Politica militare

Politica militare Politica militare CIO so- La vita della Commissio ne Suprema di Difesa era praticamente cessata dal 1943. La Costituzione ave va previsto la creazione dell'organo destinato a sostituirla, ma le remore parlamentari ne avevano finora ritardato la nascita, a decidere della quale è stata necessaria la guerra in Corea. Il Consiglio Supremo di Difesa che sta per sorgere è chiamato a definire la nostra politica militare in senso completo e cioè anche deliberativo, a differenza sostanziale di quanto si verificava per la Commissione di Difesa che, nella stessa sfera di attività, aveva le sue attribuzioni limitate alla funzione consultiva. Superfluo indugiare sulle conseguenze della mancanza per tutti questi anni di un indirizzo militare, che le gravi condizioni derivate dalla sconfitta avevano reso non meno sensibili: è al contrario da ritenere che, mutata radicalmente per le nuove condizioni esterne ed interne, la nostra situazione, a più forte ragione occorresse non perdere tempo a definire il nuovo indirizzo per la nostra difesa, problema che coinvolge sempre provvedimenti con effetti a lunga scadenza. Esigenza che procrastinata inizialmente per òvvie ragioni era tuttavia divenuta particolarmente sentita con la firma del Trattato di Pace, con la quale l'Italia accettava bensì, per un verso, le limitazioni imposte alle nostre forze armate ma riacquistava, per l'altro, contemporaneamente la sua indipendenza in campo internazionale, e soprattutto con la adesione al Patto Atlantico con la quale stabiliva i limiti del suo settore difensivo nel quadro dell'alleanza ed assumeva l'impegno, entro quei limiti, di tendere con il massimo sforzo al potenziamento delle sue forze armate. E' indubbiamente la visione della urgenza e complessità dei problemi da risolvere che ha indotto il Capo dello Stato a convocare in riunione preliminare i membri designati a farne parte prima ancora che il disegno di legge per la costituzione del Consiglio di Difesa sia divenuto norma operante. Perchè, ed in risiede l'altra differenza stanziale con la Commissione di Difesa, il .Consiglio è presieduto dal Capo dello Stato ; il Presidente del Consiglio dei Ministri ne è il vice-presidente, i ministri dell'Interno, degli Esteri, del Tesoro, della Difesa, dell'Industria ed il Capo di S. M. della Difesa ne sono i membri. Spetta ai giuristi il merito di aver superato la difficoltà di conciliare la irresponsabilità, prevista dalla Costituzione, del Capo dello Stato con la Sua presidenza ad un alto consesso deliberativo e quindi pienamente responsabile. Così, mentre la partecipazione di tutte le più alte autorità politicamente e tecnicamente interessate e responsabili offrirà al Paese la massima garanzia sulle deliberazioni del Consiglio, la presidenza del Capo dello Stato servirà a sanzionare l'osservanza del supremo interesse nazionale, al disopra ed al di fuori di qualsiasi interesse di parte. La figura dei componenti dell'alto consesso dice chiaro quali elementi siano a base dello studio e della soluzione di un problema che, non è vano ricordarlo, prima di essere militare è politico, perchè ai tecnici compete bensì organizzare e dirigere il dispositivo militare nei limiti dei fondi disponibili e secondo l'indirizzo strategico, che spetta però all'autorità politica definire. Il quale indirizzo è la sintesi delle valutazioni della situazione internazionale e della posizione politica e geografica del Paese in rapporto a tale situazione, delle condizioni interne e delle possibilità demografiche, industriali, agricole e finanziarie. E' in conseguenza di questo processo elaborativo che è logicamente da presumere che la partecipazione del Capo di S. M. della Difesa abbia più che altro carattere consultivo ed informativo per l'alto consesso, alle cui autorità politiche compete essenzialmente la responsabilità di decisione, che, è appena il caso di rilevarlo, riveste in questa particolare contingenza la importanza che è propria delle deliberazioni conseguenti alle grandi svolte della storia di un popolo. Nel periodo di espansione, seguito all'assestamento dell'unità nazionale, l'Italia, pur appoggiandosi alla Triplice Alleanza e pur svolgendo una politica di equilibrio nei riflessi delle competizioni europee, non rinunciava ai suoi disegni verso i territori africani nè poteva trascurare le sue ri¬ vendicazioni alle regioni na zionali soggette all'Austria. Il che la costringeva ad un conseguente sviluppo delle forze armate, che sebbene escludesse per l'esercito una contemporanea azione sulle due frontiere terrestri e per la marina uno scontro con la flotta inglese, in quell'epo ca sovrana assoluta dei mari, richiedeva tuttavia per entrambe il raggiungimento di obiettivi superiori alle possibilità del Paese, talché, nonostante le favorevoli condizioni create dalla politica, ci presentammo alla prima guerra mondiale in quel grave stato di impreparazione che si risolse in un duro e penoso sacrificio di vite umane. Concluso felicemente il conflitto, la politica nazionale andò via via assumendo sviluppi ed orientamenti sempre più vasti, che avrebbero richiesto possibilità superiori alle nostre per adeguare il progresso del dispositivo militare alla. politica che si andava facendo. L'inevitabile conseguenza fu che fin dall'inizio del secondo conflitto mondiale fummo costretti, ancora una volta, a scontare duramente la nostra impreparazione. Fra le due grandi branche delle forze armate, esercito e marina, si era intanto inserita 1 aviazione, le cui possibilità palesatesi di grande ampiezza sino dalle prime esperienze della guerza 1914-18, dovevano decisamente affermarsi nel conflitto 1939-45. Alle azióni di bombardamento e caccia si è aggiunta la cooperazione sempre più estesa ed efficace con le forze terrestri e navali: per le prime, la protezione dall'azione aerea avversaria, l'osservazione e ricognizione fotografica del campo nemico sono state completate dall'azione diretta sulle forze contrapposte ad integrazione e prolungamento delle possibilità dell'artiglieria, per le seconde si è ormai giunti a sostituire l'azione già devoluta alle navi da battaglia con quella degli aerei imbarcati sulle portaerei, le quali formano oggi l'ossatura delle grandi flotte. — Se si pensa che le marine inglese ed americana con tutta la loro imponenza hanno due sole navi da battaglia in armamento, mentre noi continuiamo a far solcare i mari dalla gloriosa ma ormai degna di riposo Andrea Doria, appare evidente l'urgenza di prendere in esame una situazione che oltre ad essere poco adeguata per il suo elevato costo di esercizio alle nostre scarse possibilità, non trova neppur più alcuna giustificazione ' in campo tecnico —. Questo sommario e rapido cenno ad alcuni aspetti del problema richiede ancora, per il ragionamento che interessa, di ricordare che l'inesauribile progresso del tecnicismo ha prodotto come conseguenza la selezione di uomini ed armamenti, dalla quale è derivata la tendenza agli eserciti di piccola mole ma di grande mobilità e potenza. E' chiaro'che è essenzialmente alla costituzione di un tale esercito che il Consiglio porrà le sue maggiori cure. Esclusa dalla definizione e dal consolidamento dei due blocchi che tengono diviso il mondo la possibilità di conflitti parziali con obiettivi autonomi e particolari, il problema militare dell'Italia, inserita nell'alleanza occidentale, è limitato alla difesa locale, tattica del suo territorio e, più precisamente, contro eventuali aggressioni che non possono pervenire che, per terra o per aria, da oriente. Il blocco cui appartiene, per la sua posizione geografica e per le conseguenti esigenze, non potrà mai rinunciare alla padronanza dei mari che detiene e che le marine dell'America e dell'Inghilterra sono in grado di mantenere, assicurando i rifornimenti e gli scambi, compresi quelli dell'Italia, che vi saranno naturalmente inseriti, trovandosi la nostra Penisola all'incrocio di grandi vie di comunicazione. Ragionamento che si estende al bombardamento aereo, mezzo di lotta strategico, che esula dalle nostre possibilità e dalle nostre funzioni. Argomenti tutti che circoscrivono il nostro problema militare alla costituzione di un esercito adeguato alla chiusura della frontiera ed alla protezione del territorio da eventuali ma possibili aviosbarchi, di una marina organizzata per la azione limitata al servizio costiero e di una aviazione essenzialmente provveduta di mezzi per la cooperazione con l'esercito e di quadri naviganti per gli aerei destinati alla protezione del territorio, che, nel quadro del Patto Atlantico, l'America potrà fornirci e noi potremo in parte costruire, gen. Gabriele Boglìone

Persone citate: Gabriele Boglìone

Luoghi citati: America, Austria, Corea, Inghilterra, Italia