Tre obiettivi della Francia

Tre obiettivi della Francia COME IL QUAI D'ORSAY GIUDICA LA SITUAZIONE Tre obiettivi della Francia Politica comune degli alleati in Asia; soluzione del problema tedesco; dilesa totale del continente europeo (Nostro servizio speciale) Parigi, 24 agosto. Il battaglione francese che andrà a combattere in Corea serve soprattutto a dare al governo di Parigi la possibilità di precisare con più autorità i proprii obiettivi politici e militari. Con il suo gesto di solidarietà verso l'America e le Nazioni Unite, la Francia acquista di nuovo il diritto di parlare. Le parole dei suoi rappresentanti nelle conferenze internazionali saranno ora accompagnate da una effettiva prova di buona volontà. Un battaglione non è molto, ma è meglio che nulla. Attenta analisi Gli obiettivi della Francia sono tre, secondo ServanSchreiber, il quale traccia su Le Monde una attenta analisi della situazione: realizzazione di una politica comune fra gli alleati in Asia; soluzione del problema tedesco ispirandosi alla prudenza; difesa totale del continente europeo. In proposito il punto di vista del Quai d'Orsay sarebbe il seguente: 1. — H fronte dell'Indocina dev'essere considerato come un fronte alleato. Senza pregiudicare la politica generale, che dovrà essere seguita nei riguardi dei nazionalismi asiatici, la logica degli avvenimenti inserisce il problema francese in Indocina nel problema comune dell'azione occidentale in Asia. Ciò significa che Parigi spera in un maggior aiuto americano nella lotta contro i ribelli del VietNam. Per quattro anni gli Stati Uniti hanno più o meno disapprovato l'azione francese in Estremo Oriente, considerandola lotta imperialistica, e gli uomini responsabili di Washington hanno cambiato atteggiamento soltanto quando il pericolo comunista è diventato palese anche in quella parte del mondo. Tuttavia la solidarietà americana è stata soprattutto verbale. Washington ha accordato alla Francia, per aiutarla nella sua lotta in Indocina, un credito di 20 milioni di dollari, mentre Parigi ne spende quattrocento ogni anno; poi ha inviato sul posto una missione politica ed una missione militare, ma quando è scoppiato il conflitto in Corea soltanto una mezza dozzina di aerei americani da trasporto appoggiavano l'azione francese. Da allora il governo degli Stati Uniti ha interrotto ogni aiuto. Ma Parigi intende ricordare a Washington che l'Indocina vale la Corea, e che nelle due penisole la lotta è la stessa e contro lo stesso nemico. Strategicamente e per molte altre ragioni l'Indocina è anzi più importante della Corea. 2. — Il riarmo della Germa' nia deve avvenire nel quadro di un esercito internazionale. L'apporto tedesco è indispensabile alla sicurezza dell'Europa, ma deve essere inte grato in un insieme militare atlantico e non deve essere una forza indipendente, nemmeno debole. Si constata a Parigi che il problema tedesco è stato trattato dagli Stati Uniti in modo poco efficace Da due anni si susseguono conferenze internazionali che hanno sempre gli stessi ordini del giorno e si concludono con gli stessi comunicati verbali, pieni di belle parole, ma vuoti di risultati concreti. E si protesta qui contro l'accusa che sia stata la Francia a impedire con la sua opposizione al riarmo tedesco ogni soluzione pratica. Sono stati invece gli americani a non accettare una vera e propria integrazione atlantica, nella quale la Germania avrebbe trovato il suo posto, sulla base della centralizzazione proposta da Giorgio Bidault, nell'aprile scorso, quando era Presidente del Consiglio. Eserciti sul posto 3. — La frontiera fisica, e non soltanto morale, della coalizione atlantica deve essere sull'Elba; la Francia non si può accontentare dell'appoggio simbolico di una avanguardia, ma vuole che la massa più importante degli eserciti della coalizione atlantica sia presente, e in tempo, sulla linea di confine tra i due avversari. Ora, da tre anni, la partecipazione dell'America alla difesa europea è ' rimasta sui piano delle dichiarazioni teoriche. I vari comitati del Patto Atlantico hanno dimostrato di non avere alcun peso sulle decisioni dello Stato Maggio¬ raabcMdtcpmmassslvsgp re americano, le consegne di armi a titolo di aiuto in base al P.A.M. sarebbero trascurabili (meno del 15 per cento dei crediti accordati, secondo Le Monde), la standardizzazione degli armamenti non ancora incominciata e lo scambio di tecnici ridotto al minimo. Ma ciò che è considerato particolarmente grave in Francia, perchè indica uno stato d'animo, è che senza gli avvenimenti di Corea gli americani avrebbero trascurato la difesa mondiale. Nel giugno scorso essi avevano sotto le armi soltanto dieci divisioni, e il loro ministro della guerra aveva annunciato per ranno prossimo una riduzione dei crediti militari. La Corea ha risvegliato gli americani dal loro pacifico sonno. Tutto ciò il governo di Parigi lo avrebbe detto, o fatto capire, nei suoi due « memorandum », e il più autorevole dei giornali parigini lo scrive chiaramente, ammonendo che la Francia ha la possibilità di fare pressione sulla Casa Bianca e sul Congresso mediante l'opinione pubblica americana. Fatti recenti dimostrano che l'opinione pubblica, negli Stati Uniti, può imporre la sua volontà ai governanti, com'è avvenuto quando li ha costretti a modificare la loro politica circa Formosa e circa la Spagna franchista'. La Francia, scrive Le Blonde, ha definita la sua politica, che consiste nel promuovere l'unione atlantica, la quale ha molti partigiani negli Stati Uniti, fra cui venticinque senatori, i giornali più importanti e il sessanta per cento dell'opinione pubblica, secondo Ì un Gallup del mese di giugno, La politica dei Quai d*Orsay, appoggiata probabilmente dal Foreign Office, si sforzerà ora di fare del Patto Atlantico non un organismo di predominanza americana, ma una vera e propria unione fra tutti i Paesi dell'Occidente. L. Mannucci

Persone citate: Gallup, Giorgio Bidault, L. Mannucci