Nazioni unite e disunite

Nazioni unite e disunite Nazioni unite e disunite In un suo scritto Lenin raccomanda ai suoi seguaci di non distruggere o disorganizzare le banche, ma, anzi, d'imparare a ben conoscerne il funzionamento e manovrarne i congegni. Perchè — egli dice — le banche sono un'ammirevole creazione del regime capitalistico ed, essendone l'anima ed il motore, tutti gli altri organi di quel regime cadranno più presto nelle vostre mani se riuscirete ad impadronirvi, mentalmente prima materialmente poi, del meccanismo bancario. M' è tornato alla mente questo passo quando, al primo annuncio che il delegato russo all'UNO ne avrebbe, in questa sessione, assunta la presidenza di turno, la stampa americana ed europea ha fatto di ciò grandi meraviglie e si è per più giorni sbizzarrita a formular domande ed imbastire ipotesi sui perchè e sugli scopi di questa presa di posizione. Meraviglie, domande ed ipotesi alquanto ingenue, essendo ovvio che se l'UNO è, come dovrebbe e presume essere, il supremo regolatore della politica mondiale, conviene alla Russia averne in mano le leve di comando in un momento decisivo. Ma l'analogia fra le due tattiche non va spinta troppo innanzi. Le banche sono un elemento fisiologico di un certo tipo di organismo economico; sono cresciute con esso conformandosi ai suoi bisogni ed ai suoi sviluppi; e ne sono divenute un membro di .cui queir organismo ' non potrebbe essere privalo senza subire una mutilazione mortale. L'UNO, con altre sue proliferazioni, è invece un elemento artificiosamente immesso nell'attuale ordinamento politico mondiale; è una superfetazione alla quale ciascuna delle nazioni unite teme di dover dare assai più di quanto possa sperare di riceverne 'nel moménto del proprio bisogno. Le figure ed avventure tragicomiche della prima Società delle Nazioni avrebbero dovuto sconsigliare dal crearne un'altra a sua somiglianza, e per dippiù sprovveduta di quell'aureola di libertà e indipendenza che alla prima era conferita dal non avere nel proprio seno nessuna potenza egemonica, dall'essere collocata in territorio neutrale, dal non esigere che l'ordinamento interno degli stati-membri fosse conforme ad un determinato modello politico. Neil' attuale Organizzazione delle Nazioni Unite, invece, è umanamente impossibile che la presenza di due strapotenti antagonisti non determini il polarizzarsi degli stati mi nori intorno all'uno od al l'altro di essi e non crei, nel mezzo, un aggruppamento di incerti — o si potrebbe quasi dire di obbiettori di coscienza — i quali, allegando o le loro difficoltà interne o la scarsezza dei mezzi o il proprio disinte resse o la preferenza per le soluzioni di compromesso ricuseranno di prendere una posizione netta e di as sumere la loro parte in una azione collettiva. Non si comprende, perciò, come dopo le ripetute prove d'impotenza date da quel sinedrio si possa sperare che esso risolva la grave crisi presente. Le sue deliberazioni potranno forse tutt'al più servire alla finzione giuridica che gli Stati Uniti ed altri eventuali belligeranti contro la Corea del Nord siano tali per mandato dell'UNO e per obbligo verso di essa. Finzione che non manca di pregio morale e di qualche utilità pratica; ma la realtà è che il compito di resistere alla occupazione della Corea meridionale sarebbe stato in ogni caso assunto dagli Stati Uniti e che la partecipazione di altre potenze alle operazioni belliche, in obbedienza al patto dell'UNO, è nulla o cosi grama da potersi dire soltanto-- simbolica. La Russia, da parte sua, comprende che in fondo renderebbe un gran servigio alle potenze occidentali ae provocasse essa stessa il dissolvimento dell'UNO; on de cerca non di distrugger la ma di dominarla, confidando che quanto più cresce il numero e l'influenza dei paesi asiatici che ne sono o saranno membri tanto più crescerà anche la propria nsrucrntetdgsmrsmSoctbsrbètsrsqdatmetlmpqimndpacddtrlctmdefrMforza di attrazione, e tanto niù si allargherà, la cerchia degli «indifferenti» che non hanno interessi in questioni asiatiche e non vorranno sagrifìcare per esse uomini e mezzi. E cosi, l'universo politico comprende ora tre enti in realtà non esistenti: l'Organizzazione delle Nazioni Unite, la Federazione atlantica e l'Unione europea. Tre enti sono davvero troppi per dare ordine al caos ed urge che si riducano ad uno solo. Ho già detto recentemente qui che l'Unione europea, se pure potesse nascere dalle lepide beghe fra ministri e parlamentari a Strasburgo, non sarebbe lo organismo adatto e sufficiente a fronteggiare la situazione presente. Mi sembra che" gli attuali federalisti siano in arretrato di parecchi anni, perchè il problema ora incombente non è, come in passato, di evitare un'altra guerra fra stati europei, ma di costruire un baluardo di difesa pei singoli paesi, ciascuno dei quali è impotente a difendersi da solo ed a prestar aiuto al vicino. In questa situazione, i tentativi per formare una unione politica europea sarebbero un inutile sperpero di forze, di volontà e di mezzi, e probabilmente non giungerebbero più in là della creazione di qualche altro conciliabolo internazionale od, al massimo, di qualche altro comune istituto economico. D'altra parte, nel seno dell' UNO troppe questioni possono sorgere, od esservi artificiosamente suscitate, che distraggano l'interesse degli Stati Uniti dal quadrante europeo, attirino altrove le loro forze ed i loro mezzi, accrescano certi loro latenti o palesi dissidi con l'Impero britannico; e tutto ciò debilita paurosamente la precaria situazione dei paesi europei. Il prolungarsi della guerra in Corea e 1' accendersi di altri conflitti in Estremo Oriente, come quello per Formosa, gioverebbero sotto questo riguardo alla Russia assai più che una rapida vittoria dei nordisti o del cinesi di Mao. : L'abilità degli uomini di Stato europei dovrebbe per ciò concentrarsi tutta nel sollecitare la costituzione di una potente ed efficiente Federazione atlantica, dissuadendo gli Stati Uniti dallo impegnarsi troppo a fondo e troppo a lungo nell'Estre mo Oriente, avvincendo alla causa europea tutto l'Impero britannico, associando alla comune difesa anche al tri paesi che ora sono fuori dell'UNO e non sarebbero compresi in una unificata Europa centrale.

Persone citate: Lenin, Mao