Amore e turismo di Mario Gromo

Amore e turismo SULLO SCHERMO DEL LIDO Amore e turismo Dagli strani retroscena di due mostre retrospettive alla strana vicenda di "Accadde in settembre„ (Stati Uniti) 111 (Dal nostro inviato svecialei Venezia. 25 agosto. Quello che da tempo, da troppo tempo si proponeva, e al scriveva fino alla noia: dovere la Mostra di Venezia organizzare ogni anno anche delle c personali > retrospettive, dedicate a questo o a quel regista: era finalmente diventato realtà. Il cartellone di quest'anno, oltre alle troppe < novità > più o meno < assolute > sfornate dagli studi di questo e di quel Paese, avrebbe elencato anche tre « personali > di un indubbio interesse: Greta Garbo, King Vidor e Marcel Carnè. Per la Garbo, la ex-< divina >, si era stati un po' in forse, non volendo so¬ nii iiiiiiiiiiliililllllillllliiiiiiiiiiiiiii pravalutare il contributo dell'attore o dell'attrice In un film. Ma il caso della Garbo era di una tale evidenza, di una tale importanza, era talmente diventato quasi una leggenda, da far facilmente superare obbiezioni di principio. La direzione della Mostra si mette quindi tempestivamente in contatto con le Case editrici interessate; e soprattutto con una delle più potenti Case americane, che ha nei suoi repertori tanto i film della Garbo che di Vidor. C'era da attendersene ringraziamenti eccetera, con le solite frasi cortesi del caso. La scelta di quei due nomi, per iniziare le « per¬ iiiiiiiiiiiiiiiiiiilliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii sonali » della Mostra di Venezia, era indubbiamente un riconoscimento, e molto probabilmente anche un onore, che la Mostra ben volentieri offriva a quei due nomi. E le risposte dell'attrice e del regista furono d'una grata sincera cordialità (non per nulla, avrebbe detto un maligno, le loro stelle volgono ormai al tramonto). Ma state a sentire come si comportò la potentissima Casa editrice, vale la pena di raccontare l'episodio. Dapprima dubbi, lentezze; e poi, finalmente, una risposta precisa: non possedeva film della Garbo, film di King Vidor. Si torna a insistere, si obbietta che la Casa avrà pur conservato i negativi di quei film. Risposta: i negativi ci sono, nei forzieri blindati che custodiscono le preziosissime matrici dei film; ma bisognerebbe farne delle copie. Si risponde con un « tanto meglio », così le due « personali » potranno contare su copie freschissime. Risposta: ma il fare le copie costa, e la Mostra dovrebbe accollarsene le spese. Pazienza, ci si dica quale sarà la spesa. Risposta: tremila dollari per film, quasi due milioni, per sei-sette film dodiciquattordici milioni. Una cifra da far impallidire l'amministratore di qualsiasi Mostra d'arte. Si chiede una eventuale riduzione, si chiede che, nel caso, le copie rimangano di proprietà della cineteca della Mostra. Risposta: nessuna riduzione: pagamento anticipato; e, dopo un'unica proiezione al Lido, le copie dovranno essere rispedite alla potentissima Casa editrice, che ne sarà la proprietaria. Come se un pittore, invitato a esporre i suoi quadri, accettasse a patto che la direzione della mostra glieli comprasse a priori; per poi restituirglieli, vale a dire regalarglieli. Si cercano allora, affannosa mente, copie di quei film; si trova, per la Garbo, Marghe rita Gauthier e una « selezione » de La leggenda di Gosta Berling; mentre di King Vidor si riesce a trovare Nostro pane quotidiano e Hallelujah. Perciò due delle tre mostre personali saranno assai striminzite, e non è detto che siano suffl olenti: ma tutto questo s'è voluto raccontare sia per precisare alcuni atteggiamenti, sia per accennare a quanto sia facile e piacevole organizzare un festival cinematografico. Così oggi è riapparso il vecchio e non troppo significativo Nostro pane quotidiano di Vidor; e l'unica novità della giornata è stata offerta da Accadde in settembre, diretto da William Dieterle, con Joan Fontalne, Joseph Cotten e Francoise Rosay. Un film dalla strana disinvoltura. Siamo a Roma, in piazza dell'Esedra. L'Ingegnere Lawrence e la celebre pianista Manina Stuart salgono sull'autobus che li condurrà a Ciampino, iiiiiiiiiiieiiiiiiiiiiuiiiii:iiiiiiHiiiiiiiiiiiittiii i a r e ò n o a a n e m e a s , dove simbarcheranno per New York. Per un'avaria il trimotore atterra a Napoli, la sosta è prevista in quattro ore. I due, che si sono scambiati parecchie chiacchiere e molte occhiatine, decidono di impiegare quelle quattro ore in una gitarella nei dintorni. Colazione, Chianti, aho per il bel cielo, aho per il bel mare; ma quando giungono all'aeroporto, aho, il trimotore è appena partito. Che fare? Altre scampagnate, Pompei, Capri; e sboccia quel che ha da sbocciare. Ma due giorni dopo, a Posilllpo, aprendo per caso un giornale, 1 due hanno un brivido: 11 loro trimotore si è inabissato nell'oceano, non si è salvato nessuno, i loro due nomi appaiono fra gli scomparsi. Ecco allora l'ingegnere e la celebre pianista trasformati senz'altro in due provvisori Fu Mattia Pascal. Li hanno dati per morti? E faranno i morti, amandosi a perdifiato. Dopo Napoli, Pompei, Capri, eccoli a Firenze; e poiché quello strambo attacco di vicenda è stato tenuto pianamente quasi in sordina, sfogandosi Invece il fi(m in quadri e quadri della bella Italia che i due pseudodefunti percorrono, il film ha in questa prima parte un suo banaluccio sapore di film di propaganda turistica. Poi, inevitabilmente, le cose si comv'icheranno. La moglie dell'ingegnere, che gli aveva sempre negato 11 divorzio, colta da uno di quei presentimenti che in certi film hanno soltanto certe megli, verrà in Italia, ritroverà le tracce del marito ormai ex-defunto; e sarà tale la sua gioia, povera donna, che. si dichiarerà disposta a concedere al marito il divorzio. Così, per premio di non essere morto. Ora la celebre pianista e l'ingegnere potrebbero unirsi per sempre (almeno, pur facendo le corna, fino al prossimo incidente d'aviazione); ma una subitanea tristezza s'impadronisce di loro. Lei sente che non potrebbe, tra l'altro, abbandonare la sua vita di acclamatissima concertista; lui, sia pure tardi, s'accorge d'avere un figlio che s'avvia ad avere vent'anni. Si vorrebbe; ma non si può; e si rinuncia. (Vi prego di non voler credere che mi sia divertito a fare della, facile ironia su di un film diretto da un abile regista e con attori di chiara fama; ma il film è quello che è, e io, ve ne do la mia parola, non ne ho colpa alcuna. Domani, una gran giornata, interamente dedicata a Rossellini, qui giunto da qualche giorno con Ingrld Bergman. Saranno presentati Stromboli, il film ancora inedito in Europa e che fu insignito, nel marzo, del «Premio Roma»; e Francesco giullare di Dio, tratto da alcuni «fioretti », prima visione assoluta, come si dice, per tutto il mondo). Mario Gromo iiiiiiiif iiiiiiiiiiiiutiiiiiiiiiiuiiiiiitiiiitiiiiiiiiiiiQ Joan Fontalne e Joseph Cotten in un episodio di « Accadde in settembre > iiiiiiiiiiiiiimiiiimiiiitiiiimiiiiiiiiiiiiiii mini iiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiimiimii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiinii imiti mmiiiimim