Con due proiettili in corpo una donna viene da Foggia a Torino

Con due proiettili in corpo una donna viene da Foggia a Torino FERITA DAL MARITO PER GELOSIA FUGGE DI QASA Con due proiettili in corpo una donna viene da Foggia a Torino L'incontro col padre - Nasconde le ferite ma colta da malore è trasportata al S. Giovanni ed operata - Il marito arrestato Alcuni giorni or sono scendeva a Porta Nuova, proveniente da Foggia, una giovane donna, Maria Di Ohiuri ir? De Luca di 29 anni. Essa camminava lentamente, pallida in volto. Chiamava un tassi, si faceva portare dal padre, Settimio Si Chiari, che lavora nella nostra città. Suonava alla porta dell'alloggio, ansimando, n padre veniva ad aprire. Abbracci, alte esclamazioni di sorpresa. La giovane donna dichiarava subito: — Sono fuggita di casa. Con mio marito la vita era diventata un tormento. — Ma perchè? Ohe è successo? — Mi ossessionava con la sua stupida, ingiustificata gelosia, non mi lasciava più un attimo di respiro. E se tentava di reagire, mi percuoteva a sangueMa la DI Obiuri non riusciva a terminare la frase: e, con un genumriunvacoglnuviunnoe rebifavatetiimbitomstc'iiiiiiitiiiitiitiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii gemito, scivolava al suolo svenuta. Il padre, lmpresslonatlssimo, dopo aver cercato Invano di rianimarla, la trasportava con una macchina al vecchio San Giovanni. Nella sala di pronto soccorso la giovane donna, aperti gli occhi, sussurrava: «Non è nulla... sono stanca per il lungo viaggio... è alato semplicemente un capogiro... ». Ma un dottore, non convinto, la' faceva spogliare e s'avvedeva che la parte inferiore del corpo della Di Chiuri biancheggiava di bende. Tolta la fasciatura, il sanitario riscontrava nella bassa schiena due ferite, due fori d'entrata di proiettili. La'donna veniva sottoposta immediatamente ai raggi: si stabiliva la presenza di due pallottole, una fermatasi a due centimetri dal fegato e l'altra arrestata dalla massa carnosa. Non c'era tempo da perdere. Bisogna- iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiM va estrarle sollecitamente. L'operazione aveva esito positivo (tanto ohe in solo ventiquattr'ore le condizioni della pugliese, in un primo momento gravissime, miglioravano in modo sensibile: e la donna era giudicata guaribile in venticinque giorni). Naturalmente del fatto li occupava la polizia e funzionari del Commissariato Castello si recavano all'ospedale e interrogavano la Di Chiuri. — Non avrei voluto parlare — essa diceva — ormai io me n'ero andata, tra me e mio marito non c'era più nulla, non ci sarebbe stato più nulla... Era mia ferma intenzione di non vederlo più: e perciò avevo deciso di non sporgere denuncia, per evitare i confronti e soprattutto il nrocesso. E la Di Chiuri narrava una drammatica storia. Da mesi era in rapporti burrascosi col marito, gelosissimo, violento, dispotico. Il giorno precedente a quello del suo arrivo a Torino, la donna era rientrata dalla spesa un poco più tardi del solito. Ne era sorta una terribile disputa. E il marito, il De Luca, s'era lanciato sn di lei percuotendola selvaggiamente. La Di abiuri allora, afferrata la borsetta, s'era slanciata verso la porta d'uscita, gridando: «Me ne vado! Non mi vedrai più! ». Il De Luca, stravolto dall'ira, aveva estratto di tasca una pistola e le aveva sparato due colpi nella schiena. Nonostante l'atroce dolore, là Di Chiuri aveva trovato la forza di fuggire egualmente. Si recava in una farmacia, comperava bende ed alcool; e nel gabinetto della stazione, con un coraggio veramente eccezionale, si tamponava il sangue e disinfettava le ferite, mordendosi le labbra per non urlare. Poi saliva in treno e rincantucciata nell'angolo di- uno scompartimento, con l'amara della febbre che diveniva di ora. in ora sempre più forte, arrivava sino a Torino, dal padre. Un lungo fonogramma partiva dalla nostra Questura a quella di Foggia: ieri è giunta la risposta: il De Luca, il marito della Di Chiuri, e stato dichiarato in arresto e deferito all'autorità giudiziaria per tentato uxoricidio. A Foggia sono nur state spedite — come prova — le due pallottole estratto dal corpo della donna. di Secondo di quarantanni. Sottoposto ad uno stringente interrogatorio, il fermato dichiarava di essere venuto a diverbio con il Pecetto polohè questi bestemmiava e, portandosi in prossimità della chiesa, manifestava, propositi minacciosi. Il giudice istruttore interrogava, in seguito, i familiari dell'arrestato ed allora la faccenda incominciava ad ingarbugliarsi. Il figlio Giuseppe, di 19 anni, affermava ohe il mendicante l'aveva aggredito e che eoo padre era intervenuto in sua difesa. In seguito il padre ritrattava la confessione fatta in un primo tempo e cercava di addossare tutta la responsabilità al figlio. L'esame dell'intricato caso-veniva affidato al sostituto Procuratore Generale dott. Biffi Gentili ohe ha ieri presentate la sue conclusioni. Nonostante gli sforzi del magistrato la causale del delitto rimane ancora misteriosa. Infatti non si può pensare ad una rapina trattandosi di un individuo che viveva questuando il pezzo di pane ed il bicchiere di vino, né accettare il movente dell'offesa al sentimento religio so, tanto meno ohe il fatto sia stato creato da motivi di interesse. Il Procuratore Generale ha chiesto il rinvio a giudizio davanti alle Assise di Asti sotto la imputazione di omicidio dei Giovara padre e figlio. lllllllllllllllMIIfllIItllllIflIlllllllllIIIIIIIIIIllllll

Luoghi citati: Asti, Foggia, Torino