Più cattivi i primogeniti ? di Francesco Argenta

Più cattivi i primogeniti ? Più cattivi i primogeniti ? Le statistiche sembrano confermarlo. Portatori, frequentemente, di anomalie, essi soggiacciono più facilmente a disturbi di carattere, danno alla criminalità un contributo maggiore I risultati dell'indagine che il prof. Santo Busatto, dell'Istituto di medicina legale di Torino, ha condotto su 686 minorenni delinquenti, vale a dire sul materiale umano che è sfilato, in un quinquennio, dinanzi al locale tribunale dei minori, presentano un interesse che trascende il mondo chiuso degli studiosi. Si tratta della conferma di un'ipotesi che la scienza si era prospettata da tempo: la influenza che l'ordine di nascita ha sulla eziologia delle anomalie cosiddette congenite, siano di natura fisica o di natura morale. Maggiore fralezza II primogenito si presenta in una condizione di fralezza rispetto agli ultimi nati. E ciò è confermato da biologi e statistici, i quali han dimostrato che lo sviluppo corporeo e l'energia vitale aumentano in diretto parallelismo con l'ordine di nascita. Più della metà dei tubercolotici — ha dimostrato Ettore — è costituita da primogeniti e questo fatto, che assurge quasi a valore di legge, è stato confermato da Pasin, attraverso l'indagine compiuta tra i ricoverati dell'ospedale Eorlanini di Roma. Afa iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii'iiiiiiii aia vera o infondata la supposizione che induce i clinici a porre l'interferenza esercitata dall'ordine di generazione in'rapporto con le condizioni meccaniche di distocia che hanno accompagnato il verificarsi del parto, oppure coi fattori di natura blastotossica rappresentati dell'età o troppo giovane 0 troppo avanzata dei genitori, è certo che i primogeniti sono più predisposti alle neuropatie, ai disturbi di carattere, alla deficienza intellettiva, alla pazzia, sinanco, come ha accertato il Boldrini, il quale, estendendo l'indagine, ha trovato che i primogeniti detengono altri tristi primati: sono più inclini degli ultimi nati al suicidio, e, quanto alla donna, danno alla prostituzione un concorso che è superiore due volte e mezza a quello che ci si poteva aspettare. Del resto, l'ipotesi che l'ordine di nascita abbia un'influenza nefasta e fatale; abbia, inspiegabilmente, ad intervenire nella genesi stessa della criminalità, era stata intravista anche dalla vecchia antropologia lombrosiana, uno dei cui esponenti, il Marro, aveva messo in risalto che la generalità dei delinquenti provengono con frequenza da genitori troppo vecchi o troppo giovani. L'Angiolella, a sua volta, aveva dimostrato che i genitori vecchi trasmettono ai figli i caratteri propri dell'età avanzata: l'astuzia, il calcolo freddo, la sospettosità e la deficienza affettiva, il che predisporrebbe la prole ai reati contro la proprietà e, segnatamente, alla truffa, mentre i figli procreati da genitori in età giovanile od immatura sortirebbero più frequentemente un carattere violento ed eccitabile onde sarebbero più proclivi ai reati di. impeto e di passione. Metodo rigoroso In Delinquence and primogeniture, Armstrong ha ampiamente indagato il fenomeno: egli ha condotto le sue ricerche su un gruppo di 991 criminali minorenni e le conclusioni sono state tristissime: fra i primogeniti, spesseggiano, con un rapporto schiacciante, i violenti; 1 ' violenti contro l'ambiente domestico. La scuola lombrosiana, per contro, tramanda il caso del primogenito di Crocco, il famigerato bandito, che a tre anni aggrediva a sassate i compagni, e segnala il caso illustrato dal Fregier, un bimbo di quattro anni (il primogenito di un ladro matricolato) che iiniiiiiniii iiiiiiiiiiiiiini iiiimiiimìi collaborava attivamente col padre e, a quell'età, se la sbrigava egregiamente nel cavare, in cera, l'impronta delle serrature. Ora, l'indagine compiuta dal prof. Busatto sui minorenni giudicati dal locale tribunale conferma nettamente quando si presumeva o si sospettava: il concorso prevalente che i primogeniti danno alla criminalità, l'influenza che l'ordine di nascita esercita sul prodursi delle anomalie e delle deviazioni morali cui va soggetta in linea generale la prole. L'indagine, come si è detto, è stata estesa a 686 ragazzi, fra i H ed i 18 anni, giudicati in un quinquennio dal tribunale dei minorenni. La composizione famigliare e l'ordine di nascita sono stati ricavati per ciascun soggetto con metodo rigoroso: dalle informazioni degli organi di polizia, dalle dichiarazioni dei familiari, da documenti ufficiali, più spesso. Ora, se com'era da attendersi, man mano che aumenta la consistenza numerica delle famiglie, decresce progressivamente il numero assoluto dei minori delinquenti, i quali risultano appartenere, per la più parte, a famiglie con pochi figli, ed, in proporzione assai minore, a famiglie numerose (ma tutto questo non prova che vi sia una prevalenza di criminalità in seno alle famiglie poco numerose, dipendendo il rapporto dalla ovvia e naturale sproporzione che esiste in natura fra il numero delle famiglie con pochi figli, che è rilevante, e quello delle famiglie con molti figli, che è, al contrario, scarso) i dati offerti dall'indagine dimostrano manifestamente che le cifre riguardanti i minori criminali, tanto quelle assolute che quelle relative, decrescono rapidamente man mano che si sale nell'ordine di nascita. Quasi la metà! Grosso modo, si può dire che quasi la metà dei criminali minorenni è data da primogeniti: un quarto da secondogeniti, un ottavo da terzogeniti. Ricavare da tutto questo una legge, matematica e definitiva, può sembrare, certo, un assurdo. Ma l'elaborazione ulteriore dei dati, attraverso l'esame non più del complesso delle famiglie, ma di ciascun gruppo di famiglie con lo stesso nume¬ ro di figli, porta a risultati analoghi: larghissima la prevalenza di primogeniti criminali in seno alle famiglie poco numerose; larghissimo e prevalente il numero di primogeniti fra i minori criminali. La scienza dispone di vari metodi per il controllo dei dati che scaturiscono dalle sue indagini. Uno di questi è il metodo ideato da Weimberg. E' una specie di <prova del nove ». Quello che è apparso in linea teorica ha da apparire nella realtà, attraverso l'applicazione di questo metodo, e viceversa; un calcolo affatto complicato e sicuro, che affianca, in forma suggestiva a quella che è la realtà oggettiva, quello che potrebbe definirsi l'aspettativa. Il prof. Busatto ha compiuto anche questa prova ed il risultato è stato tutto a danno dei primogeniti: una realtà di 306 contro un'aspettativa di 266M- Il che vuoi dire che la partecipazione dei primogeniti all'attività criminosa supera di un settimo la quota che era lecito attendersi. Decisamente, i primogeniti sono più cattivi degli ultimi nati. Francesco Argenta L'attrice Arlene Dahl alla « prima » di un suo nuovo film a Hollywood iiiiiiiiiiiiiiiiHiiiiuiiiiii iiiiiimiiiiiiiiiiiii

Luoghi citati: Hollywood, Roma, Torino