L'ex-ministro di Romania a Roma tornato in volo nella sua patria

L'ex-ministro di Romania a Roma tornato in volo nella sua patria IL DRAMMA BEL «RRAVCENRO,, PENTITO L'ex-ministro di Romania a Roma tornato in volo nella sua patria Agitata notte di trattative con Palazzo Chigi per il visto e partenza poco dopo l'alba - Misteriose telefonate dall'albergo alla legazione e la strana condotta della moglie - L'epilogo: "Ritorno spontaneamente,, iiiiiiuiiiiMiiiimiiM Roma, 29 giugno. Verso le 2 della scorsa notte il redattore di un'agenzia di stampa francese telefonava ai cronisti di un giornale del mattino per chiedere « che cosa c'era di nuovo sulla partenza per Bucarest del ministro di Romania Minali Dragumirescu », quello stesso personaggio che pochi giorni fa aveva presentato le dimissioni dalla carica chiedendo diritto di asilo a protezione alle autorità della Repubblica italiana, cose che gli erano state concesse. I cronisti di quel giornale, messi sulle peste, si davano immediatamente da fare, saltavano su un'automobile e due ore dopo sapevano cose mirabolanti sul « caso Dragumirescu ». Si faceva luce cosi su un caso straordinario, che per quanto riguarda l'Italia si è concluso alle 9,30 di stamane all'aeroporto di Ciampino, ora in cui un aereo della compagnia aerea cecoslovacca ha staccato le ruote da terra, recando a bordo Dragumirescu, sua moglie, l'incaricato d'affari di Romania a Roma, dottor Dinulescu, e un certo signor Bogodan, direttore generale degli affari per l'occidente del ministero degli esteri romeno. Sembra che sull'aereo abbiano preso posto anche agenti della MVD, una specie di Ceka romena. Il misterioso signor Bogodan, giunto da pochi giorni a Roma, costituisce il bandolo dell'intricata faccenda, ai cui precedenti conviene brevemente rifarsi. Favorito della Pauker Dragumirescu, già professore di ginnasio a Sinaja al tempo del regime di Antonescu, faceva parte dei « mille » comunisti clandestini romeni, che all'arrivo delle truppe russe, ottennero incarichi nella nuova repubblica popolare. Egli fu nominato segretario del partito progressista popolare, In seguito disciolto e assorbito dal partito comunista romeno, e successivamente Anna Pauker, che tuttora dirige il dicastero degli esteri a Bucarest, lo nominava incaricato d'affari a Parigi, dove rimaneva fino alla primavera del 1949, epoca in cui il Quai d'Orsay ne chiedeva il richiamo in Romania perchè «indesiderabile ». Il 13 luglio dell'anno scorso Dragomirescu presentava le credenziali a Palazzo Chigi come ministro plenipotenziario. Negli undici mesi di permanenza a Roma il ministro romeno aveva palesato due simpatie: una per il partito di Silone e Romita, l'altra per i gioviali conviti. Ma anche un infortunio era capitato a 1 Dragomirescu con la fuga nello Stato di Israele avvenuta in aprile del consiglere di Legazione Mischia Levtn, un sindacalista che stava molto a cuore alla Pauker. Sia per le « simpatie » dimostrate, o ger l'infortunio, fatto è che iragomirescu in maggio fu richiamato a Bucarest, egli non vi andò, e, deciso di abbandonare il regime comunista del suo paese, si presentò il 19 giugno a Palazzo Chigi in compagnia della moglie esprimendo questo suo desiderio è aggiungendo che non avrebbe più rimesso piede-alla Legazione di Romania a villa Giulia « perchè temeva per la propria vita ». A conferma delle sue intenzioni scriveva una lettera di proprio pugno al Ministero degli Esteri italiano dichiarandosi dimissionario e chiedendo protezione. II colpo di scena Nel frattempo la Legazione di Romania comunicava a Palazzo Chigi che il Praesidium della grande assemblea della Repubblica popolare romena, aveva, in data 17 giugno, esonerato il Dragomirescu nominando incaricato di affari ad interim l'addetto stampa presso la Legazione di Roma Nicol Dimulescu. Intanto Dragomirescu, che con la ' moglie aveva preso alloggio in un albergo della capitale, stabiliva diretti contatti con Silone e Saragat e questo ultimo informava il Ministro degli Esteri di essere dispo sto ad aiutare l'ex ministro romeno anche per una eventuale sistemazione. Lo stesso De Gasperi era perfettamente al corrente della faccenda e il Ministro degli Interni Sceiba aveva assegnato un agente di polizia per la difesa personale di Dragomirescu. • Il 23 giugno avvenne un col po di scena: Dragomirescu e la moglie lasciano l'albergo e fanno ritorno ali.1. Legazione di Romania (nel frattempo era giunto a Roma in aereo il famoso signe- Bogodan, con alti agenti della M.V.D.). Passano tre giorni. Il 26 mattino l'exMinistro salfl nuovamente le scale di Palazzo Chigi comunicando con impressione alterata di essere «fuggito dalla Legazione dove era stato offeso e oltraggiato ». Aggiungeva che la moglie aveva deciso di rimanere alloggiata alla Legazione in attesa di ritornare in patria. « Ma io rimarrò ir Italia, disse, e tornerò ad alloggiare in albergo ». Non diede altre spiegazioni. In albergo la moglie lo chiamò al telefono per due volte intrattenendosi a lungo. Al termine del secondo colloquio Dragomirescu lasciava l'albergo, noleggiava un tassi e si faceva condurre alla Legazione. L'agente addetto alla sua sicurezza personale, che aveva ripreso le sue funzioni, lo seguiva su una macchina della polizia. Il poliziotto italiano ài piantava davanti alla palazzina di via Omero ai margini della villa Borghese, entro la quale era scomparso il diplomatico, ma l'attesa non era lunga: di lì a poco Dragomirescu usciva e congedava l'agente ringraziandolo per le sue attenzioni e dicendogli che sarebbe rimasto nella Legazione. A questo punto la vicenda assume un ritmo precipitoso: l'incaricato ài affari Dimulescu, con le dovute forme, chiede a Palazzo Chigi il visto di uscita. dall'Italia per il Dragomirescu e allega una analoga richiesta scritta di pugno del Dragomdrescu stesso. Palazzo Chigi risponde che, essendosi l'ex ministro romeno presentato di persona al ministero degli Esteri italiano per comunicare le dimissioni e chiedere la protezione italiana, solo se il Dragomirescu si fosse recato nuovamente a Palazzo Chigi il visto sarebbe stato concesso. niiiiMiiiiiiiiiiiiiniMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiM Ma il diplomatico non doveva più presentarsi al nostro Ministero. La Legazione tornò ad insistere e nella giornata di ieri il Ministero degli Esteri italiano raggiunse un accordo col romeni nel senso che un alto funzionario degli Esteri si sarebbe recato personalmente alla Legazione per chiedere al Dragomirescu se intendeva realmente partire per Bucarest: in tale caso gli sarebbe stato concesso il visto. Cosi è avvenuto dopo una drammatica notte di trattative. Al funzionario italiano che lo interpellava l'ex ministro Dragomirescu rispondeva di avere spontaneamente deciso di ritornare in Romania. L'aereo della C.S.A. (Aviolinee cecoslovacche) attendeva completamente vuoto a Ciampino fin da ieri sera. Ma soltanto alle 9,30 di stamane, come abbiamo detto, si è staccato da terra. Il volto bruno del quarantenne ex ministro Dragomirescu era chiuso, senza emozione. Pochi minuti dodo l'aereo era scomparso verso la « cortina di ferro ». d. m. MiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin