Le possibilità al Tour delle squadre italiane di Vittorio Varale
Le possibilità al Tour delle squadre italiane Le possibilità al Tour delle squadre italiane Se la formula escogitata vent'anni fa da Henry Desgrange per salvare il Giro di Francia (estromissione totale dell'industria e biciclette anonime per tutti indistintamente i componenti delle squadre nazionali) non fosse stata in parte tradita dal suo successore che dal dopoguerra ha fatto più d'una concessione agli industriali, l'indecoroso spettacolo al quale si è assistito nell'ultima settimana per quanto concerne la composizione delle due squadre italiane da mandare al « Tour » certo che potevamo risparmiarcelo. Se non ci fosse stata di mezzo l'industria, cioè la pubblicità (positiva nel senso di sfruttamento d'una eventuale vittoria, negativa se a vincere è un concorrente), l'U.VJ. non avrebbe dovuto procedere fra tante difficoltà per poi ritornare al punto di partenza e dover rinunciare alla presenza di due corridori che, invece, tanto bene avrebbero potuto fare nel «Tour»: diciamo Martini ed Astrua. Adesso è inutile recriminare; le due squadre sono fatte, la partenza dei corridori è imminente, la attesa è vivissima per quanto essi potranno fare, ma rimane il giudizio (non soltanto nostro) che la rinuncia all'anonimità delle biciclette e relativi accessori da parte degli organizzatori ha originato questo incidente, e più seri ne potrà apportare nell'avvenire (altro che auspicare, come è stato fatto da qualcuno, la trasformazione della formula del « Tour » e rimetter questo legato come un salame nelle mani degli industriali). Ritorniamo agli uomini, agli atleti che difenderanno nella più lunga ed appassionante corsa del mondo una parte del prestigio del nostro ciclismo (anche perchè dalla nostra rappresentativa manca Coppi, non si può dire che il meglio di questo ciclismo vi sia presente); vediamo di esprimere con chiarezza la nostra opinione. Vogliamo dire che avendo l'U.VJ. dovuto accettare le richieste fatte da Bartali, a fianco di questi si- vedono degli uomini al cui posto, in diverse condizioni di ambiente, più vantaggiosamente altri avrebbero potuto apparire. Date le premesse, non c'era però troppo da scegliere; ed allora acconciamoci a dire anche noi che Bartali potrà contare su un lotto di gregari fedeli e volonterosi almeno nel senso che, nei limiti del regolamento, faranno il possibile per evitargli la perdita di troppi minuti nella prima parte del Tour. A questo riguardo bisognerà porsi una domanda, alla quale tanto il direttore della , squadra, Alfredo Binda, quanto gli interessati si guardeI ranno bene dal rispondere con franchezza. Essa pone in bai ! i0 j reali accordi che sono staUj presi fse 3ono stati pre3ij riounrda della condotta di ° rlgufira? aer% 3ara dt Magni. Se questi, ve- ramente, si adatterà a far da domestico al fiorentino fin dalla prima tappa, la situazione di Bartali a Pau potrà ancora essere salvata; ma se [Magni, come presumiamo! avrà la libertà di poter concorrere subito aè 100 mila franchi giornalieri della maglia gialla, allora le cose si avvieranno su una strada ben diversa (non diciamo, con questo, meno interessante). Vittorio Varale
Persone citate: Alfredo Binda, Astrua, Bartali, Henry Desgrange, Magni
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