria però avvenne un colpo di scena. Si accertò in modo inoppugnabile che Magario e Andreo erano, conformemente alle loro insistenti affermazioni, innocenti, e che- la rapina era Btata operata dalla banda capeggiata dal Pagliassotto. Un informatore anonimo attribuì inoltre all'industriale Giacomo Valpiola — che in passato aveva finanziato al Pagliassotto l'acquisto di gomme all'Arar — le informazioni necessarie a sorprendere i due autisti nel pressi di Occimiano; e detto industriale dovette sudare quattro camicie per dimostrare l'infondatezza dell'accusa mossagli dall'anonimo informatore. Nella gabbia della Corte d Assise compariranno quindi Pagliassotto, Gianoglio, Aluffo, Pagliero Gius., Pinzi e Pezzani, detenuti, per rispondere del delitto aggravato di rapina; il primo, inoltre, di calunnia nei riguardi dei due autisti di Castellamonte, i quali si sono costituiti P. C. con gli avv. Villabruna e Barosio. A piede libero, accusati di ricettazione, verranno altresì giudicati i torinesi Boeris Paolo, Bellardi Brunero, Nigra Giuseppe e l'astigiano Pagliero Giovanni. Si è costituita P. 0., col patrocinio dell'avv. l'iasconaro, la ditta Pieroni, e con ogni probabilità farà altrettanto il Magarlo che venne calunniato. Difenderanno gli imputati gli avvocati Avonto, Ballestrero, Chevelot, Dagasso e Salza di Torino, Baracco e Grilli di Asti, Pagliano e ballino di Casale.