Pronta riscossa italiana al Tour e vittoria di Magni a Niort di Vittorio Varale

Pronta riscossa italiana al Tour e vittoria di Magni a Niort CRONACHE Pronta riscossa italiana al Tour e vittoria di Magni a Niort Energico inseguimento di Bartali e Kubler a Robic e Impanis -- Mane si rompe una clavicola e si ritira o i e l o e o i e . o a, (Dal nostro Inviato speciale) . Nlort. 21 luglio. / nostri corridori hanno fatto presto a rinverai dal colpo subito ieri ad Angers, sicché stasera abbiamo la soddisfazione di dire che il bilancio della giornata si chiude con un attivo abbastanza brillante per gli italiani. Ci portano a questa constatazione due fatti: 1" - Fiorenzo Magni ha vinto la tappa, battendo in volata Ockers, Meunier e Bobet. che 6on lui facevano parte della pattuglia di testa formatasi una cinquantina di chilometri dall'arrivo; 2° - Bartali marcia anche lui magnificamente; ed è riap parso fresco e padrone di sè come era alla partenza da Parigi. La sua risolutezza è dimostrata da Questo episodio: nel finale della corsa'egli era stato sorpreso dallo scatto congiunto dì Robic e di Impanis riusciti a distaccarsi dal grosso per rincorrere, da soli, i quattro fuggitivi; e la cosa si metteva male per lui, giacché « Testa di vetro » e il belga si allontanavano rapidamente. Non c'è che dire, ma era abbastanza mortificante per il nostro campione farsi distanziare in tale modo, e non parliamo del tempo che- avrebbe perduto se non fosse corso subito ai ripari. Potenza di Gino Allora*fu-visto Bartali alternarsi alla testa dello squadrone assieme agli altri italiani e con loro c'era anche la Maglia gialla e i suoi gregari, e c'era Kubler che aveva lo stesso interesse di « Gino » a non perdere minuti rispetto al sempre pericoloso Robic. Davvero risoluta e potente fu l'azione degli inseguitori, ai quali Bartali serviva da esempio e da pungolo; il minuto e mezzo di scarto poco alla volta fu rosicchiato, e andò a finire che a una diecina di chilometri dall'arrivo Robic e il suo compagno vennero raggiunti. Non è che un episodio, ripeto; ma sufficiente per dimostrare che la crisi di Bartali che ieri tanto aveva impressionato, ora non è più che un ricordo, e che è ritornata nel nostro campione una ferrea e consapevole fiducia nei propri mezzi. E giacché dopo la tappa odierna non ne rimangono che due per arrivare al piede dei Pirenei, davvero possiamo compiacerci che anche questa sia passata senza gravi danni pel capitano della nostra squadra. E' vero che Ockers gH ha preso un minuto e un quarto di vantaggio (45 secondi al traguardo e 30 come secondo arrivato), e Bobet gli Ita guadagnato 40 secondi avendo il cronometrista fatto in tempo a scattare due volte la lancetta durante la volata della pattuglia di testa; ma ciò non deve soverchiamente preoccupare quanti attendono con lo imminente giudizio della montagna una più esatta graduatoria dei vaiori. Come si è detto in principio ciò che particolarmente ha fatto piacere oggi è stato vedere che anche gli iraitani hanno corso con intelligenza. (Certo, nel rapporto serale di ieri ad Angers, Binda deve essere stato molto severo). E' vero che la tappa non era cominciata troppo bene per essi, — come del resto per gli altri assi, tutti sorpresi dalla a 11 i 111 r 111111111111113 < 111 [ 1111111111 j 11 i 1111 > 111 ■ 1 mffdgtpfAmSncdvcsdgt3lg o é o n e a : a e a i i e è : a s i i é a e. il e e a a rmo e ra di ca laioli sn el e ri pno de mo a ni aa to al do a il a ta uon ulo naio a ena. di ve E' ra er li la ■ 1 m 11111111 r r 1 11111 e 1111111 < 111 i ^ 1 i 111 e c 11111111111 fuga in partenza di un trio formato dal belga Van Ende, dal tricolore Desbats e dai regionale Darnauguilhem. Mentre il belga poco dopo scompariva per una foratura, i due francesi continuavano da soli. Attraversando la Loira a Saumur (Km. 54), essi avevano SO" di vantaggio, saliti a 1 minuto esatto una ventina di chilometri oltre. Qui, il posto dello scomparso Desbat3 veniva preso dall'italiano Sforacchi che corre pei colori di una squadra regionale; i due andavano velocissimi; la corsa già aveva dieci minuti di anticipo sull'orario previsto dei 35 di media ma ciò non impedì che intorno al lOO.o chilometro la compagnia s'ingrossasse con l'arrivo di altri personaggi: il nostro Lambertini, l'algerino Zaaf e il niz* tardo Kallert. Ma non era ancora la fuga buona. Questa doveva delinearsi una mezz'ora dopo, prima coli'apparizione del regionale Meunier e poi con lo scatto. subitaneo e rapido col quale il nuovo venuto riusciva a filarsene avanti da solo. La corsa èra sempre velocissima; ora il gruppo aveva già ingoiato i resti dell'avanguardia di poco prima; Meunier difendeva coi denti i cinquecento metri che aveva conquistato, ma tutta la sua buona volon tà non impedì che precisamente al 135.0 chilometro tre uomini Io raggiungessero. Erano Bobet, Ockers e Magni; essi erano evasi dal grosso, rapidamente portandosi sul fuggitivo. Poiché all'arrivo mancavano soltanto 45 chilometri, e dato che soprattutto la classe dei sopravvenuti e il loro interesse a guadagnare tempo sul gruppo, è naturale che l'episodio assumesse di cólpo una grande importanza. Il direttore della corsa non si peritò a scendere dalla vettura-ammiraglia per inforcare una moto, dalla quale poter meqlio seguire le fasi della lotta che prometteva di riuscire vivace. La posta era davvero preziosa: non ci sarebbe stato da stupirsi se Bobet ed Ockers avessero di II al traguardo preso a Bartali e a Robic chissà quanti minuti. Superiorità di Magni Durante i primi due terzi di questa caccia affannosa svoltasi in un frastuono assordante di motori e di « clacson », la situazione di Bartali non apparve molto soddisfacente. Non solo risultava che il gruppone del quale il toscano faceva parte aveva perduto due minuti rispetto ai fuggitivi, ma al nostro campione era anche toccato assistere alla fulminea involata della coppia Robic-Impanis, che per lungo tempo si mantenne a metà distanza fra i fuggitivi e gli inseguitori. Il momento era emozionante. E' vero che in testa Magni non passava neanche un metro a fare l'andatura — e in mesto egli era nel suo pieno diritto —, ma c'erano gli altri ■ tre che si prodigavano senza economia, e Bobet più di tutti. Se i fuggitivi avessero ricevuto il rinforzo della coppia Robic-Impanis, davvero che Bartali (e Kubler con lui) si sarebbe trovato nei pasticci. Sarebbe ba¬ scalasdgmbpslvccaaB stato un quarto d'ora di indecisione, e chissà quanti minuti avrebbe perduto. Allora fu bello vedere anche la Maglia gialla partecipare assieme all'italiano ed allo svizzero alla caccia di chi era davanti. Naturalmente nè belgi nè francesi gli davano una mano — ed anche questa è buona guerra. Ma ciò non im pedi che il gruppo guadagnasse terreno. E quando una salita di circa un chilometro fu vista tagliare a mezzo una collina, ecco Bartali partire come una freccia, affrontare Verta a fortissima velocità e agguantare « Testa di vetro » prima di ogni altro.-Il pericolo era scomparso; e quel violento acceleramento aveva stornato anche un altro rischio, cioè che Bobet ed Ockers si allontanassero troppo (infatti i due minuti e 20 secondi che i fuggitivi avevano di vantaggio al 125° chilometro, all'arrivo erano ridotti a meno di uno). La volata per la vittoria di tappa non può avere una lunga storia, tanto la superiorità di Magni fu netta sugli avversari i quali, oltreché essere notoriamente meno veloci di lui, erano assai provati. L'arrivo era in salita; il toscano partì ai 200 metri e superò con poche pedalate Ockers. Al belga non rimase che mettersi dietro la sua ruota, e rtmaneMfi^nnal traguardo, mentre Bobet desisteva dalla lotta, e arrivava in coda alla pattuglia, distaccato di una quindicina ai metri. Quarantacinque secondi dopo era la volata del gruppo forte di una settantina di unità, fra cui tutti gli italiani. C'era anche la-Maglia gialla che durante la fase finale dell'inseguimento aveva forato una gomma e perduti una quarantina di secondi; con l'aiuto dei suoi compagni era riuscito egregiamente a riguadagnarli. Novantotto corridori partiranno domani mattina per Bordeaux; fra i tre ritirati di oggi vi è Mahè, vincitore dt Parigi-Roubaix e di ParigiTours, che in una caduta si è fratturata la clavicola. Coi suoi 39 chilometri e 300 la media della tappa è risultata la più alta di tutto questo Tour. Vittorio Varale t?abee Meunier, tira davanti a Ock ers, Bobet e Magni durante la fuga decisiva .(Telefoto)

Luoghi citati: Angers, Bordeaux, Impanis, Parigi, Potenza, Robic, Saumur