I quaderni di Cino

I quaderni di Cino I quaderni di Cino Cino Bozzetti pittore. E' I pmorto giusto un anno fa, e in qun anno la maggior conoscen za dell'opera sua, addirittura la fama, ha camminato svelto. Lo sorprese che già aveva varcato la settantina e lo lasciò come lo aveva trovato, semplice, quasi indifferente. Fino a ieri noto a pochi amici affettuosi, solitario, riservato come ogni buon piemontese: oggi, che non c'è più, una mostra alla Biennale di Venezia, cioè il contatto col più vasto mondo. Ma non è stata una ingiustizia: a quel silenzio collaborò lui stesso. Il padre garibaldino, i fratelli (uno di essi Generale dei Rosminiani), la casa campestre di Borgoratto di Alessandria dove morì, la soffitta di via Bidone 24 a Torino dove anche lavorava e riceveva qualche amico: questo è i. poco che si sapeva di Lui; il resto, l'arte e la meditazione continua, cose soltanto sue, raramente comunicate. Era povero, modesto nella sua vita esteriore. E pudico, « astratto in considerazione », come Leonardo alle Grazie. Aveva anche di Leonardo quel rapimento fra di poeta e di scienziato, di amante e di indagatore mai sazio della natura: i suoi libretti, i suoi mille fogli erano riempiti di infiniti veloci particolari; il quadro non gli bastava, gì. piaceva cominciarlo, attardarsi anni a finirlo o non finirlo mai, e questa non era astuzia, nè impotenza, ma un segreto suo di più vera, interna, inesauribile compiutezza. Ora, in questi giorni, mentre si annunzia una pubblicazione sull'intera « opera incisa > di Cino Bozzetti, esce « in memoria » a cura di P. Remo Bessero Beiti, I. C., un saggio dei suoi curiosi scritti, disseminati in moltissimi quaderni; e dico curiosi per indicare non solo la molteplicità degli interessi intellettuali e morali di Cino ch'essi rivelano 0 adombrano, ma anche qualcosa della loro bizzarra scrittura, e più che bizzarra, impensata, intima e personalissima, da far meraviglia. Talvolta vien da pensare, per i motivi già detti, ai pensieri, alle favole, alle sentenze, al « tu sarai tutto tuo » di Leonardo. Come per questo dipinto apologo: la chioccia amorosa ha raccolto sotto le ali 1 pulcini dell'avvoltoio. Le hanno divorato le viscere. Gemiti r..-immillo alle mie orecchie. Il tuo cuore non lo confiderai alle Aere. Vorrei darvi da leggere alcuni suoi ragionamenti d'arte, ma certo sembreranno più nuovi altri frammenti della sua lunga, fedele meditazione intorno ai rapporti fra Dio e il mondo, il Creatore e la creatura: «Noi viviamo la vita attuale del mondo, in modo di vita, ma essa non è la vera vita sostanziale, quella cioè che è come deve essere; è, sì, dunque, ma non come deve essere, e quindi l'uomo desidera che gli sia integrata questa inane e mancante e mortale vita, soprannaturalmente, dacché la sua natura non lo può. Ora avviene che quando l'uomo non possiede la cognizione della autentica e vera soprannatura, è facilmente sedotto dall'erronea soprannatura ' superstiziosa, magica, diabolica, malvagia, che lo disvia dall'acquistare quel che cerca, cioè la vera via, la verità, la vita, e lo mantiene nello smarrimento, nell'errore e ignoranza, nella morte e malattia, che è la stessa cosa. Qui dunque si vede la necessità universale cosmica, diremo cosi, per la creatura come è, dell'integrazione messianica, cioè del reintervento del Creatore Dìo nella creazione ». Quando verran pubblicati quei suoi quaderni, allora si avrà il vero, l'intero Bozzetti; egli stesso, credo, non pensava di disgiungere questa sua opera segreta di scrutatore d anima e di minuto cronista della natura dalla sua opera palese d'incisore e pittore, perchè l'essere filosofo e uomo totale era la sua aspirazione e fatica. Si capirà allora di che riempiva la sua ostinata sCedbgtclvsqdglctcc—laIadntdCmstncvlPdcmt2piplarsdtumlftcoraggiosa solitudine ^^a.r>1f>nnn In Olia nT/1 OT17M tlAI ! valesse la sua pazienza nel comporre meditando, l'orrore d'ogni servile facilità e delle soddisfazioni frettolose, e quale fosse il significato del suo riso, buono, ma non privo c un severo fastidio. « Queste Note — son parole del quaderno 62 che possono servire da preambolo a tutto il libro degli appunti come sono servite a me per intendere, così possono eventualmente servire ad altri che siano come me bisognosi di tale scienza. Che poi essa sia scienza puerile, che. importa? dal momento che serve agli ingegni che come me hanno bisogno di un mangiare di specie tale che sia commisurata all'eventuale loro debolezza! Così almeno si potrà vivere. Bel costrutto invero si ricaverebbe da un sapere profondo e inaccessibile e difficile da digerire, cosicché non potendo mangiarlo, al morrebbe di fame! Per cui anche una puerile pappa, come è del caso, può servire ad uno scopo importante, cioè a un intendere che fa vivere e non morire ». Questo libro della «puerile pappa » sarà sorprendente quando lo avremo tutto tra- scritto, e, sia il filosofare di Cino Bozzetti sistematico o estroso, conterà quell'incanto dell'anima religiosa che sembra inchinarsi dinanzi agli oggetti della ragione o della fantasia con la serenità della comprensione raggiunta e con l'umiltà di un monaco la cui vita è preghiera. Qualcosa che tocca la poesia, che è poesia talora, come quando Cino dalla « pianura del suo soggiorno umile » guarda la solitaria stella della sera acquistar luce e allora canta in sé: «Quella è la Beata Venere Celeste — Madonna che accende a mille a mille — col suo amore gli altri amori. — Stelle che adornano il celeste soggiorno — dove chi ama vive senza disinganno ». Franco Antonicelli iliiiniiiimniilliiiiiiiiiiiiiiini L'Ambasciatore degli Stati Uniti James Dunn (l'ultimo a destra) e la sua consorte (la seconda da sinistra) assistono a Roma a uno spettacolo all'aperto bc riiiiiiiriiiiiiiiiiiiiiiii iiiiiiìiiiiiiiiiiiiitii iiiiiitiiini iiiiiiiiiiiitiiiiiiixiiiiiiiiiiiisiiiiiiiiiiiiitiiiMiiifiiiMiiiiiitiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiMii

Persone citate: Beata Venere, Bozzetti, Celeste ? Madonna, Cino Bozzetti, Cino Cino Bozzetti, Franco Antonicelli, James Dunn

Luoghi citati: Alessandria, Cino, Roma, Stati Uniti, Torino, Venezia