Il taglio cerebrale che rinsavisce i pazzi di Angelo Viziano

Il taglio cerebrale che rinsavisce i pazzi IL CONVEGNO MEDICO DI VERONA Il taglio cerebrale che rinsavisce i pazzi E' lecito l'intervento operatorio che trasforma la personalità del paziente? (Dal nostro inviato speciale) Verona, 22 luglio. E' un delitto operare i pazzi per rinsavirli? E' da rigettarsi un'operazione che via via sta perdendo di arditezza e sempre meno espone a rischi chirurgici; mentre acquisisce di mano in mano indicazioni di opportunità? Nembi si addensano contro la sua realizzazione; violente sono le accuse. C'è la sposa che dice al chirurgo: « Lei mi ha dato un marito nuovo; non è lo stesso uomo ». C'è la madre che commenta: « E' mia figlia, ma allo stesso tempo un'altra persona. Il corpo di mia figlia è con me; ma taluni sentimenti interiori, la tenerezza, la dolcezza, sono scomparsi ». Si accusa, insomma, la « leucotomia », il taglio cerebrale, cioè, che guarisce i malati di mente, di essere responsabile dell'alterazione della personalità. Quindimila casi La grave questione è stata affacciata stamane alle «giornate mediche internazionali » dal prof. Almeida Lima, un grosso calibro della chirurgia del cervello, braccio destro dell'ideatore della « leucotomia », il Premio Nobel Egas Moniz. Egli ha detto: « Non vi è diminuzione di intelligenza. Le varie prove sono eseguite dall'operato con la stessa esattezza di prima dell'operazione, alle volte anche meglio, grazie allo sparire di alcuni sintomi: agitazione, ansietà, ecc., che interferivano nel quadro morboso. Le abitudini acquisite restano ». Ha però poi soggiunto: « Ma la tonalità emozionale che dà colore agli atti intellettuali si attenua e si spegne ». L'operato, insomma, tende ad assumere il comportamento di un automa, cosi intelligente, cosi capace di reagire con opportunità e precisione agli stimoli esterni come prima dell'operazione (anzi assai meglio, se queste reazioni erano prima pregiudicate da sintomi psicosici). ma meno sensibile agli stimoli interni. Per contro, se duro è questo prezzo da cagare, c'è il rovescio della merlatala, U buono. Numerosi sono i malati che prima dell'intervento erano ricoverati in manicomio, incapaci di vivere in famiglia, di pensare al proprio mantenimento, di praticare qualunque attività so¬ ciale utile; mentre dopo operati sono tornati al convivio familiare diversi cioè da come erano prima della scomparsa della malattia mentale, ma capaci di lavorare, di essere utili ai parenti e alla società, liberi da sintomi estremamente penosi, da sofferenze che si suppongono fra le più tremende per l'uomo, e cioè angoscia, ansietà, sentimento di colpa, desiderio di autodistruzione. Quindicimila sono oggi nel mondo 1 mentecatti operati e forte è la percentuale delle guarigioni o dei miglioramenti soddisfacenti. Da statistiche inglesi ecco la percentuale secondo la quale sarebbero scomparsi alcuni sintomi: la tendenza al suicidio nell'83,8 per cento; l'agitazione nel 71,3; la depressione nel 71; l'ossessione nel 53.1; il delirio nel 36,6; l'eccitazione nel 31,7; l'allucinazlone nel 20,7 per cento. Sono cifre che si impongono all'attenzione e spetta al medico considerare quando, di fronte all'indicazione operatoria del malato di mente, deve cessare il contro, cioè la possibile alterazione della personalità del paziente, per il prò, cioè la scomparsa o attenuata sofferenza dell'ansioso, dell'angosciato autoaccusatore, l'allontanamento del rischio del suicidio in un malato mentale autodistruttore. Il principio su cui è fondata l'operazione di Moniz è questo: interrompere la via che porta abnormi sensazioni viscerali a certi punti del cervello dove si elaborano e si Integrano, influenzando tutta l'attività psicomotoria dell'orr ganismo. L'intervento, dall'originale alle successive modificazioni, ha quindi per fine di isolare, oppure di eliminare parti maggiori o minori della sostanza bianca del lobo frontale del cervello, la regione incriminata. Moniz usava uno strumento speciale, il leuentomo. costituito da una cottile cannula in cui era contenuta una nifi sottile lamina li acciaio che al momento opnortuno poteva essere spinta fuori a una estremità, in forma di una ansa, un semicerchio. Praticata una minuscola 'TROTfl'V'^ie crpTilca, il leucotomo veniva infisso nel punto prescelto e — portato alla profondità voluta — a mezzo di una rotazione della lamina veniva praticato un taglio sferico di un centimetro circa di diametro. Questo taglio veniva poi ripetuto in altri punti. In tal modo le connessioni situate nella sostanza bianca risultavano distrutte. , Il nostro Fiamberti, che nel pomeriggio di oggi ha pure esposto i suoi successi, è stato tra i primi a modificare il metodo operando attraverso la via orbitaria. Altri, invece, hanno la tendenza a sostituire l'operazione cosidetta « cieca » con altre a « cielo scoperto », sotto 11 controllo cioè della, vista, il che presuppone ampie aperture nella scatola cranica. Si vorrebbe anche arrivare a colpire non tutti 1 punti genericamente compromessi, ma solo quello che caso per caso risulti il vero responsabile. Anestesia moderna Come abbiamo avuto occasione di constatare in Argentina, questa è la via perseguita da Ramon Carrillo, un noto neurochirurgo attualmente ministro della sanità in quella nazione. Naturalmente non si deve proporre caso per caso l'intervento chirurgico se prima non siano stati esperiti gli altri mezzi terapeutici incruenti senza risultato. Se la dotta relazione di Almeida Lima è stato l'epicentro della 3» giornata del convegno Internazionale, interessanti altri rapporti sono stati fatti dal Gozzano, di Bologna, sugli apporti della elettroencefalografia per la localizzazione di malattie cerebrali; di Olivecrona, di Stoccolma, sugli aneuriti arterio-venosi del cervello; da W. Tonnis, di Bochum, sul fattore vascolare e traumi cerebrali chiusi, e ancora dal Fiamberti, di Varese, e dal Belloni, di Padova. Un argomento che ha richiamato mol to l'attenzione poiché sta alla base dell'andamento di ogni intervento chirurgico, « Tane stesia nei suoi moderni orlen tamenti », è stato trattato dal Dogliotti cui si deve la costi tuzìone a Torino di una vera scuola di anestesiologia. Per un grave lutto familiare il prof. Fasiani, di Milano, che avrebbe dovuto illustrarci una « visione panoramica della chirurgia del sistema ner voeo », non ha potuto intervenire. Il prof. Riquler, presidente della seduta, ha espres so il suo cordoglio, cui si è associata l'assemblea. Angelo Viziano

Persone citate: Almeida Lima, Belloni, Dogliotti, Fiamberti, Moniz, Ramon Carrillo

Luoghi citati: Argentina, Bologna, Milano, Padova, Stoccolma, Torino, Varese, Verona