Il riarmo dell'Europa

Il riarmo dell'EuropaIl riarmo dell'Europa In seguito alla decisione di potenziare la difesa dell'Occidente, l'America ha chiesto ai paesi europei di formulare un piano di riorganizzazione delle rispettive forze armate, da portare a compimento in tre anni. Dai vari piani dovrà risultare l'obiettivo che si vuole rag- fiungere, la spesa che ne eriva, la quota che di tale spesa ciascun paese ritiene di poter sostenere in proprio e le rispettive possibilità di produzione degli armamenti ed equipaggiamenti. Occorrerà successivamente armonizzare i singoli piani in•mr'coinptesso unico.là cui organizzazione ed il cui funzionamento avranno a premessa pregiudiziale la salvaguardia delle varie economie nazionali, in osservanza al principio, sanzionato nel punto 4° del noto programma Trumàn sulle aree depresse, che l'arma più efficace contro la propaganda comunista è nell'abolizione della disoccupazione e nel miglioramento del tenore di vita dei popoli a più basso regime. Tradotto in pratica esecuzione, questo vasto programma "significa che, definite per ciascuno le entità dell'armamento, le varie industrie europee, integrando se del caso scambievolmente le loro capacità e possibilità, dovranno provvedere ad attivare, nel quadro economico accennato, le loro produzioni belliche, lasciando all'America il compito di fornire la parte che rimarrà scoperta. La quale America assumerà inoltre l'onere di finanziare i singoli piani per la parte eccedente le possibilità dei paesi interessati. L'Inghilterra è stata la più sollecita a comunicare il suo programma che prevede nel triennio la spesa globale fra bilanci ordinari e stanziamenti straordinari, di 3 miliardi e 400 milioni di sterline (presso a poco 5500 miliardi di.lire). Le linee del programma non sono state pubblicate, per cui l'unico dato conosciuto è quello dell'importo. La Francia invece ha successivamente reso aoto il memoriale inviato a Washington. I punti sostanziali sono: 1) Bilancio ordinario di 500 miliardi di franchi (pari a circa 900 miliardi di lire) con aumento di 80 miliardi sul bilancio 1949'50; 2) Stanziamento straordinario di 2.000 miliardi di franchi (pari a circa 3.600 miliardi di lire) da ripartire nei tre anni. Il tutto per raggiungere nella metropoli la forza di 15 divisioni, vale a dire per il potenziamento delle 5 esistenti e la costituzione di 10 nuove, dato che la Francia ha ora 5 divisioni in patria, 2 in Nord Africa ed il grosso delle forze, 150 mila uomini, in Indocina. Una parte dei fondi va naturalmente all'aviazione; 3) Dislocazione di adeguato numero di divisioni americane ed inglesi in Europa (in America s'è già fatto qualche cenno a 10 divisioni). Il memoriale fa ancora presente che con i nuovi stanziamenti le spese per la difesa rappresenteranno il 10 % del reddito nazionale, pari alla quota percentuale prevista in Inghilterra. Il Ministro delle Informazioni, dal canto suo, non ha mancato di rilevare che il peso dei 2.000 miliardi, da destinare all'armamento e all'equipaggiamento, cioè alla produzione, non può essere che in parte eopportato dalla Francia. Più precisamente, avendo preventivato il 10 % del suo reddito nazionale per la difesa, ciò significa che la Francia ha messo sul suo conto circa 800 miliardi l'anno (tra bilancio ordinario e stanziamento straordinario) e che la rimanenza, di 350-400 miliardi l'anno, l'attende dall'America. Programma vasto in se stesso, ma contenuto tuttavia in limiti molto stretti in rapporto alla difesa di un' Europa centrale nella quale, mancando, e proba bilmente per molto tempo ancora, le forse della Germania nonostante tutte le buone intenzioni dell'America in questa direzione, quelle francesi, integrate dalle anglo-americane e dalle altre minori locali, sono destinate a raDDresentare il nerbo.principale. Di notevole interesse la ricordata richiesta di grandi unità anglo - americane permanentemente dislocate sul teatro di operazioni. Diretta conseguenza d'un dato di fatto che pur essendo noto a tutti gli studiosi di problemi militari non era stato tuttavia tenuto finora nel debito conto. L'esperienza coreana lo ha fatto ricordare: l'allestimento ed il trasporto delle unità terrestri richiede un tempo che non è sempre concesso dalle esigenze della guerra. E' da questa esperienza ladcetnasnctsidfva1npcrsfsnsbrpss1acFflrCsafgmzdddrdtpacmrgfisèdpcpsldsiqqnzmqpzrtpmdvcmche ha tratto ispirazione l'attuale politica militare americana, come appare evidente dal programma di incremento al riarmo europeo e dall'apprestamento in patria di grandi unità permanenti, allo scopo di ridurre al minimo in caso di necessità i tempi di allestimento. Al programma francese non sono mancate le critiche in Inghilterra (che tuttavia ha previsto per sè una somma inferiore) e neppure in Francia : lo si giudica inadeguato, nè il giudizio ap- f>are infondato nonostante 'imponenza delle cifre previste. Pur considerando in aggiùnta alle 15 francesi, 10 divisioni anglo-americane ed all'incirca altre 10 dei paesi minori, si ottiene un complesso di 35 divisioni, ritenuto da tutti i tecnici, studiosi della questione, inferiore al minimo indispensabile. L'Italia, a quanto risulta, non ha finora presentato il suo memoriale che dovrebbe comunque essere elaborato in sede di Consiglio Supremo di Difesa. Ma sembra sia ormai da ritenere acquisito per il prossimo futuro 11 traguardo delle più volte annunciate 12 divisioni. Anche per noi, come per la Francia, l'ossatura della di fesa sarà rappresentata dalle forze terrestri, sul cui ruolo tuttora preminente la Corea sta dando una decisiva conferma sperimentale a correzione di teorie già formulate dopo la prima guerra mondiale e1 nuova> mente affiorate con insistei za in questi ultimi anni, ten denti a variare il rapporto di valutazione nell'impiego delle forze terrestri ed aeree. Per le quali ultime è d'altra parte troppo logico, tanto per la Francia quanto per l'Italia, fare largo asse gnamento sulle vastissime possibilità dell'America, li mitando la propria attività all'organizzazione delle unità per la cooperazione con l'Esercito e per la difesa di retta del territorio nazionale. Ma pur circoscritto alla costituzione delle 12 divisioni, da raggiungere evidente mente entro i limiti di tempo previsti per il riarmo europeo, è chiaro che il programma comporta un onere finanziario, della cui entità, sia pure in larga massima, è facile ricavare la misura dal confronto con le spese previste nel memoriale francese. Perchè è necessario precisare che spesa corrisponde a potenza. Si è voluto da taluni, nel trattare dell'organizzazione delle nostre forze, porre sul tappeto il vecchio ritornello della qualità e della quantità, quasi ad ammettere per le nostre unità una compensazione fra disponibilità di uomini e di armamenti. Per quanto possa sembrare superfluo, diviene allora necessario, di fronte a così azzardate affermazioni, chiarire subito che quando si tratta, per la difesa di un paese esteso ed esposto come l'Italia, che sul rovescio di un'esile e non sempre favorevole linea montana di confine apre all'eventuale invasore la vasta pianura padana in cui la salvezza non può essere affidata che alla manovra di 12 divisioni, si intende evidentemente parlare di qualità, di sola e della migliore qualità, vale a dire di divisioni armate, inquadrate, addestrate ed equipaggiate nel modo più potente e più perfetto che la tecnica consenta. Perchè quando anche avremo raggiunto le 12 divisioni, non saremo in condizioni molto migliori della Francia quando avrà raggiunto le 15. gen. Gabriele Boglione ntamtfit«pdagl'zlatCfrdudsrMpsatsiAcniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiniiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiHtatrl—bmccticsemfsclallatdSgdrtgdaPl«cfsscPpPqmscdidndutl

Persone citate: Gabriele Boglione