Gli americani su una nuova linea dopo avere abbandonato Taejon

Gli americani su una nuova linea dopo avere abbandonato Taejon Gli americani su una nuova linea dopo avere abbandonato Taejon Il lento ripiegamento verso le posizioni apprestate a 35 miglia a sud-est del Ktim - L'evacuazione degli ultimi feriti - Selvaggi combattimenti sul fiume (Nostro servizio speciale) Fronte coreano, 17 luglio. Lo « sganciamento » del grosso delle forze americane da Taejon accerchiata è il « fatto » della giornata: fatto non privo di conseguenze sul terreno politico oltre che su quello militare. Non a caso, infatti, ha coinciso proprio con l'abbandono di Taejon — cioè con un giorno « nero » sul campo di'battaglia — l'annuncio, del presidente Truman di prossime « comunicazioni » al Congresso e. all'opinione pubblica americana. Taejon non è tutto, beninteso, e ufficiosamente a Washington è stato appunto dichiarato che c'è ancora « spazio e tempo » per preparare quella controffensiva da cui gli aggressori saranno ricacciati dalla Corea del sud. Comunque, con la giornata odierna sì è chiusa, dopo 120 ore circa dal suo inizio, la grossa battaglia per la difesa delle linee a sud del Kum, dove i comunisti hanno impegnato il fiore delle loro truppe in un tale spiegamento di forze che gli americani si sono trovati spesso a combattere nel rapporto di uno a dieci di fronte al nemico. Al calar della notte Al calar della notte di lunedì le truppe americane sono sfilate verso sud, in ordine e senza subire ulteriori perdite, prima che le morse della tenaglia stretta da tre lati attorno a Taejon impedisse loro il ripiegamento. Mentre scriviamo, una dozzina di G. I. soltanto sono rimasti nella deserta excapitale, al comando del sergente Jimmy Lipps di Dayton, Ohio, al quale spetta il compito di far partire gli ultimi treni carichi di feriti da Taejon verso sud. . . _ In un solo attacco frontale si calcola che i rossi abbiano perso mille uomini in due ore nel tentativo di superare il Kum nel settore a tergo della, capitale: ogni metro conquistato dai comunisti è stato da essi pagato a caro prezzo: e strategicamente, raffrontando con quelle dei comunisti le perdite relativamente assai basse degli americani, si può ben dire che i vantaggi di questa vittoria sono per i noracoreani forse discutibili. Tajeon, divenuta il 28 giugno capitale « provvisoria » della Corea del Sud, ha perso il suo scettro dopo 19 giorni: Coi coltelli fra i denti L'ultimo comunicato di Mac Arthur non fa ancora cenno all'abbandono di Taejon, ma già si sa che il bollettino dei Quartier Generale fornisce t dati fino a tre o cinque ore prima del momento in cui viene reso pubblico, ad evitare di comunicare informazioni o di giovamento allo stesso nemico o imprecise perchè relative a situazioni ancora fluide. Il comunicato recava, però, un accenno di particolare interesse al fatto che sono stati avvistati nel cielo della Corea per la prima volta oggi degli aerei nemici a reazione, il che potrebbe anche sottintendere che i rossi stanno studiando il modo di controbattere, con aerei che qualche compiacente amico passa loro di sottomano, la schiacciante superiorità americana. Tatticamente, il lento ripiegamento americano e la. resistenza protratta sul Kum per 5 giorni hanno permesso, in questo complesso gioco di scacchi della guerra coreana, di rafforzare la nuova linea difensiva: secondo dichiarazioni ufficiose, questa linea si prolungherebbe lungo tutta la Corea Meridionale a trentacinque miglia circa in linea d'aria a Sud-Est di quella del Kum, nei pressi di Kumchon, dove esiate anche una catena di contrafforti naturali montagnosi che ostacolerebbero un'avanzata nemica. Qualche particolare « inedito » viene frattanto rivelato sullo svolgimento dell'ultima fase detta* battaglia per Taejon, che si è aperta alle sei del mattino di domenica. I pri¬ mi a venire all'attacco sono stati contingenti comunisti di « disperati » che hanno traversato il fiume a nuoto coi coltelli fra i denti e granate a mano sopra il capo. Queste unità hanno stabilito una pri ma testa di ponte a sud del Kum presso Taejon, benché una aliquota ben riaotta di « rossi » *to giunta incolume alla sponda opposta del fiume. Alle otto, scesi al contrattacco i carri armati ame ricani, anche la testa di ponte era stata « sbaragliata ». Ma successivamente li pres sione nemica aumentava sui fianchi, stringendo gli americani in una morsa per liberarsi dalla quale essi dovevano sgomberare anche il tratto di fronte prospiciente il fiume. Nel ripiegamento non è stato possibile per gli americani nemmeno di portar seco i feriti più gravi. Solo intorno alla, testa di ponte si calcola però che i comunisti abbiano perso un migliaio di uomini. Trascorsa la fase « dura » della battaglia, U ripieuamento americano è avvenuto con rigoroso ordine e senza più perdite. Sull'aeroporto di Taejon due miglia a Nord detta città, gli americani hanno dovuto abbandonare quattro aerei che non hanno potuto prendere il volo, ma che sono stati però prima resi inutilizzabili. La giornata non è stata d'ai tronde tutta nera: una hril lante azione aerea è stata ef- 7èÌtuaTà"'da Yombardiert p~e-J r santi B-29 contro nodi stra doli nei pressi di Seoul, men tre sulla costa orientale unità rosse all'attacco sono state vittoriosamente respinte dai sud-coreani, che sono a loro volta passati all'offensiva costringendo il nemico ad una ■n fuga disordinata », secondo i termini stessi di un annuncio del Quartier Generale. Anche a Yechon un contrattacco sud-coreano ha bloccato i rossi. Robert Miller dell'U.P.

Persone citate: Dayton, Jimmy Lipps, Mac Arthur, Robert Miller, Selvaggi

Luoghi citati: Corea Del Sud, Ohio, Seoul, Sud-est, Washington