Parigi richiederebbe delle divisioni inglesi

Parigi richiederebbe delle divisioni inglesi L'ANTICIPATA RIUNIONE DEL PARLAMENTO A LONDRA Parigi richiederebbe delle divisioni inglesi Da 18 a 24 mesi la ferma militare - Il discorso di Churchill a Strasburgo cautamente commentato in Inghilterra (Dal nostro corrispondente) Londra 12 agosto. La notizia delle ultime ventiquattro ore che maggiormente ha colpito l'opinione pubblica britannica non proviene nè da Strasburgo nè dal numero 10 di Downing Street: è una notizia giunta, nel tardo pomeriggio di oggi, dal fronte coreano e subito trasmessa nel bollettini della BBC. Una mina, deposta dalle truppe nordlste lungo un tratto del fronte, ha provocato la morte di due dei più noti e valenti giornalisti britannici, Ian Morrison del Times e Christopher Buckley del Daily Telegraph, che si trovavano in viaggio su una jeep nel centro della zona d'operazioni. Nella esplosione, causata dal passaggio del veicolo sulla mina, è rimasto ucciso anche un funzionario indiano della commissione dell'U.N.O. Dei due corrispondenti di guerra, il più noto era Christopher Buckley, giornalista che a un senso straordinario dell'avventura univa profonda esperienza politica e diplomatica. Le avventure di Buckley come corrispondente di guerra ebbero inizio durante il conflitto di Spagna e si prolungarono quindi per tutta la seconda guerra mondiale: il giornalista britannico segui quasi tutta la campagna d'Italia e, al termine dì questa, riassunse le sue esperienze nel libro: «La strada che porta a Roma >. Ian Morrison, del Times, un esperto dell'Estremo Oriente, figlio dell'ex-corrispondente del Times da Pechino, professore di inglese in Giappone prima dell'ultimo conflitto, era divenuto dal 1941 uno dei più abili corrispondenti di guerra Inglesi nel teatro d'operazioni asiatico. E'. continuata oggi a Londra la serie delle congetture suscitate . dal recente annuncio, fatto ieri sera tardi, secondo cui il Parlamento britannico verrà convocato il 12 settembre per una riunione straordinaria sul problema della difesa. Abbiamo usato la parola congettura: ma forse non è la parola esatta, poiché si tratta di congetture che più che poggiare su vaghe voci e opinioni, si basano su indiscrezioni di fonte assai autorevole. Quasi tutti i redattori diplomatici della capitale ^ convengono, infatti, oggi, che il fine principale di questa riunione straordinaria deite due Camere del Parlamento Bara quello di approvare d'urgenza un progetto di legge governativo per il prolungamento del' periodo di leva obbligatoria da 18 a 24 mesi. Con questo radicale provvedimento il governo spera di aumentare immediatamente, di 80 mila uomini il numero degli effettivi delle forze armate e di potere cosi far fronte alle giuste richieste della Francia, che sollecita il dislocamento di un certo numero di divisioni britanniche sul continente. Si può dire, anzi, che sono state le pressioni francesi, esercitate sul ministro della difesa Sninwell, e sul ministro degli esteri Bevin pochi giorni or sono a Strasburgo, a convincere il gabinetto britannico della necessità di potenziare le proprie forze armate. E' stata questa per il governo una decisione assai dura da prendere: un prolungamento del periodo di leva non solo costituirà un grave colpo « psicologico » per il Paese, ma costringerà per di più il governo ad apportare modifiche sostanziali ai suoi piani per la produzione nazionale. Se i ragazzi dovranno prestare un più lungo servizio militare essi non saranno in grado di alu tare lo sforzo produttivo na zvresisdi?nelp■iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiim zionale: le braccia che dovranno tenere i fucili non saj ranno disponibili per le fabbriche e 1 cantieri. In una economia pianificata tutti questi problemi sono di enorme importanza, e il governo, che solo pochi giorni or sono ha dovuto rivedere i suoi piani in seguito al varo del pro- ?ramina di riarmo, dovrà riare tutti 1 suol calcoli per fare si che il potenziale umano prima disponibile venga equamente distribuito fra quelli che sono ora i quattro compiti del Paese: produzione bellica, produzione per l'esportazione, produzione per il mercato interno e potenziamento delle forze militari. In quest'atmosfera non si può dire che il piano Churchill per un esercito europeo abbia suscitato a Londra eccessivi consensi. I giornali conservatori hanno naturalmente lodato e incensato il piano, ma ' è facile notare nei loro commenti una certa tendenza a non pronunciare giudizi definitivi sull'a¬ spplgtol'pliGInticospsopgdsiteqcdembmgctefoaiiiiiiniiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiitiiiitiiiiiif itiiiiiiiiiiiiiiii spetto tecnico, funzionale del plano stesso. Il Daily Herald, giornale laborista, non ha fatto commento alcuno, e anche l'autorevole Times si è completamente astenuto da analisi e giudizi. Il Manchester Guardian, liberale, ha scritto, Invece, sull'argomento un articolo di fondo che, in realtà costituisce più una lode all'aspetto psicologico del discorso di Churchill che alle sue proposte di natura pratica. Volendo precisare l'atteggiamento inglese nei riguardi del piano Churchill, sembra sia esatto dire che questo atteggiamento è assai simile a quello manifestato all'annuncio del piano Schuman: « L'idea è buona — dicono insomma gl'inglesi — ma è attuabile? L'idea è entusiasmante, ma, prima di esprimere un giudizio definitivo, bisogna conoscere i dettagli ». Un atteggiamento, come si nota, fondato sulla massima «wait and see >, « stiamo a vedere ». m. c. iiiiiiiiii(iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiifiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

Persone citate: Bevin, Buckley, Christopher Buckley, Churchill, Schuman