Rinviato il processo alla banda Giuliano

Rinviato il processo alla banda Giuliano Rinviato il processo alla banda Giuliano Per ordine del Presidente. Marmino e Badalamenti non devono essere avvicinati da nessuno (Dal nostro inviato speciale) Viterbo. 18 luglio. Ventiquattro ore di tempo sono state sufficienti per far maturare quella situazione che era in gestazione ormai da dieci giorni circa e il processo per la strage di Fortella della Ginestra è stato così rinviato a nuovo ruolo. Ma prima di giungere a questa decisione sono dovute trascorrere circa tre ore abbondanti, delle quali una occupata dalla Corte in camera di consiglio. Si è trattato in sostanza di , passare attraverso eccezioni su eccezioni, prendere in considerazione proposte, tentare di concludere compromessi fino a quando non si è visto che la unica soluzione possibile era quella di lasciare alla Corte la più ampia facoltà di decidere. E la Corte ha deciso. Mancavano pochi minuti a mezzogiorno quando si è chiuso, dopo 19 giorni di lavoro, risultato alla conclusione perfettamente inutile, il hiutdclsngplBpudnaCcaiuccfiprimo atto del primo processo alla banda di Salvatore Giuliano. Dopo quello che era accaduto ieri (richiesta dell'avvocato Pittaluga e del difensore di parte civile prof, Sotgiu di rinviare il processo per nullità del decreto di citazione), la questione stamane è stata affrontata per primo dal Procuratore Generale, la cui opinione in sostanza si può cosi riassumere: il decreto di citazione relativo a Mannino e a Badalamenti è da considerarsi effettivamente nullo e nei loro confronti non si è istruito un rapporto processuale: di conseguenza stralcio del processo che riguarda i due ultimi arrivati a Viterbo e prosecuzione del dibattimento nei confronti degli altri. Proposta di compromesso Non si può dire che l'affermazione abbia trovato soddisfatti i contraddittori, e la risposta l'ha data il prof. Sotgiu, che ha fatto osservare tutta l'inopportunità di far celebrare due processi separati per un unico fatto, tanto più che la personalità di. Mannino e Badalamenti è tale da non poter prescindere dalla loro presenza in dibattimento perchè tutta la situazione sia chiarita La questione, posta in tali termini, si prestava alla più ampia delle discussioni, e invano il Presidente ha tentato di convincere alcuni difensori e la parte civile a rinunciare alle loro eccezioni. Ad un certo momento sì è avu-; ta la 'sensazione che qualcosa si potesse concludere, e questo è avvenuto quando l'aw. Soria ha formulato una proposta di compromesso: si dichiari in effetti nullo il decreto di citazione,' si rimetta nei termini previsti dal Codice la posizione di Mannino e Badalamenti e si rinvìi il processo a data fissa, fra venti giorni per esempio. Ma per giungere a tale soluzione era necessario il consenso di tutte le parti, e tale consenso non c'era: è inutile dire che la prospettiva di trascorrere l'intero mese di agosto nell'aula della Corte d'Assise di Viterbo'si affacciava con tale soluzione, ma era un pericolo troppo grave alla mente -di tutti per trovare del paladini di questa tesi. E l'avv. Pittaluga, difensore d'ufficio di Mannino, e l'avv. Bucciante, difensore di fiducia di Badalamenti, con il loro dissenso liiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiuiuiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiliilHiii hanno spostato la questione in una situazione senza via di uscita. L'udienza allora è stata sospesa, con la speranza da parte di alcuni di .convincere i due a recedere dalla loro posizione. // colpo di scena E' stato a questo punto che si è verificato 11 colpo di sce na che stava per trasportare I gli- incidenti da un terreno!prettamente giuridico a quel- jlo di altra natura. Mannino e!Badalamenti, per ordine del presidente, pur rimanendo In una gabbia digli imputati, non dovevano essere avvicinati da nessuno. Ad un certo momento ur. avvocato siciliano, Anselmo Crisafulli, cht> in questo processo ha trovato il modo di assumere la dif;sa di ben 17 imputati, ha annunciato che un altro si era aggiunto alla cosi vasta schiera dei suoi clienti, che Frank Mannino. fino a qualche minuto prima ■i ut i ti di 11 ut tiii i itim 11111 mi i un i in i m11 ni i ni difeso, sia p l'avv. Pittaluga, lo aveva prese sito quale suo avvocato di fiducia, e come tale egli rinunciava a qualsiasi incidente. La proposta del presidente in un certo senso trionfava. Ma c'era il difensore di Badalamenti, avv. Bucciante, che di fronte a questa nuova situazione sentiva il bisogno di re¬ spingere qualsiasi tentativo di compromesso e di insistere sulla richiesta di rinvio a ruovo ruol° La discussione è scoppiata vivace, sono corse parole che stavano per diventare grosse, si è posto in rilievo che il Mannino non avrebbe potuto essere avvicinato da nessuno, e quindi nemmeno avrebbe potuto avere il mezzo per conferire ad un altro difensore il suo mandato; la questione fra i due avvocati naturalmente è finita davanti al consiglio dell'Ordine, in seguito ad un esposto dell'avv. Pittaluga: S g. mti iim 11 imi i )i r ti i ir m i tu i iti ni 11111 ti ■ i ititi

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