GOVERNO e Parlamento di Panfilo Gentile

GOVERNO e Parlamento GOVERNO e Parlamento L'esperienza di questa prima legislatura repubblicana ha dimostrato in maniera superiore ad ogni dubbio che il Parlamento, seguendo la procedura ordinaria, non riesce ad assolvere i propri compiti legislativi con quella celerità che sarebbe desiderabile. Si può ammettere che la declorata lentezza nel disbrigo della funzione legislativa dipenda, in una certa misura, dalle troppo frequenti inter- Edazioni, nei lavori delle amere, di discussioni politiche, che assorbono un tempo notevole. Ma, a parte la considerazione che simili discussioni rientrano anch'esse nelle normali funzioni parlamentari, perchè Parlamento, oltre che organo legislativo, è anche organo di controllo politico, sta il fatto che la causa concorrente e di gran lunga più decisiva dell'inconveniente va ravvisata nell'accresciuto volume della domanda legislativa proporzionale alle accresciute funzioni dello Stato. Uno Stato chiamato ad occuparsi di tutto, qual è lo Stato moderno, è necessariamente costretto a moltiplicare la sua attività rego latrice, e cioè ad erogare un numero incalcolabile di leggi. La procedura ordina ria impone che il disegno di legge sia prima esaminato da una Commissione, la quale discute, modifica il di segno originario, prepara una relazione, e qualche volta due relazioni, una di mag gioranza e una di minoran za; arrivato il disegno dinanzi ad una delle due Ca mere, precede una discussio ne generale, normalmente prolissa, perchè vi si con centrano gli oratori che hanno qualcosa da dire e anche quelli che non avrebbero nulla da dire, ma deb bono tutelare il proprio prestigio presso il corpo elet torale, facendo comparire il proprio nome nei dibattiti parlamentari; dopo la discussione generale, segue la discussione dei singoli articoli e la lunga serie degli emendamenti; occorrono infine tante votazioni quanti sono gli articoli, e la vota zione finale del testo com plessivo. La stessa cerimonia, esauritasi dinanzi a una Camera, deve ripetersi senza varianti nell'altra Camera. E se le cose vanno bene, solo a questo punto il disegno di legge passa al Capo dello Stato per la promulgazione. Non può quindi sorprendere che, nonostante tutto lo zelo del quale il Parlamento ha dato prova, si sia dovuto lamentare un grosso arretrato legislativo. Nè può essere considerata inopportuna l'iniziativa dello on. De Gasperi, che, secondo un comunicato presidenziale, per la verità non molto chiaro, ha impartito direttive per imprimere un più celere ritmo al processo formativo delle leggi; e cioè ha manifestato il proposito del governo di voler ricorrere all'espediente delle deleghe legislative. Il nostro sistema costituzionale, infatti — escluso il ricorso ai decreti-legge, circondato da cosi rigorose cautele da limitarne l'uso solo ai casi di straordinaria necessità e urgenza, — ha ammesso due procedure abbreviative. La prima è quella che contempla la delega legislativa fatta dal Parlamento a delle Commissioni Darlamentari permanenti, che in tal caso" non adempiono una funzione esclusivamente preparatoria, ma acquistano a nome e per conto del Parlamento potè re deliberante. La seconda è quella che contempla la delega legislativa fatta dal Parlamento al governo. Non vi può essere dubbio che delle due procedure sarebbe da preferire la prima, per il maggior rispetto che essa implica delle prerogative del Parlamento. Non vi è nulla invero che possa ferire i principi della -^democrazia parlamentare ?ij|nel fatto che1 ir Parlamento, (^anziché in seduta plenaria, 5$Ilegiferi attraverso commissioni ristrette, elette dal suo •seno. 'M Meno democratica appare ^invece la spconda procedu lira, per effetto della quale Svi è trapasso del potere le «weislativo all'esecutivo. E' en vero die la delega al governo non può essere ac 'cordata se non per oggetti efiniti, per tempo limitato previa determinazione da arte del Parlamento dei principi e criteri direttivi jcui il governo deve attenersi. Ma tutti sanno che la Invera portati di una legge idata dal testo preciso delle sue disposizioni, e un man j| dato solo genericamente im operativo lascia all'esecutivo jgun largo margine di autorità legislativa non controllata dal Parlamento. Sarebbe tuttavia calun¬ » .•'5 nioso pensare che l'on. De Gasperi abbia preferito o sia sul punto di preferire questa via meno democratica per il desiderio di accrescere il potere del governo ai danni del Parlamento. Non può essere taciuto che l'altra via, per quanto astrattamente preferibile, era seminata di ostacoli che non potevano non essere presi in considerazione. Lo articolo 72 della nostra Costituzione, mentre non ha preso cautele molto severe per la delega fatta al governo, ne ha preso invece di vessatorie per la delega, assai meno grave dal punto di vista della democrazia parlamentare, fatta alle Commissioni. Detto articolo rende normalmente impraticabile questa procedura, in quanto prescrive che, anche nei casi in cui la delega alle Commissioni sarebbe ammissibile, essa può essere revocata se il governo o un decimo dei componenti della Camera o un quinto della Commissione richiede, anche a procedura iniziata, o che il disegno di legge sia discusso e votato dalle Camere stesse, o che sia sottoposto alla sua approvazione finale. Vi è poi un altro ostacolo, ed è che la Costituzione ha demandato ad un regolamento il compitò di stabilire i casi e le forme in cui P approvazione dei disegni di legge possono essere deferiti alle Commissioni; e questo regola mento, se non erriamo, fa parte delle cinquanta e più leggi complementari alla Costituzione che ancora at tendono di essere discusse ed approvate. Di modo che la via più corretta era oggi preclusa: 1) dall'inesistenza del regolamento, 2) dalla sua impraticabilità sancita dall'articolo 72 della Costitu zione. E l'on. De Gasperi non aveva altra scelta che di lasciar correre le cose come sono andate fino ad og gi, o di valersi della delega al governo. Ciò non signifi ca tuttavia che in prosieguo non si debba pensare ad appianare gli ostacoli che oggi impediscono di risolvere l'embouteiUage legislativo attraverso la strada più rispettosa delle prerogative parlamentari. Panfilo Gentile ■ ■•tllillllIlllllllllllllllMllllllllllllllllllllllllllll

Persone citate: De Gasperi