A Mosca si parla di vittoria

A Mosca si parla di vittoria A Mosca si parla di vittoria Ricompaiono sulla scena Litvinov e Maiski - Le trattative diplomatiche in corso e l'atteggiamento del Cremlino (DaX nostro corrispondente) Stoccolma, 12 luglio. Chi avesse dato ieri o stamane un'occhiata ai quotidiani moscoviti avrebbe quasi potuto credere che in Russia vi sia completa libertà di stampa e cheì capiredattori della Prav lll IIIIllllllllllllMIIIIIlllliltllllllllll Illl beramsnte attingere alle fonti più diverse. Negli ultimi due giorni i quotidiani sovietici hanno pubblicato infatti quasi esclusivamente, e senza avere bisogno di mutilarli o di deformarli, dispacci delle agenzie di stampa americane e Inglesi sulla situazione in Corea, riportando anche molti commenti di tecnici militari stranieri. C'è appena bisogno di aggiungere cne ciò è avvenuto perchè nalle ultime quarantotto ore le cose sembrano essersi messe molto male per i sudisti, per cui il Politburò ha preferito informare i cittadini russi attraverso la United Press e la Beuter, come, del resto, faceva Goebbels ogni volta che gli inglesi o gli americani erano costretti ad ammettere un successo riportato dai nazisti. Il fatto è che a Mosca già fi comincia a cantare vittoria. Nei circoli diplomatici si ha l'impressione che il Cremlino debba sentirsi molto sicuro del fatto suo se radio-Mosca è stata autorizzata a usare stasera espressioni come « crollo dell'Intero fronte sudista », « travolgente avanzata delle truppe liberatrici ». E nel suo commento alla situazione in Corea la radio sovietica ha sottolineato, a più riprese, che nonostante l'intervento degli americani con grandi forze terrestri, aeree e navali, e nonostante l'impiego . delle « nuove armi segrete tanto decantate in precedenza », non è stato possibile respingere la «controffensiva » delle colonne nordiste. Se infatti Taejon dovesse cadere e se gli americani fossero costretti a imbarcarsi, facendo della Corea una seconda Dunkerque. verrebbe a realizzarsi a puntino il piano sovietico di ottenere un notevole successo strategico e di prestigio senza impegnarsi a fondo e senza correre nessun rischio, attraverso il suo appoggio alla Corea, che è stata giustamente definita come una « società a responsabilità limitata ». Cosi stando le cose è ben difficile che possa avere probabilità di successo l'opera di mediazione che l'ambasciatore inglese Kelly starebbe conducendo a Mosca ( e diciamo « starebbe » perchè nè da fonte russa, nè da informazioni attinte negli ambienti diplomatici di Mosca si è avuta finora una sicura conferma di questo tentativo di compromesso), a meno di non voler attribuire a Stalin, soddisfatto dei successi già riportati, la magnanima intenzione di non sfruttare l'eventuale vittoria sino in fondo. Il che appare poco probabile. A Mosca ha destato molto interesse la riapparizione di due personalità politiche di cui da moltissimo tempo non si aveva notizie, tanto che s'era pensato che fossero state liquidate. Si tratta dell'ex-ambascia tore a Londra Maiski e dell'ex-ministro degli esteri Litvinov, che sono stati ospiti d'onore della società geografica sovietica durante il banchetto annuale di questa società. Naturalmente la riap- fiarizione di Litvinov, che è 'uomo cì; cui la Russia si è sempre servita quando ha voluto seguire una politica conciliativa, è stata immediatamente messa in correlazione con la prolungata assenza di Viscinski da Mosca (che ufficialmente sarebbe in ferie da due mesi) e con il fatto che il delegato russo all'UNO, Malik, ha improvvisamente rinunciato a tornare in patria per essere presente a Lake Success. Ripeteremo, quindi, anche se a solo titolo di cronaca, la voce secondo la quale la Russia, in vista di un completo successo militare In Corea, si preparerebbe a compiere un nuovo passo propagandistico per un eventuale accordo con gli Occid6..;ali. Sembra però impossibile che gli uomini del Politburò possano farsi Illusioni sull'accoglienza che una segrarDdmccsmPvsge n i a . iiiiimiimiiiiiiiiiiiiHiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuimiiiiis simile loro proposta riceverebbe a Washington dopo la esperienza coreana e dopo il grosso rospo che rappresenterebbe per l'opinione pubblica americana un eventuale ritiro dalla Corea. Sempre a titolo di cronaca ripeteremo che lo Bvenskha Daabladet si dice informato della creazione di uno stato maggiore russo per gli eserciti vassalli, di cui sarebbe a capo il maresciallo Rokossowsky, avendo co-ne sostituto il ministro della difesa bulgaro Pantsjewskl. Anche con riserva va presa l'informazione sulla presenza nella regione montagnosa di Bakony, a sudest di Budapest, di una brigata internazionale destinata alla lotta contro Tito, che sarebbe al comando del generale sovietico Baklanov, il quale (questa à una informazione sicura) è « sovrintendente » della polizia segreta ungherese La brigata sarebbe formata di partigiani greci, da veterani della guerra di Spagna e da comunisti austriaci e tedeschi, con l'esclusione, cioè, dei sudditi dei paesi confinanti con la Jugoslavia, e conterebbe attualmente circa 25 mila uomini. •. a •. a

Persone citate: Baklanov, Goebbels, Stalin