I lavoratori inglesi appoggiano l'azione in Corea

I lavoratori inglesi appoggiano l'azione in Corea LA GRANDE RIUNIONE SINDACALE DI BRIGHTON I lavoratori inglesi appoggiano l'azione in Corea Prevista la richiesta di moderati aumenti salariali - Il gabinetto esamina la situazione militare - Trattative con l'Egitto per Suez (Dal nostro corrispondente) Londra, 4 settembre. Nella grande « cupola » di Brighton, un immenso padiglione dove Giorgio IV aveva le sue stalle e che ora è diventata una Baia di divertimento e di riunioni, novecento delegati dei sindacati britannici, rappresentanti circa otto milioni di iscritti, hanno ascoltato oggi il loro presidente Herbert Bullock dichiarare, nel discorso inaugurale del congresso annuale, l'appoggio incondizionato alla azione delle Nazioni Unite in Corea e annunciare velatamente una prossima ondata di richieste di moderati aumenti salariali. Queste due dichiarazion., che si prevede verranno ap provate nei prossimi giorn: nelle mozioni che le specificano più dettagliatamente, hanno, grande importanza per il governo britannico in quanto assicurano la partecipazione della massa operaia alla preparazione e all'attuazione dei piani di difesa, ma nello stesso tempo costringono il Cancelliere dello Scacchiere a preparare una certa revisiona della .sua politica fiscale. Gli aumenti di paga alle forze armate, anche se hanno invogliato i volontari, hanno fornito nuove giustificazioni ai desideri degli operai, che finora avevano rispettato in modo quasi assoluto l'invito governativo ad astenersi da qualsiasi richiesta di aumento. E' prevedibile che gli aumenti, fiscali graveranno sui profitti industriali che, nonostante siano già tassati di circa il 65 %, sembrano la sola fonte possibile di ulteriori introiti statali. D'altra parte la situazione pare a tutti, goyerno e paese, laburisti e oppositori conservatori, inevitabile. Lo si no tava anche stamane nei vari commenti dedicati dalla stampa inglese alla radio conver suzione tenuta sabato da Atlite. Il suo attacco a Churchill ha ricevuto un consenso quasi sorprendente, ma da molte- parti è stata notata la insufficienza delle risposte date dal Primo Ministro al capo dell'opposizione sui vari punti: come la vendita di macchine utensili all'Unione Sovietica e ai suoi satelliti, l'invio di truppe in Corea e i provvedimenti per la difesa llllllill MIlllIIIIMMIIKI IIIISIIIIIIllll 111 ■ 111 i 11 i a a o e n a , : l o e i a e o o i e n o a i i ri e , i o a a e l i i e , i a dell'Europa. Il unito, sembra gran voce dai suoi uomini politici una dichiarazione che confermi questa solidarietà nazionale. Ma il governo laburista, come già in passato, sembra invece incapace di qualsiasi dichiarazione che sappia « ispirare » il Paese. Questo non significa che il lavoro dietro le quinte non continui intenso: al numero 10 di Downing Street è stata tenuta oggi una riunione di gabinetto cui hanno partecipato anche i capi di Stato maggiore. Argomenti in discussione erano la situazione in Corea, e la situazione militare in genere. Questa riunione di gabinetto è stata tenuta a poche ore di distanza dalla pubblicazione del comunicato dei Sostituti del Patto Atlantico, che hanno elaborato un piano di provvedimenti immediati — secondo il sistema del « paga e porta via » — da presentare ai rispettivi governi e un piano a scadenza più lunga che verrà precisato prossimamente a New York. Il piano a breve scadenza prevede l'immediata entrata in funzione di schemi di produzione industriale di armamenti e contingenti di dieci divisioni britanniche (di cui cinque destinate alla difesa del continente), venti divisioni francesi, quattro belghe e tre olandesi. A queste dovrebbero essere aggiunte quattro divisioni americane e venti divisioni di riserva mobilitabili in pochi giorni. Il problema del contributo tedesco — sotto forma di polizia militarizzata, proposto da Adenauer — verrà discusso a New York, e il Foreign Office sta preparando proprio in questi giorni la linea britannica in proposito. Nel frattempo però altri problemi di ordine militare affiorano nel Medio Oriente. E' giunto ieri a Londra, per discussioni con Bevin, l'ambasciatore britannico al Cairo, 11 quale, dopo due mesi di colloqui con il Ministro degli Esteri egiziano, non sembra essere riuscito a raggiungere una sistemazione dei problemi anglo-egiziani di mutua soddisfazione. Il problema della presenza delle truppe britanniche sul canale di Suez ò un vecchio e scottante motivo di astio per i nazionalisti egiz:a- Paese, tutto richiedere a '1 [ 11111111 Ili ÌIII 111111111111111111111 1 ni che creò già serie difficol tà durante .la seconda guerra mondiale soprattutto per gli inglesi. Nel .1946 la Gran Bretagna aveva promesso una «evacuazione progressiva della zona », ma la situazione internazionale attuale rende assai difficile il mantenimento di questa promessa. E' assai probabile che le trattative fra Gran Bretagna ed Egitto — cui Bevin deve dare attenzione prima della sua partenza per l'America — si bilancino proprio fra n desiderio britannico di sicurezza nel Medio Oriente e lo slogan egiziano «unità alla valle'del Nilo ». vice

Persone citate: Adenauer, Bevin, Churchill, Giorgio Iv, Herbert Bullock