Là battaglia sindacale annunciata per l'autunno

Là battaglia sindacale annunciata per l'autunno Là battaglia sindacale annunciata per l'autunno Dichiarazioni dell'on. Di Vittorio ad una conferenza stampa: "Per la prima volta la scissione del '48 si è ristabilita l'unità con le altre organizzazioni operaie,, Nessuna agitazione di carattere politico • L'esortazione al governo dell'on. Pastore Roma, 8 agosto. Ricevendo 1 rappresentanti della stampa italiana e straniera, il segretario delta CGIL, on. Di Vittorio, ha dichiarato di voler illustrare il carattere, la portata e le possibili conseguenze della vertenza sindacale in corso fra la Confindustria e le organizzazioni dei lavoratori. « Un fronte unico » c E' la più grande e più grave vertenza sindacale di questo dopoguerra — ha cominciato a dire — interessa direttamente circa quattro milioni di lavoratori e altri milioni vi sono interessati di riflesso: per questo è la più grande. E' la più grave perchè questa è la prima volta che si è avuta una rottura di trattative In sede interconfederale, mentre fino¬ ll1lflllllllllllIlitIMIIHMIIIIMItlllllll1Illllllflllllll ra tutti gli accordi lnterconfederali erano stati raggiunti mediante normali trattative. Le conseguenze possono essere quindi l'Inizio, nel prossimo autunno, della più grande lotta sindacale che l'Italia abbia conosciuto in questi 'ultimi anni. Noi non ci nascondiamo le difficoltà della prossima battaglia, che probabilmente sarà lunga e dura, ma abbiamo la certezza della . vittoria perchè la nostra causa è giusta, fidla< mo che sarà' appoggiata dalla opinione pubblica e sappiamo che l'accordo fra le tre confederazioni dei lavoratori per un fronte unico è solidamente fon dato. L'unità sindacale si è ristabilita per la prima - volta dopo la scissione del '48, e questa unità non sarà spezzata nel corso della lotta che avrà ca rattere puramente sindacale >. L'Impegno di mantenere l'u- llllllUllllllIlllllllllllll11IIIIIIIIIIIillllllllflllIIH nltà è stato confermato dall'on. Pastore in nome della C.I.S.L. in un discorso nel quale il responsabile del sindacalismo libero ha esortato il governo a non fare 11 giuoco della Confindustria. Quanto alla U.I.L. il suo direttivo si è impegnato oggi a mobilitare tutti 1 suoi propagandisti per l'organizzazione della lotta: la unità quindi sembra assicurata ed una conseguenza ne scaturisce, degna di attenta considerazione: sin tanto che questa vertenza non sarà risolta non avremo In Italia agitazioni di carattere politico perchè i comunisti si asterranno da qualsiasi gesto che possa pregiudicare la raggiunta unita di azione sindacale. Questo può dare la spiegazione della cauta e blanda reazione del partito comunista alle operazioni di polizia della scorsa notte di sabato: anzi una coincidenza singolare deve qui essere notata: l'operazione di polizia è stata compiuta nella notte fra il 5 e il 6 e appunto il giorno 5 DI Vittorio aveva diramato gli inviti per l'odierna conferenza stampa. Se da sabato . ad oggi fossero accaduti gravi incidenti, la campagna propagandistica delle organizzazioni sindaca!: non avrebbe potuto avere inizio. Di Vittorio parlando oggi alla stampa si è mantenuto molto pacato e nella sua esposizione non ha mancato di abilità. Le cifre e 1 dati del documento che veniva illustrando sono stati scelti bene, quasi tutti da fonti ufficiose, se non ufficiali. Alcuni, che potrebbero sembrare inesatti, sono stati falsati all'origine a fini di propaganda: la C.G.I.L., ora che Vi ha trovato la propria convenienza, li ha viceversa presi per buoni. n primo punto delle rivendicazioni concerne, come è noto, la riqualificazione dei salari e degli stipendi delle categorie operaie e impiegatizie. Di Vittorio ha fatto un quadro della situazione di disagio dei lavoratori, dal manovale semplice all'Impiegato di primissima categoria, e, maneggiando le statistiche . ufficiali, ha rilevato che 1 salari medi si aggirano attorno alla metà del costo minimo della vita constatato per la famiglia tipo: <. In queste condizioni avremmo il' dovere di chiedere un aumento generale e differenziato dei sa» lari e degli stipendi, mentre, per un sentimento di responsabilità, ci siamo limitati a chiedere una parziale e moderata rivalutazione. Ma è chiaro che, se ci verrà imposto l'onere di una lotta, dovremmo esaminare la possibilità di aumentare le nostre richieste >. Richieste moderate A meglio dimostrare la moderazione delle richieste. Di Vittorio ha affermato che il loro accoglimento integrale comporterebbe il modesto onere del 5 per cento della somma attuale pagata per salari o stipendi; la Confindustria ha risposto di non essere in grado di sopportarlo e Di Vittorio si è proposto di dimostrare 11 contrario. Egli ha citato la relazione della Banca d'Italia letta dal governatore Menichella il 31 maggio scorso, nella quale si dice che la produttività oraria del lavoro nel 1949 è aumentata In media del 15 per cento rispetto al '47 e del tì,50 per cento rispetto al '48: <A questo notevole aumento del rendimento del lavoro non ha corrisposto nessun beneficio per i lavoratori e, poiché non si ' può affermare che la maggiore produzione sia stata dovuta ad un vasto rinnovamento degli impianti, è chiaro che essa è dovuta quasi esclusivamente al maggiore sfruttamento del lavoratori». A questo punto Di Vittorio ha dichiarato che non ragioni economiche determinano quindi l'irrigidimento della Confindustria, ma ragioni politiche, e che essa è incoraggiata in questo dall'atteggiamento del governo: < Un governo — egli ha detto — che non esercita e non intende esercitare un controllo sui profitti capitalistici e sul loro uso non ha 11 diritto morale di intervenire per limitare i salari >. Chiusa la parentesi del breve attacco al governo (sostanzialmente Di Vittorio ha ripetuto a questo puntò le parole o almeno i concetti di Pastore), il segretario della C.G.I.L. ha indicato come prova ultima dei fini politici che dettano l'atteggiamento della Confindustria il fatto che anche in materia di regolamentazioni dei licenziamenti individuali — secondo punto delle rivendicazioni sindacali — l'organizzazione padronale si è irrigidita sulla negativa, c La regolamentazione come noi l'abbiamo chiesta non comporta nessun onere per le aziende. Non abbiamo chiesto il divieto di qualsiasi licenziamento, ma solo la conferma di un accordo stipulato nel '47 che prevedeva rappresentanze paritetiche delle due parti ed una istanza finale arbitrale in modo che si attuassero solo i licenziamenti determinati da giusti mothi. La Confindustria non intende neppure prendere in considerazione questa richiesta. Perciò — ha concluso Di Vittorio — è fin troppo chiaro che ai lavoratori, i quali in tutto il corso delle lunghe trattative hanno dato ripetute prove di comprensione, non rimane altra via che quella della lotta sindacale per far valere i propri! diritti e sostenere la validità delle proprie esigenze. La lotta ci sarà se la Confindustria rimane sulle sue posizioni: e della lotta non saranno responsabili i lavoratori italiani ». v g

Persone citate: Di Vittorio, Menichella, Pastore

Luoghi citati: Italia, Roma