I rapporti italo-inglesi in una nota dell"'Economist"
I rapporti italo-inglesi in una nota dell"'Economist" I rapporti italo-inglesi in una nota dell"'Economist" "La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il rapporto Alexander,, (Dal nostro corrispondente) Londra, 8 luglio. L'influente settimanale britannico Economist ha oggi pubblicato un ampio articolo sull'Italia a firma del suo corrispondente da Roma. Ria: Limiamo ora la prima parte dell'articolo per poter lasciare più spazio alla parte conclusiva, ove il giornalista inglese analizza le cause delle insoddisfacenti relazioni esistenti fra Italia e Gran Bretagna. L'articolo inizia mettendo in rilievo l'opera svolta dal conte Sforza per inserire sempre più l'Italia nella comunità occidentale: questa politica, secondo l'Economist, si trova però continuamente sotto la minaccia di gruppi di sinistra e di destra. Mentre l'estrema sinistra critica la politica di Sforza per ragioni più che evidenti, l'estrema destra italiana continua «a sognare nella sua mente la restaurazione di un nuovo ordine, alla Hitler e alla Mussolini, al fine di redimere nuovamente 11 mondo dal bolscevismo e dal capitalismo giudaico anglosassone. UEconomist mette in rilievo che questi estremisti di destra, monarchici, fascisti e nostalgici, influenzati soprattutto negli ambienti universitari e liceali, dimostrano il loro compiacimento solo se si comincia a parlare di una Europa occidentale, prima della Gran Bretagna, e comprendente invece una Germania di estrema destra e, possibilmente, anche la Spagna. Il giornalista inglese riconosce che, nonostante tutte queste difficoltà, la politica europeistica di Sforza riesce a procedere con notevole successo e l'Italia riesce a inserirsi sempre più nella struttura atlantica. Il corrispondente dell'Economia* sostiene poi che, in contrasto con l'elasticità di tutta la politica estera italiana, c'è un punto su cui sia governo che opinione pubblica non sembrano disposti a transigere e questo è il problema di Trieste. A questo proposito l'Economist, dopo avere tracciato gli elementi principali. della situazione, riafferma la tesi britannica su questo problema: « Soltanto un accordo RomaBelgrado potrebbe sistemare la situazione, cosi come, nel 1925, l'accordo conseguito da Mussolini stabilizzò la questione giuliana per una decade ». «La tendenza della politica italiana è. la partecipazione a una Europa democratica, ma socialmente tradizionalista, in cui la soverchia tensione dovrebbe essere alleggerita da impulsi 'di natura cristiano-sociale. L'Indirizzo di questa politica non è quindi nò verso l fronti popolari, nè verso quella socialdemocrazia della Gran Bretagna, che nel 1945 suscitò l'ammirazione di moltissimi ita llani. La politica su modello iMiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiin britannico è ora, per gli italiani, fuori di moda e cosi anche la Gran Bretagna. La prolungata occupazione inglese delle colonie africane; la reticenza britannica a dimenticare la guerra; una certa soddisfazione da parte degli italiani a. vedere il popolo dei cinque pasti In preda all'austerity; tutti questi elementi hanno lasciato gli inglesi senza un amico o un ammiratore nella vita politica italiana. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il rapporto di Lord Alexander ». Ed ecco la frase conclusiva dell' articolo dell' Economist: « La cosa più cortese che si dice In Italia nel riguardi dell'Inghilterra è l'affermazione che essa è il mancato leader dell'Europa. Tutto ciò non dovrebbe essere preso però troppo tragicamente: il senso del processo storico è troppo forte tra gli italiani di cultura. Si può inoltre permettere di ricordare che cent'anni fa i patrioti italiani che aspiravano all'unità d'Italia spesso accusavano il lento Piemonte di bloccare la strada: ma fu necessario per l'unione d'Italia che 11 Piemonte contemplasse le aspirazioni nazionali prima con ostinato scetticismo, poi con ostinata fede ». m. c.
Persone citate: Hitler, Lord Alexander, Mussolini, Sforza
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